750 anni fa a Bolsena il miracolo che convinse il
Papa a istituire il Corpus Domini. Un intreccio di prodigi
L’11 agosto 1264 Urbano IV pubblica la bolla che
regala alla Chiesa una delle sue solennità più significative. A confermarlo
nella sua decisione è proprio quel fatto straordinario avvenuto l’anno
precedente nel piccolo centro del Viterbese
Articolo di Renzo Allegri tratto da Zenit.org –
750 anni fa di questi giorni si verificava a Bolsena, in provincia di Viterbo,
un grande prodigio che viene ricordato con il nome di “miracolo eucaristico di
Bolsena”. Un sacerdote, mentre celebrava la Messa, ebbe dei dubbi sulla reale
presenza di Cristo nell’Ostia Consacrata e in quel momento l’Ostia cominciò a
versare sangue, confermando prodigiosamente la presenza reale di Cristo nel
pane eucaristico.
Il prossimo anno ricorreranno, invece, i 750 anni
della bolla Transiturus de hoc mundo, scritta
da Papa Urbano IV dopo aver constatato di persona la realtà del miracolo di
Bolsena. Con quella bolla, il Papa istituiva per tutta la Chiesa la Solennità
del Corpus Domini, festa liturgica che celebra la fede nella presenza reale di
Cristo nell’Eucarestia. Infine, secondo un’antica tradizione, rifiutata da molti
storici, ma ammessa da altri, i due eventi, miracolo e istituzione della Festa
del Corpus Domini, sarebbero all’origine della costruzione del celeberrimo
Duomo di Orvieto, uno dei massimi capolavori del gotico italiano, nel quale si
conservano le reliquie del miracolo di Bolsena.
Come si vede, i tre eventi sono strettamente legati al
Sacramento dell’Eucarestia. Per questo, Benedetto XVI, prima di ritirarsi, ha
voluto che i tre eventi fossero ricordati con una particolare rilevanza in
questo nostro tempo. E così, su mandato di papa Ratzinger, la Penitenzieria
Apostolica, con un rescritto del 13 marzo 2012, ha autorizzato la celebrazione
di un Giubileo Eucaristico straordinario a Bolsena e a Orvieto, cioè un “Anno
Santo”, ma “speciale”, lungo non uno ma due anni, in modo da comprendere
l’anniversario del Miracolo di Bolsena e quello della istituzione della
solennità del Corpus Domini. Lo speciale Anno Santo è iniziato a gennaio 2013 e
terminerà il 24 novembre 2014. Ha i suoi punti principali di riferimento a Bolsena
e a Orvieto, dove si verificarono gli eventi che vengono ricordati e dove si
conservano le reliquie di quegli eventi, ma in realtà riguarda tutto il popolo
cristiano, perché quei fatti sono strettamente legati al Mistero
dell’Eucaristica.
Il Mistero della reale presenza di Cristo nel pane e
nel vino consacrati è una delle Verità fondamentali della Religione Cristiana.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma esplicitamente che Gesù è presente
nell’Eucaristia in modo, “vero”, “reale”, “sostanziale” con il suo Corpo, la
sua Anima e la sua Divinità. Il Concilio Vaticano II (Lumen Gentium, 11) definisce l’Eucariestia: “Fonte e
apice di tutta la vita cristiana”.
Impossibile comprendere questa verità con la ragione.
San Tommaso dice che si può comprendere “con la sola fede la quale si appoggia
sulla autorità di Dio”. Per questo, lungo il corso dei secoli il Mistero
Eucaristico fu spesso oggetto di dispute che, a volte, in varie forme, negavano
le reale presenza di Cristo. Ma quando i dubbi si diffondevano così numerosi
da diventare un pericolo per la “Verità Eucaristica”, sono sempre accaduti
fatti misteriosi, prodigiosi, che richiamavano con clamore l’attenzione dei
credenti sulla “concretezza” di quella Presenza.
Il 1200 è stato forse il secolo che ha registrato il
maggior numero di miracoli eucaristici, almeno considerando quelli che la
storia ci ha tramandato.
Secolo ricchissimo di fermenti spirituali. Ma questo
anelito di spiritualità favoriva anche le iniziative errate, eretiche. Nel
secolo XIII imperversarono le eresie dei Patarini, dei Valdesi, degli
Apostolici, dei Catari o Albigesi e altre. Tutte deviazioni ideologiche che
toccavano vari argomenti della Fede, ma che, alla fine, come sempre, ruotavano
intorno alla persona di Gesù e quindi mettevano dubbi e idee errate sul Cristo
che continua a vivere nell’Eucarestia.
Contro le eresie intervennero le autorità i Papi, I
Concili ecumenici, i santi con il loro esempio, i teologi con i loro libri, ma
intervenne anche il soprannaturale, la Provvidenza, con quei “segni”
misteriosi, che servivano a richiamare l’attenzione soprattutto delle masse,
sulla reale presenza di Cristo nell’Eucarestia.
Sono una quindicina i grandi miracoli eucaristici che
si verificarono nel corso del tredicesimo secolo. Alcuni in Italia, altri in
Germania, in Spagna, in Portogallo, in Francia.
Il più noto è quello di Bolsena, che si verificò,
secondo gli storici, nella prima metà di agosto del 1263. Protagonista, Pietro
da Praga, un sacerdote di origine boemo. Un ottimo sacerdote, esemplare in
tutto, ma tormentato da dubbi sulla reale presenza di Cristo nell’Eucarestia.
Quel sacerdote, per combattere i dubbi da cui era
assalito ogni volta che celebrava la Messa, decise di andare in pellegrinaggio
a Roma per poter pregare sulle tombe degli apostoli. Seguendo la via
Francigena, fece tappa a Bolsena e volle celebrare la Messa nella chiesa dove
si trova la tomba di Santa Cristina martire, della quale era molto devoto. E fu
lì, in quella chiesa, che si verificò il prodigio.
Al momento della Consacrazione, mentre teneva l’Ostia
sopra il calice, il sacerdote Pietro da Praga vide che l’Ostia sanguinava
abbondantemente e il sangue cadeva sul corporale e sugli altri lini che
coprivano l’altare. Si spaventò, prese il calice, l’Ostia consacrata, il corporale
e gli altri oggetti che erano stati macchiati di sangue, tornò in sacrestia e
nascose tutto nel sacrario. Ma, passato il primo sbigottimento, si rese conto
che non poteva nascondere un fatto del genere, e dovette rivelare quanto era
accaduto.
La voce del prodigio si sparse immediatamente.
Raggiunse anche Orvieto, che dista da Bolsena una ventina di chilometri, dove
si trovava il Papa Urbano IV. Questi inviò immediatamente a Bolsena il vescovo
Giacomo Maltraga, accompagnato da alcuni celebri teologi, perché facesse una
immediata inchiesta e raccogliesse tutte le testimonianze e la documentazione
possibile.
Il fatto era così clamoroso da non ammettere dubbi.
Per questo il ritorno a Orvieto della delegazione con le reliquie del prodigio
si svolse in modo trionfale, con il clero di Bolsena e molta gente che seguiva
in processione.
Il Papa stesso, informato della serietà del fatto,
volle andare incontro alle sacre reliquie, insieme ai cardinali del suo
seguito, ai chierici e ai religiosi di Orvieto. L’incontro avvenne sulle sponde
del fiume Riochiaro e il Papa, in segno di profonda devozione, si inginocchiò
piangendo per la commozione. Poi prese le reliquie nelle proprie mani e le
portò nella cattedrale.
Papa Urbano IV era un grande sostenitore della Verità
Eucaristica. Prima di essere eletto Pontefice, si chiamava Giacomo Pantaleon. Era
figlio di un calzolaio di Troyes, in Francia, aveva studiato Teologia e Legge a
Parigi. Dopo era stato nominato arcidiacono di Liegi e aveva conosciuto una
suora di nome Giuliana, superiora nel monastero di Mont-Cornillon vicino a
Liegi.
Fin dal 1208, quella suora aveva apparizioni di Gesù
che le chiedeva di istituire nella Chiesa una festa che celebrasse il suo
Corpo, il “Corpo del Signore”.
Suor Giuliana si era resa conto che Gesù le chiedeva
l’impossibile e per cinque anni continuò a pregarlo affinché la liberasse da
quell’incarico, ma Gesù insisteva. Nel 1230, attraverso il proprio confessore,
il canonico Jean de Lausanne, riuscì a guadagnare alla propria causa
l’arcidiacono Pantaleon e gli confidò la missione che le era stata data da
Gesù. Anche Giacomo Pantaleon capì che la richiesta della suora non sarebbe mai
stata accolta dalla Chiesa. Però aveva anche constatato che quella suora era
una persona seria e che le visioni di cui parlava erano autentiche. Per questo
prese in considerazione la richiesta e ne parlava ovunque potesse farlo.
Grazie a lui, e al suo prestigio, la richiesta di Suor
Giuliana fu discussa nel corso del Sinodo di Liegi del 1248, e venne accolta.
Fu, così, istituita, per la sola diocesi di Liegi, una festa in onore del
Santissimo Sacramento.
La festa però suscitò molte opposizioni. Suor Giuliana
fu derisa, offesa, perseguitata e costretta a fuggire dal suo convento e a
rifugiarsi a Fosses, presso Namur, dove morì nel 1258.
Nel frattempo, Giacomo Pantaleon aveva fatto carriera.
Era diventato vescovo di Verdun, aveva svolto diverse missioni delicate per
incarico di Papa Innocenzo IV ed era stato poi nominato patriarca di Gerusalemme.
Nel 1261, tre anni dopo la morte di Giuliana, il
cardinale Giacomo Pantaleon si trovava a Viterbo in cerca di aiuto per i
cristiani oppressi di Oriente, quando Papa Alessandro IV, che aveva portato
la Corte papale a Viterbo, morì. Pantaleon si fermò per il Conclave e venne
eletto Papa. Prese il nome di Urbano IV.
Non aveva dimenticato suor Giuliana e le richieste che
la mistica aveva ricevuto da Gesù. Ora che era Papa, poteva realizzarle.
In gran segreto, preparò la bolla Transiturus con la quale intendeva estendere la
Festa del Corpus Domini a tutta la Chiesa, e nella quale affermava la
tradizionale Verità della Chiesa sulla Eucaristia, e attendeva il momento
opportuno per pubblicarla. L’evento di Bolsena fu per lui un “segno” e l’11
agosto 1264, un anno dopo tali fatti, rese pubblica la bolla estendendo la
Festa a tutta la Chiesa.
Il miracolo di Bolsena è molto famoso anche presso i non
credenti, perché ha dato origine al Duomo di Orvieto, capolavoro di sovrumana
bellezza architettonica, e al celeberrimo affresco di Raffaello, La Messa di Bolsena, che si trova nella Stanza di
Eliodoro, una delle famose quattro stanze vaticane affrescate da Raffaello tra
il 1508 e il 1520.
(La seconda parte di questo servizio, dedicata ai
sorprendenti risultati delle analisi di laboratorio sulle reliquie del Miracolo
di Bolsena, è on line nel sito di Zenit.org)
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