di Andrea Tornielli
Il 14 settembre 2010, a tre anni esatti dall’entrata in vigore del motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI, che nel 2007 ha liberalizzato l’uso dell’antico messale preconciliare offrendo la possibilità ai gruppi di fedeli legati alla messa tradizionale di rivolgersi direttamente ai parroci, è stato effettuata una statistica sulla situazione.
L’ha resa disponibile nei giorni scorsi il gruppo Paix Liturgique, in una newsletter. La rilevazione, non soltanto quantitativa ma anche qualitativa, è stata eseguita su trenta Paesi, quelli in cui il cattolicesimo è più saldamente presente: si è studiato il numero delle messe antiche disponibili, ma anche la loro frequenza e il loro orario, valutando, ad esempio, se si tratti di orari adeguati per la famiglia. È stata dunque monitorata la situazione in Spagna, Portogallo, Irlanda, Svizzera, Repubblica Ceca, Germania, Italia, Gran Bretagna, Polonia, Francia, Paesi Bassi, Ungheria, Austria, Canada, Stati Uniti, Messico, Colombia, Cile, Brasile, Argentina, Australia, India, Filippine, Nuova Zelanda, Sud Africa, Gabon e Nigeria.
Le informazioni sono state attinte da almeno due fonti indipendenti l’una dall’altra. La messa tridentina è celebrata in 1.444 luoghi. Di questi, 340 hanno la messa in un giorno durante la settimana; 313 hanno la messa domenicale ma non regolarmente e dunque non ogni settimana; 324 hanno la messa ogni domenica ma non in orario adeguato per le famiglie (vale a dire al di fuori dell’arco temporale compreso tra le 9 e le 12). Infine, 467 luoghi hanno messe ogni domenica con orario adeguato per le famiglie. In pratica c’è una messa family friendly ogni 3 (32,3 per cento), mentre una messa ogni quattro non è celebrata la domenica.
Interessante, infine, anche il paragone con le messe celebrate dalla Fraternità San Pio X, non conteggiate nella prima statistica, che ha invece preso in considerazione quelle celebrate secondo il motu proprio. Le messe gestite dai gruppi «lefebvriani» sono in tutto 690, praticamente una ogni due di quelle celebrate invece secondo il motu proprio e in piena comunione con Roma. Nonostante le difficoltà e le resistenze, la messa antica viene, seppur lentamente, conosciuta da un numero sempre maggiore di persone.
L’intento del Pontefice era quello di un arricchimento reciproco tra rito romano ordinario (quello scaturito dalla riforma post-conciliare) e rito romano straordinario (quello preconciliare ora liberalizzato). Ma su questo il cammino da compiere è ancora lunghissimo. Intanto si attende nei prossimi giorni la pubblicazione di un’istruzione della Pontificia commissione Ecclesia Dei, approvata dal Papa, che dovrebbe stabilire alcuni punti fermi attuativi del motu proprio, dimostrando in concreto che Summorum Pontificum è una legge universale della Chiesa e va applicato.
(tratto da La Bussola quotidiana, 1 marzo 2011)
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