Decisivo passaggio del percorso di riforma nella continuità che il Santo Padre Benedetto XVI ha tracciato sin dall’inizio del suo pontificato: col Motu Proprio “Quaerit semper”, firmato il 30 agosto 2011 e pubblicato in questi giorni, Sua Santità ha proceduto ad una importante riforma dei Dicasteri vaticani, trasferendo la competenza per i procedimenti di dispensa dal matrimonio rato e non consumato e di nullità della sacra Ordinazione dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ad un nuovo Ufficio costituito presso il Tribunale della Rota Romana. Ma ciò che rende tale provvedimento decisivo per la liturgia non è il suo oggetto specifico, bensì la sua finalità che il Papa ha voluto rendere esplicita nel preambolo:
"La Santa Sede ha sempre cercato di adeguare la propria struttura di governo alle necessità pastorali che in ogni periodo storico emergevano nella vita della Chiesa, modificando perciò l’organizzazione e la competenza dei Dicasteri della Curia Romana.
Il Concilio Vaticano II confermò, d’altronde, detto criterio ribadendo la necessità di adeguare i Dicasteri alle necessità dei tempi, delle regioni e dei riti, soprattutto per ciò che riguarda il loro numero, la denominazione, la competenza, i modi di procedere e il reciproco coordinamento (cfr. Decr. Christus Dominus, 9).
Seguendo tali principi, il mio Predecessore, il beato Giovanni Paolo II, procedette a un complessivo riordino della Curia Romana mediante la Costituzione apostolica Pastor bonus, promulgata il 28 giugno 1988 (AAS 80 [1988] 841-930), configurando le competenze dei vari Dicasteri tenuto conto del Codice di Diritto Canonico promulgato cinque anni prima e delle norme che già si prospettavano per le Chiese orientali. In seguito, con successivi provvedimenti, sia il mio Predecessore, sia io stesso, siamo intervenuti modificando la struttura e la competenza di alcuni Dicasteri per meglio rispondere alle mutate esigenze.
Nelle presenti circostanze è parso conveniente che la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti si dedichi principalmente a dare nuovo impulso alla promozione della Sacra Liturgia nella Chiesa, secondo il rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II a partire dalla Costituzione Sacrosanctum Concilium.”
Ecco, dunque, la ragion d’essere del riassetto delle competenze: l’indicazione esplicita di una riforma liturgica “a partire dalla Costituzione Sacrosantum Concilium”, quasi a voler sottolineare che molto di quanto è venuto dopo non pare conforme alla decisione dei Padri conciliari che avevano disposto uno sviluppo organico nel solco della tradizione: “non si introducano innovazioni...” (SC, 23).
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