Haydn
e l’Inno vincente
di Vito Abbruzzi
Il Mondiale di
calcio, tra mille malumori, è finalmente terminato, e con esso – si spera – le
relative “tecniche di distrazioni di
massa” (così come denunciato qualche giorno fa sul nostro blog). Un Mondiale
che ha premiato in finale gli indefessi giocatori tedeschi contro i
determinati, ma inconcludenti, giocatori argentini, dopo aver annientato quelli brasiliani, padroni di
casa: annichiliti dalla superiorità teutonica.
Chi ha seguito e continua
a seguire tutta la vicenda legata alla amara
quanto vergognosa disfatta del
Brasile, battuto per sette reti a uno
dalla impavida e spregiudicata Germania, nella partita della semifinale del
mondiale di calcio giocata l’otto luglio scorso, sicuramente sta trovando
giustificazioni tutte degne di attenzione. Una cosa, però, non si sta dicendo,
o, meglio, la si sta sottacendo: il totale timore
riverenziale che i giocatori tedeschi sono stati capaci di incutere in
quelli brasiliani dopo il secondo gol segnato contro di questi. E non solo nei
giocatori, ma anche negli stessi tifosi verde-oro
presenti nello stadio di Belo Horizonte, che, a un certo punto – dopo il quinto
gol subito dalla propria Nazionale – hanno incominciato ad applaudire la
Nazionale avversaria, dimostrando grande sportività.
Che la Germania da
sempre incuta un certo timore riverenziale, è un fatto ormai assai risaputo;
timore che è a tutti livelli: non solo calcistico. Quello calcistico è soltanto
lo specchio di una superiorità che la nazione germanica è stata ed è capace di
dimostrare, non solo in campo politico-finanziario, ma anche culturale: poetico
e musicale. I più grandi scrittori e musicisti li vanta proprio la Germania! Il
professor Mons. Luigi Gallo (1882-1973), canonico della Cattedrale di
Conversano e grande esperto di musica sinfonica, era famoso per prediligere le
“tre bi” (BBB): Bach, Beethoven, Brahms, delle cui esecuzioni era molto
patito, commuovendosi sino alle lacrime. Ma non va affatto trascurato quello che
viene onorato del titolo di “padre della sinfonia”: Franz Joseph Haydn (Rohrau, 31 marzo 1732 – Vienna, 31 maggio 1809) – che, o per vezzo o per convenzione, nella firma delle partiture e nelle edizioni a stampa
delle sue opere usava spesso la forma italiana “Giuseppe Haydn” – autore
dell’inno della Repubblica Federale Tedesca Deutschland, Deutschland über Alles (si veda questa magistrale esecuzione): orgoglio e vanto della popolazione germanica,
compresa quella naturalizzatasi tale.
E, in verità, quello
tedesco è, per melodia, l’inno più bello al mondo. C’è poco da discutere!
E non solo perché
trattasi di “melodia assai orecchiabile”
(come si legge sul sito La Puta. Geografia insolita),
ma perché nella sua esecuzione musicale il brano risulta essere “maestoso e ben legato” (così come è
scritto nella partitura arrangiata dal M° M. Marinai, riportato nel sito Inni nazionali): esattamente come lo sono tutti gli inni sacri
composti dallo stesso Haydn, che fu per moltissimi anni maestro di cappella (Kapellmeister). Tra questi certamente il più popolare e ancor oggi cantato in tutte
le chiese dell’orbe cattolico è il suo Tantum ergo (si veda l’intensa interpretazione vocale del M° Giovanni Vianini di Milano; per lo spartito si veda qui): secondo solo a quello
gregoriano “Modo III”. E questo perché Joseph
Haydn fu “fervente e devoto cattolico, usava vergare Laus
Deo o espressioni simili alla fine dei manoscritti, e si dedicava alla
preghiera quando le idee
musicali stentavano a prendere forma sulla carta” (Wikipedia).
Non fa, dunque,
meraviglia se poi la stessa melodia dell’inno tedesco sia stata adattata alla esecuzione
del Tantum ergo (come si può ben
notare in questo video postato su Youtube), perché in vero “sia lode e giubilo, acclamazione,
onore, virtù e benedizione (laus et
jubilatio, salus, honor, virtus quoque sit et benedictio)” alla Maestà
divina.
Concludo con questo pensiero
dell’insigne liturgista, l’Abate Caronti, da fissare bene nella mente… e nel
cuore:
«Cos’è dunque la Liturgia cattolica? La Liturgia
cattolica è la forma autentica con la quale la santa famiglia di Dio, la Chiesa
cattolica, rende onore, rende omaggio, rende il suo servizio religioso al Padre
che è nei Cieli, in unione a Cristo, in unione con i fratelli in Cristo. Culto
esteriore e culto interiore, ma culto interiore ed esteriore armonicamente
fusi, perché le lodi, i canti di lode che si levano al Signore sono l’espressione
della vita intima di Dio, la Santissima Trinità. Tutta la famiglia di Dio,
tutta l’universalità si trasforma in un canto, in un inno, in un’orchestra
universale, in una sinfonia che canta il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo».
Così è! Così
sia!
Thomas Hardy, Ritratto di Haydn, 1792
Nessun commento:
Posta un commento