Lo scorso
2 giugno si è svolto l’ormai “tradizionale” pellegrinaggio di S. Em.za Rev.ma
Card. Raymond Leo Burke. Quest’anno il luogo prescelto è stato il Santuario
Micaelico del Gargano. Nell’occasione, come avvenuto già dal 2011, S. Eminenza
ha generosamente voluto incontrare i membri della Scuola Ecclesia Mater,
i cui ministranti hanno prestato il servizio liturgico.
Il
Cardinale, giunto sin dal tardo pomeriggio del 1° giugno, ha avuto modo di
visitare il Santuario di S. Michele, nonché il suo Museo devozionale, le Cripte
ed il Museo lapideo. Al termine della visita, la mattina del 2, alle ore 12,00,
è stata celebrata la Santa Messa prelatizia in forma straordinaria, secondo le
prescrizioni del m.p. Summorum Pontificum, a cui ha partecipato inaspettatamente
un gran numero di fedeli.
Al
termine, S. Eminenza ha pranzato nella foresteria del Santuario “Casa del
pellegrino” con i membri della Scuola e, prima di ripartire per Roma, ha voluto
salutare personalmente tutti i partecipanti.
Pubblichiamo
qui di seguito il testo dell’omelia che ha dettato durante la Celebrazione Eucaristica.
Alcune fotografie significative possono trovarsi più avanti.
CARD. RAYMOND L. BURKE
OMELIA
MISSA VOTIVA APPARITIONIS S. MICHAËLIS ARCHANGELI
PELLEGRINAGGIO AL SANTUARIO DI MONTE SANT’ANGELO
GARGANO IN PUGLIA
2 GIUGNO 2014
Ap 1,
1-5
Mt 18,
1-10
Sia lodato Gesù Cristo, ora e sempre.
Oggi
abbiamo lasciato la nostra vita ordinaria quotidiana per compiere un pellegrinaggio
a questo luogo straordinario reso sacro dall’apparizione di San Michele
Arcangelo al Vescovo di Siponto, San Lorenzo Maiorano, alla fine del quinto secolo,
“dicendogli di consacrare la caverna come suo celeste santuario in terra”[1]. Da quel momento
questa caverna è diventata il posto privilegiato per implorare l’intercessione
e l’aiuto di San Michele Arcangelo. L’evento straordinario dell’incontro con il
Principe dei Serafini è tradizionalmente ricordato nella Sacra Liturgia il
giorno 8 maggio. I testi della Sacra Scrittura, assegnati per la Festa, ci
illuminano sul senso più profondo dell’apparizione di San Michele e del nostro
pellegrinaggio al luogo della sua apparizione.
Nel Vangelo i discepoli manifestano
al Signore il loro desiderio d’essere grandi nel Suo regno. Il loro desiderio
era in sé retto e giusto, ma non hanno capito la natura spirituale e eterna del
regno dei cieli. Nella risposta il Signore insegna loro la via della grandezza
nel suo regno che è l’infanzia spirituale, cioè l’umile riconoscimento che
tutto quello che siamo e abbiamo dipende assolutamente da Dio come da fonte per
la quale ogni creatura e, in modo particolare, l’uomo, l’unica creatura terrena
fatta a Sua immagine, è e continua ad esistere. Per il rapporto del tutto
speciale dell’essere umano con Dio, l’umiltà del vero figlio di Dio è
accompagnata dalla fiducia nella bontà di Dio che sempre provvede, con
incommensurabile e incessante amore, per la Sua creazione e soprattutto per i
Suoi prediletti figli, creati per avere comunione con Lui. Il più grande nel
regno dei cieli è perciò “chiunque diventerà piccolo come [un] bambino”[2].
Così il Signore si identifica con
i bambini spirituali: “E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome
mio, accoglie me”[3]. Il Signore infatti è il grande
maestro dell’infanzia spirituale, vivendo in totale obbedienza al Padre e
svuotandoSi totalmente nel fare la volontà del Padre che è la salvezza del
mondo.
Insegnando la via dell’infanzia
spirituale, il Signore subito ammonisce i discepoli contro lo scandalo, il
comportamento che indurrebbe altri nella confusione e errore sulla via alla
felicità eterna. Lo scandalo condurrebbe il prossimo nella via di superbia, la
via esattamente opposta all’infanzia spirituale. Lo scandalo confonde il bene e
il male, perfino pretendendo che il male è il bene e il bene è il male. Il
giudizio del Signore sull’operatore di scandali è immediato e severissimo: “Chi
invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe
meglio per lui chi gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e
fosse gettato negli abissi del mare”[4]. Il Signore sapeva bene
che Satana e le sue coorti non dormono mai e sono sempre al lavoro per creare
lo scandalo che apre lo spazio al male e ai suoi frutti, il peccato e la morte
eterna. Per questa ragione, nell’insegnamento sull’infanzia spirituale, Egli ha
subito fatto un discorso inequivocabile sul pericolo reale dello scandalo.
Ma l’insegnamento del Signore ci
dà conforto e fiducia anche per quanto riguarda le insidie e gli assalti di
Satana. Ammonendo i discepoli contro il disprezzo dell’infanzia spirituale, il
Signore dichiara: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli,
perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre
mio che è nei cieli”[5]. Dio, nella Sua infinita bontà,
ha disposto che i Suoi ministri celesti, gli angeli, abbiano, allo stesso tempo,
cura degli uomini. Gli angeli, sotto il loro capo supremo, Michele, mentre sono
sempre in coro al servizio del Signore, salvaguardano la nostra via quotidiana.
Così, nella visione apocalittica di San Giovanni Evangelista, è l’angelo che
comunica la rivelazione per la nostra beatitudine sia terrena sia celeste. Ecco
la parola ispirata:
In quei giorni: Dio rivelò ciò che doveva accadere,
comunicandolo per mezzo del suo angelo al suo servo Giovanni, il quale ha
attestato la parola di Dio e la testimonianza di Cristo in tutto quello che ha
veduto. Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa
profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte [6].
Infatti, nella visione concessa a
San Giovanni, “Michele e i suoi angeli”[7] combattono con “il
grande drago, il serpente antico, colui che è chiamato diavolo e il Satana e
che seduce tutta la terra abitata”[8].
Nella loro cura per noi e per la
nostra salvezza eterna, gli angeli ci aiutano a pregare e soprattutto ad
offrire il culto retto e giusto a Dio. Come afferma la parola ispirata del Libro
dell’Apocalisse: “E dalla mano dell’angelo il fumo degli aromi salì davanti a
Dio, insieme alle preghiere dei santi”[9]. Infatti nei testi
per la Santa Messa, specialmente nel Missale Romano di San Pio V, è frequente
la menzione degli angeli e specialmente del loro capo, San Michele. Sappiamo
che l’Angelo Santo del quale i testi liturgici parlano è San Michele, “l’Angelo
per eccellenza”[10].
Oggi, in pellegrinaggio al
Santuario di San Michele, siamo consci delle insidie e degli attacchi di
Satana, di cui noi e i nostri confratelli siamo l’oggetto. Veramente, contemplando
l’errore e la confusione per quanto riguarda i precetti più fondamentali della
legge morale, che, come ha ricordato più volte il nostro Santo
Padre, sono pervasivi nella società odierna e
che tentano perfino di entrare dentro la Chiesa, sentiamo fortemente il bisogno
di invocare l’intercessione e l’aiuto di San Michele. San Giovanni Paolo II, venendo
qui in pellegrinaggio il 24 maggio 1987, riferendosi al testo della Prima
Lettera di San Pietro[11] sulla lotta costante che dobbiamo intraprendere con
le menzogne di Satana, ha dichiarato:
Per quanto frammentarie, le notizie della Rivelazione
sulla personalità ed il ruolo di San Michele sono molto eloquenti. Egli è l’Arcangelo
che rivendica i diritti inalienabili di Dio. È uno dei principi del Cielo
eletto alla custodia del Popolo di di Dio, da cui uscirà il Salvatore. Ora il
nuovo popolo di Dio è la Chiesa, Ecco la ragione per cui Essa lo considera come
proprio protettore e sostenitore in tutte le sue lotte per la difesa e la diffusione
del regno di Dio sulla terra. È vero che «le porte degli inferi non
prevarranno», secondo l’assicurazione del Signore, ma questo non significa che
siamo esenti dalle prove e dalle battaglie contro le insidie del maligno.
In questa lotta, l’Arcangelo Michele è a fianco della
Chiesa per difenderla contro le nequizie del secolo, per aiutare i credenti a
resistere al Demonio che «come leone ruggente va in giro cercando chi
divorare».
Questa lotta contro il Demonio, che contraddistingue la
figura dell’Arcangelo Michele, è attuale anche oggi, perché il Demonio è
tuttora vivo e operante nel mondo.[12]
Il 24 aprile 1994, alla recita
della Regina Coeli, lo stesso San Giovanni Paolo II, riferendosi
alla “battaglia spirituale”, descritta nel Libro dell’Apocalisse, ha raccomandato
la recita della tradizionale preghiera per l’intercessione di San Michele, che
Papa Leone XIII ha ordinato che si recitasse al termine della Santa Messa “per
ottenere di essere aiutati nella battaglia contro le forze delle tenebre e
contro lo spirito di questo mondo”[13].
Capiamo bene la saggezza della
raccomandazione di San Giovanni Paolo II, come la saggezza della Chiesa lungo i
secoli, nell’esortarci a pregare contro le insidie di Satana e delle sue
coorti. Specialmente oggi raccogliamo tutte le intenzioni di quelli che sperimentano
l’influsso di Satana nella loro vita e nel mondo, affidandole all’intercessione
di San Michele Arcangelo e di tutti gli angeli e i santi.
Leviamo adesso il nostro cuore, uno
con il Cuore Immacolato di Maria, al Sacratissimo Cuore di Gesù trapassato e
aperto a riceverci in ogni momento. Per l’intercessione di San Michele,
chiediamo la grazia di offrire il vero culto a Dio che ci purifica da ogni
peccato e ci fortifica con la grazia divina per affrontare le molte sfide che
ci attendono nella nostra vita personale e nella vita della Chiesa e
specialmente per riconoscere e resistere alle insidie di Satana, mettendoci sempre
sotto la protezione di San Michele Arcangelo e perciò evitando ogni pericolo di
scandalo. Preghiamo con la preghiera tradizionale insegnataci da Papa Leone
XIII:
O Arcangelo San Michele, difendici nella lotta; contro le
perfide insidie del demonio sii nostro presidio. “Lo respinga Iddio!”,
imploriamo supplichevoli. E Satana e gli altri spiriti del male che si aggirano
nel mondo a rovina delle anime, tu, Principe delle schiere angeliche, ricaccia
nell’Inferno con la forza di Dio. Così sia.
Cuore di Gesù, fonte di vita e di
santità, abbi pietà di noi.
O Maria concepita senza peccato,
pregate per noi che ricorriamo a Voi.
San Michele Arcangelo, prega per
noi.
San Giuseppe, Padre putativo di
Nostro Signore Gesù Cristo e vero Sposo di Maria Vergine, prega per noi.
[1] Marcello Stanzione, Gli arcangeli Michele il Guerriero, Gabriele il Messaggero, Raffaele il Guaritore, Milano, Sugarco Edizioni, 2011, p. 45.
[2] Mt 18, 4.
Nessun commento:
Posta un commento