“Nella liturgia il Lógos ha la preminenza, che gli spetta sulla volontà. Di qui la sua mirabile placidità, la sua calma profonda. Di qui s’intende come essa sembri totalmente evolversi in contemplazione, adorazione, esaltazione della verità divina. Di qui la sua apparente indifferenza alle piccole miserie quotidiane. Di qui la sua scarsa preoccupazione di “educare” immediatamente e di insegnare la virtù. La liturgia ha in sé qualcosa che fa pensare alle stelle, al loro corso eternamente uguale, alle loro leggi inviolabili, al loro profondo silenzio, all’ampiezza infinita in cui si trovano.
Sembra, però, soltanto che la liturgia si preoccupi così poco delle azioni e delle aspirazioni, e della condizione morale degli uomini. Poiché in realtà essa sa assai bene provvedervi: chi, infatti, vive realmente in essa, si assicura la verità, la sanità, la pace nell’intimo dell’essere.”
Romano Guardini, Lo spirito della liturgia.
“La liturgia, come osserva il Guardini, non ha rapporti immediati con la vita reale di ogni giorno, con quella vita cioè che si svolge nelle officine, nei campi sportivi; ma resta nell’ambito solenne e sempre alquanto appartato dal mondo, che è proprio del santuario. Sfugge perciò a molti che appunto per la sua profonda calma, per la sua mirabile placidità, per il suo abbandonarsi all’adorazione della gloria di Dio, per il suo richiamo al raccoglimento interiore, la liturgia rappresenta un salutare rimedio per guarire l’uomo moderno dalla febbre, che lo divora sia nell’estenuante e affannoso lavoro sia nello snervante svago che spesso è un’altra forma di fatica e di dissipazione. Ma non basta. La liturgia, in quanto fa rivivere i principi fondamentali della religione, in quanto richiama la creatura all’adempimento dei doveri verso il Creatore e dona la santità e la pace soprannaturale, è anche la migliore preparazione alla vita quotidiana, perché infatti, quando sarà il momento dell’azione, il fedele deve saper conformare i suoi atti ai sentimenti che gli sono stati suscitati nel tempio, dalla liturgia.”
Giovanni Modugno,
Religione e vita.
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