venerdì 21 febbraio 2014

Radicati nell fede: editoriale di febbraio

 Fonte: Radicati nell fede


Se c'è un rischio grande, oggi, è quello di credere di vivere le cose perché le si pensa o perché le si vede. Sì, oggi è questa la grande illusione, l'illusione del “virtuale”. Non vogliamo parlare solo di internet, anche di questo, ma non solo di questo. C'è nel mondo tradizionale chi, navigando sul web, fa il pieno di informazioni sulla vita della Tradizione, partecipa a tutti i più infuocati dibattiti o intervenendo o lasciandosi agitare, e pensa così di vivere la Chiesa secondo la tradizione. C'è poi un altro genere di “virtuali”, fatto da quelli che, amando viaggiare, vanno in cerca dei luoghi più significativi, dove poter vivere qualche intensa esperienza, che faccia loro gustare un pezzetto della Chiesa di sempre: un giorno sono in un convento, l'altro in un priorato, l'altro ancora in una chiesa dove si canta bene la messa. Nell'approssimarsi di una festa dicono: “Dove andiamo a viverla questa volta, dove sarà meglio?”. Entrambe queste posizioni sono ingannevoli e a lungo andare non costruiscono niente, lasciano a mani vuote, non cambiano la vita. Sono entrambe ingannate dal “virtuale” che non diventa mai “carne e sangue”. È un vagabondare pericoloso, che non ti cambia, che sposta fuori di te il problema. Potremmo applicare a questo genere di persone il giudizio severo che San Benedetto, padre del monachesimo occidentale, esprimeva sui monaci vaganti: Perché questa sferzante severità da parte del Patriarca del monachesimo? Perché questi monaci, così vagando, non si pongono sotto l'obbedienza di nessuno e sfuggono al primo compito del cristiano, la propria conversione. I monaci benedettini fanno due voti: quello di stabilità (nel monastero) e quello della conversione dei costumi, conversione della vita. Ma è evidente che i due voti sono collegati strettamente: come fa il monaco a convertire la sua vita, se stabilmente non si mette sotto un'obbedienza santa, se non segue chi può guidarlo al cambiamento della sua vita? E come fa ad obbedire se non è stabile, se il riferimento della sua vita non è stabile? Questo è vero anche per ciascuno di noi, non solo per il monaco. È vero per ogni cristiano.


Tanto più per il cristiano che giustamente vuole seguire il Cristianesimo “non modificato”, cioè la Tradizione. Per questo, e lo abbiamo già detto, dobbiamo riconoscere un luogo di messa tradizionale, dove accanto alla celebrazione della messa ci sia anche la sana dottrina, e farlo diventare il luogo della nostra stabilità. Solo così sarà edificata la nostra vita, sotto un'obbedienza reale che ci converte. Anche nel caso che questo luogo sia molto distante, e quindi impossibile recarvisi tutte le settimane, sarà sempre possibile un riferimento spirituale intenso che ci permetterà un reale seguire. Uno non potrà forse andarci tutte le settimane, ma programmerà il suo esserci nei momenti più intensi dell'anno. Molte volte la difficoltà della distanza invece di essere un inciampo, se aumenta il desiderio, è una grazia: tu che sei distante puoi capire meglio quanta grazia ci sia in quel luogo, che tu non puoi sempre raggiungere. Ad altri, più fortunati per vicinanza, sarà invece sempre possibile una fedeltà scrupolosa, alle messe e agli incontri dottrinali, fedeltà che, sola, nel tempo produce grandi frutti. La vita cristiana consiste nel seguire Cristo, ma questo seguire passa attraverso quel prolungamento dell'Incarnazione di Nostro Signore che si chiama Chiesa. E nella Chiesa si incarna in volti precisi: quel sacerdote, quel fedele più zelante ecc...Non ha proprio senso il vagabondare spirituale, è sterile e se volete ridicolo: vai in un luogo, vuoi vederci una bella Messa cantata, va bene! ma lo sai che, perché ci sia quella Messa cantata, dei fedeli hanno rinunciato alla loro “libertà”, per essere lì tutte le domeniche a cantarla?...e altri hanno assicurato il servizio all'altare, tutte le domeniche? ...e un prete è lì stabilmente per celebrarla? Se tutti questi avessero vagabondato negli anni, per cercare “esperienze” spiritualmente interessanti, tu non avresti trovato un bel nulla. Riflettici su questo.Sì, è chiesta a molti una conversione in questo senso, una decisione per la vita: vuoi laTradizione? Falla!... secondo l'autorità che il Signore ti ha dato. Sei prete? Inizia a celebrare la messa di sempre. Sei laico? Recati stabilmente dove un sacerdote, sano per dottrina, ha assicurato la messa della Tradizione, e sii fedele a quella chiesa, perché la tua fedeltà edifichi altri e converta il tuo cuore. Non c'è alternativa a questa stabilità. Avete mai provato a domandarvi: ma se per un miracolo della Provvidenza, il Papa concedesse libertà totale all'esperienza della Tradizione, sapremmo far frutto di questa libertà? Ci metteremmo, sotto la grazia di Dio, a fare il Cristianesimo secondo la Tradizione? O troveremmo delle scuse per vivere ancora nella recriminazione? Volere che la Chiesa torni alla sua Tradizione, lamentandosi o rimpiangendo, fa buttare il tempo, fa buttare la vita... e la vita passa veloce

lunedì 10 febbraio 2014

Dal Kazakistan al Salento: Mons. Schneider a Lecce e Gallipoli





Giovedì 13 e venerdì 14 sarà nel Salento per la prima volta mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana, capitale del Kazakistan, segretario della conferenza episcopale, nonché scrittore di libri di successo in materia liturgica. 

Ospite dell’associazione leccese “Luigi Pappacoda”, mons. Schneider terrà una conferenza a Lecce giovedì 13, ore 18,30 presso la chiesa di San Francesco di Paola sul tema “La Santa Comunione e il rinnovamento della Chiesa”, introdotto da don Nicola Bux, noto liturgista e scrittore; il giorno successivo, venerdì 14, ore 18,30, a Gallipoli, presso la chiesa di San Francesco d’Assisi, l’incontro avrà come tema “La fede cattolica nella Santa Eucaristia”, presentato da mons. Fernando Filograna, Vescovo di Nardò - Gallipoli.

Il vescovo Schneider è tra i principali artefici della rinascita religiosa del suo Paese, dopo settant’anni di dittatura sovietica: a Karaganda, sua precedente diocesi, accanto ai luoghi del martirio di 500.000 deportati, è stata edificata, grazie ai suoi sforzi, la nuova splendida cattedrale in stile neogotico, dedicata alla Madonna di Fatima. Oratore e scrittore noto in tutto il mondo, egli sostiene che è urgente ripristinare alcuni elementi liturgici smarriti negli ultimi cinquant’anni, quali il silenzio, la genuflessione, il canto sacro ed occorre ritornare ad un culto teocentrico e non più antropocentrico, come avviene spesso oggi, con il celebrante che diventa il solo protagonista del rito. I suoi libri, a conferma di un solido prestigio, sono editi dalla Libreria Editrice Vaticana.


lunedì 3 febbraio 2014

Il card. Burke con il POPULUS SUMMORUM PONTIFICUM 2014


COMUNICATO
DEL CŒTUS INTERNATIONALIS SUMMORUM PONTIFICUM
2 FEBBRAIO 2014, PURIFICAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

25 ottobre 2014:

Sua Em.za il Card. Burke in San Pietro a Roma

con il popolo Summorum Pontificum

card burke ii
Il Cœtus Internationalis Summorum Pontificum è lietissimo di annunciare che sarà il cardinale Raymond Leo Burke a celebrare, nella Basilica di San Pietro, la Messa Pontificale del sabato 25 ottobre alle h. 12, nel corso del terzo pellegrinaggio del popolo Summorum Pontificum a Roma.
Il CISP ringrazia Sua Em.za, il cardinale Angelo Comastri, arciprete di San Pietro, per la disponibilità e la prontezza con la quale ci ha permesso di fissare sin da oggi la data e l’orario di questa Santa Messa che rappresenta ormai il momento culminante del nostro pellegrinaggio ad Petri Sedem. Possiamo così dare l’avvio alla preparazione del pellegrinaggio con grande anticipo e ciò dovrebbe consentire ai pellegrini non Europei di partecipare con maggiore facilità.
Anno dopo anno, grazie al Motu Proprio Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI del 7 luglio 2007, la ricchezza della forma straordinaria del rito romano diventa in concreto sempre più accessibile alla Chiesa universale (Istruzione Universæ Ecclesiæ del 30 aprile2011) e sembra opportuno consentire ai fedeli delle periferie geografiche dell’Orbe cattolico di poter unirsi a questo solenne momento di preghiera e di testimonianza. Rammentiamo che il pellegrinaggio comincerà giovedì 23 ottobre e si concluderà nel giorno della festa di Cristo Re, domenica 26 ottobre.
Per info: cisp@mail.com