Jean-Paul Laurens, La scomunica di Roberto il Pio (a. 998), 1875, musée d'Orsay, Parigi
Il quadro del pittore francese Laurens raffigura un
celebre fatto storico, che vide coinvolto Roberto II, detto il Pio (972 –1031),
re di Francia dal 996 al 1031 e duca di Borgogna dal 1004 al 1016.
Il sovrano, figlio di Ugo Capeto, sposato non per
amore, ma per interessi politici alla figlia del re d'Italia, Berengario II,
Rosala, vedova del conte di Fiandra Arnolfo II, e più anziana di lui di
vent'anni, si era innamorato della moglie del conte di Chartres, Oddone I di
Blois, cioè Berta di Borgogna, di cui il re era cugino. Rimasta vedova, il sovrano francese ripudiò la moglie ormai sterile e sposò in seconde nozze, alla morte di Ugo Capeto (il quale si era opposto alla relazione), nel 996, la vedova del conte Oddone.
Il papa Gregorio V minacciò la scomunica al re (ed alla seconda moglie) e l'interdetto sulla Francia; ordinò che Roberto lasciasse Berta e comminò al sovrano sette anni di penitenza. Il re di Francia fu però irremovibile: non poteva lasciare la donna, essendone profondamente innamorato.
Nel 998, un apposito sinodo romano, convocato dal papa, scomunicò il re e la Francia fu colpita dall'interdetto: "Ut Rex Robertus consanguineam suam Bertam, quam contra leges in uxorem duxit, derelinquat et septem annorum poenitentiam agat secundum praefixos Ecclesiasticos gradus, judicatum est: quod si non fecerit, anathema sit. Idemque de eadem Berta fieri praeceptum est" (can. 1, Concil. Rom.
Morto il papa e salito al Soglio pontificio il francese Gerberto di Aurillac, che assunse il nome di Silvestro II (999-1003), e che era stato maestro di Roberto a Reims, la situazione mutò. Il nuovo Pontefice tolse le censure ecclesiastiche maggiori (la scomunica e l'interdetto) lasciando solo i sette anni di penitenza. Alla fine, nel 1001, il re lasciò Berta poiché quel secondo matrimonio non aveva dato frutti (solo un figlio nato morto).
Augustinus Hipponensis
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