di
Guglielmo di Occam
«Osservanza
fedele alle norme della Chiesa»: un inciso non irrilevante è quello che
Benedetto XVI include non raramente nei discorsi che rivolge alla numerose
Comunità del Cammino Neocatecumenale presenti alle udienze pontificie.
L'invito
più recente a prestare un'adesione piena al Diritto della Chiesa risale allo
scorso 20 gennaio e riguarda l’ambito liturgico. Il Santo Padre, in occasione
dell'approvazione delle celebrazioni - "non strettamente liturgiche"
- di questo itinerario di iniziazione cristiana, ribadiva ai membri del Cammino
che nella Celebrazione eucaristica i Libri liturgici «vanno seguiti fedelmente,
con le particolarità approvate negli Statuti del Cammino». La stessa precisazione
è contenuta all'interno del medesimo Statuto all'art. 13 §3.
Senza
nulla togliere alla preziosità del carisma e ai cospicui frutti spirituali che
sta suscitando in tutto il mondo, desideriamo qui rilevare alcune incongruenze
liturgiche che, con costante regolarità, si verificano diffusamente all'interno
delle Sante Messe celebrate nelle piccole comunità del Cammino.
Partiamo
dalle più rilevanti: le cosiddette "risonanze", ovvero quegli
interventi di fedeli laici che, prima dell'omelia del ministro ordinato,
condividono pubblicamente quanto le letture ascoltate nella Liturgia della
Parola hanno detto alla loro vita. I membri del Cammino continuano ad essere
indebitamente persuasi che gli Statuti le ammettano nella Santa Messa. Anche un
occhio miope non avrà difficoltà a scorgere che gli Statuti non le contemplano
affatto all'interno della Celebrazione Eucaristica (ma solo nella celebrazione
settimanale della Parola [cfr. artt. 11 §2, 13]). E inoltre, nessun Libro
liturgico fa un benché minimo accenno a tali pronunciamenti. Anzi! Sono
espressamente vietati dal Magistero. Per una immediata e inconfutabile conferma
si possono leggere alcuni documenti come la Ecclesiae
de Mysterio (art. 3, §§ 2 e 3) e laRedemptionis Sacramentum(n. 74).
Un'altra
questione decisamente non secondaria riguarda la genuflessione all'interno
della Celebrazione eucaristica. Essa è prevista dai Libri liturgici al momento
della consacrazione, se lo permettano lo stato di salute del fedele, le
condizioni di spazio fisico, o altri ragionevoli motivi (cfr. OGMR, n. 43).
Ebbene, nelle Messe con il Cammino vi è una consuetudine, una sorta di regola
non scritta, secondo la quale si debba necessariamente rimanere in piedi,
conservando una "posizione da risorti". Anche qui non è difficile reperire
quanto autorevolmente insegna la Chiesa.
Non sembra
fuori luogo nemmeno un riferimento alla concessione esplicita che la Santa Sede
ha fatto al Cammino circa la distribuzione della Santa Comunione. Da quanto si
evince dallo Statuto, i membri del Cammino La ricevono sotto le due specie, in
piedi, restando al proprio posto (cfr. art 13 §3). Poiché non vi sono ulteriori
precisazioni in merito, bisogna ricorrere a quanto previsto dai Libri liturgici
per una corretta distribuzione della Comunione. Innanzitutto, è a discrezione
del presbitero celebrante decidere come distribuire la Santa Comunione sotto le
due specie. Le modalità previste sono due: a) il fedele riceve prima il Corpo
di Cristo (in bocca o sul palmo della mano sinistra) e poi il ministro gli
porge il calice dal quale beve; b) il fedele riceve dal ministro il Corpo di
Cristo intinto nel Sangue. Non è contemplato che i fedeli ricevano prima in
mano il Pane Eucaristico e, custodendoLo fino a che la distribuzione sia
terminata, tutti insieme poi se ne cibino. Non si tratta di esigenze da
galateo! Non è ammesso che alcuno trattenga, pur per qualche istante,
l’Eucaristia nelle proprie mani, ma bisona consumarLa immediatamente.
C’è anche
da chiarire un ulteriore “dettaglio”. I fedeli che intendono comunicarsi, al
momento della Comunione, non possono accomodarsi e attendere seduti che il
ministro li raggiunga con le Specie eucaristiche per poi alzarsi e riceverle.
Coloro che devono ricevere la Santa Comunione, La aspettano in piedi e, una
volta ricevutaLa, si inginocchiano o si sedono per il ringraziamento.
Ancora in
merito al Sacramento dell’Eucaristia c’è un particolare non trascurabile su cui
soffermarsi. Il presbitero che celebra la S. Messa per le piccole comunità del
Cammino Neocatecumenale non si ciba del Corpo di Cristo insieme agli altri
fedeli, ma prima di essi, come prescrive l’Ordinamento Generale del Messale
Romano (cfr. n. 86).
Raramente
poi l’Eucaristia è celebrata dalla piccola comunità in chiesa o in una cappella
annessa ad essa. Anche se la chiesa è libera, si predilige celebrarLa piuttosto
in locali parrocchiali alternativi alla chiesa stessa. Quando ciò avviene
regolarmente, e non ad actum,
deve essere esplicitamente concesso dal Vescovo diocesano. Bisogna quindi
verificare che Egli abbia permesso che l'Eucaristia venga ordinariamente
celebrata in una stanza o in un luogo opportuno che non sia la chiesa.
Nelle
poche occasioni in cui la piccola comunità celebra l’Eucaristia in chiesa o in
una cappella parrocchiale, all’altare fisso, quello benedetto dal Vescovo, è
preferito un banco che - immancabilmente - viene posto nel centro dello spazio
liturgico. Non viene così riconosciuta la dignità dell'altare, pietra
sacrificale in cui Cristo si immola per noi.
Può
risultare interessante anche riflettere su alcuni abusi, di minore entità
rispetto a quelli precedentemente analizzati, ma pur sempre inopportuni.
Nell’Eucaristia
celebrata nelle piccole comunità si dà non poco rilievo alle monizioni. Secondo
quanto insegna la Chiesa esse sono brevi didascalie, opportune ma non
necessarie, che un ministro ordinato o un laico può rivolgere all’assemblea per
predisporre e introdurre i fedeli a meglio comprendere le letture che la
Liturgia propone. I Libri liturgici vietano di farle dall'ambone perché la
dignità di esso esige che ad esso acceda solo il ministro della Parola (cfr.
OGMR 309). Nelle Eucaristie del CN le monizioni sono spesso lunghe, ridotte
contenutisticamente a testimonianze su ciò che quella Parola ha suscitato nel
cuore di colui che la comunica. L’identità liturgica della monizione viene così
snaturata e l'ambone diventa piuttosto uno "speakers' corner".
Come
sottolineavamo all’inizio quelle riportate sono solo alcune infedeltà
celebrative che si registrano nelle Celebrazioni eucaristiche del Cammino.
Siamo ben consapevoli che non sono esclusive dei seguaci di Kiko. A malincuore
le pratiche abusive nel Culto liturgico sono sempre più diffuse. Questi errori
dipendono soprattutto da una incuria celebrativa per nulla esemplare di non pochi
prelati, pur autorevoli. Le riflessioni qui proposte scaturiscono da quanto
autorevolmente afferma il Concilio Vaticano II: «a nessun altro assolutamente,
nemmeno se sacerdote, sia lecito aggiungere o togliere o mutare qualcosa in
materia liturgica» (Cost. dogmatica Sacrosanctum
Concilium n. 22). Ciò è
ribadito anche in Redemptionis Sacramentume in altri documenti
magisteriali.
Nella
Santa Messa, allora, i fedeli tutti rispettino debitamente quanto previsto
dalle norme dei Libri liturgici. Le rubriche, infatti, non costituiscono
indicazioni facoltative per i ministri e gli altri membri dell’assemblea
liturgica, bensì prescrizioni obbligatorie che devono accuratamente essere
osservate. Non si tratta di essere “schiavi della legge”! Gli stili celebrativi
che introducano innovazioni liturgiche arbitrarie non solo generano confusione
dividendo i fedeli, ma ledono l’autorità della Chiesa nel venerando patrimonio
della sua secolare Tradizione liturgica, nonché l’intima unità della comunione
ecclesiale.
Ho letto tutte queste precisazioni liturgiche, io faccio il cammino neocatecumenale da molti anni. Assecondare queste critiche -giuste per quel che mi sembra- equivarrebbe a eliminare la specificità della celebrazione neocatecumenale e quindi -indirettamente- il cammino stesso. Quindi questo articolo mi lascia spiazzato e nn capisco bene alcune cose. Ho perso tanti anni della mia vita? Perchè i parroci nn domano questo cavallo selvaggio invece di criticarlo senza conoscerlo dall'interno? senza parteciparvi con uno spirito "clemente" correggendo certi errori? togliere le risonanze o fare l'eucarestia diversamente o eliminare la struttura per tappe nn equivarrebbe a distruggerlo questo cammino? Le critiche sono fondamentali o partono da una ostilità anteriore da parte di chi scrive? queste critiche sono "utili" dato il quadro di disinteresse e di sfacelo della religiosità media? certe usanze criticate come quella della celebrazione nei locali annessi alla chiesa dipendono a volte dal freddo che c'è nelle chiese e nella fatica di aggiustare i banchi spostandoli per la celebrazione neocatecumenale.
RispondiEliminaquesto tipo di critiche a me personalmente fanno pensare che c'è poca conoscenza del fenomeno e questa poca conoscenza sembra motivata dal disinteresse e il disinteresse sembra motivato da un'ostilità preconcetta. Mi scuso per questa sincer opinione e spero di nn aver offeso nessuno. La pace.
Infatti, sarebbe molto interessante per tutti conoscere pubblicamente le vere caratteristiche di questo fenomeno che vede i neocatecumenali " nuova linfa " per la Santa e unica Madre Chiesa. Ovviamente, in tutti i suoi aspetti; soprattutto i più reconditi nonché organizzativi.
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