giovedì 24 luglio 2014

La leggenda di Santiago Matamoros

Nella Vigilia della festa di San Giacomo il Maggiore, Apostolo, nel commemorare le innumerevoli vittime cristiane delle persecuzioni islamiche del neo-califfato iracheno, è bello e significativo ricordare che l'autentico spirito del Cristianesimo non si nutra di un vacuo pacifismo. 
Al contrario, la fede cristiana, nei secoli passati, a differenza dell'odierno corso impresso ad essa per ragioni alla medesima estranee, era intesa sì come pacifica, amante della Vera Pace (quella cioè che viene dal Divin Redentore, Pax Christi in Regno Christi, e che nell'inno del Christus vincit si implora: Témpora bona véniant, pax Christi véniat, regnum Christi véniat!). Non è pacifista (o "pacifinta"), che è il risvolto ipocrita della neutralità. I cristiani sapevano, in effetti, ad un tempo, anche combattere a difesa dei loro inermi fratelli di fede contro la soverchiante dominazione islamica, senza trincerarsi in vuoti ed estenuanti dialogogismi ad oltranza (anche quando c'è ben poco su cui "dialogare"), che si traducono quasi sempre in cedimenti ed umiliazioni per la fede cristiana e/o la morale.
Simbolo di questa lotta, ma al contempo della Vera Pace, è San Giacomo, che gli iberici chiamavano emblematicamente "matamoros", "uccisore di Mori", elevato ad emblema della Reconquista, che ebbe il suo culmine il 2 gennaio 1492, allorché Ferdinando II d'Aragona ed Isabella di Castiglia, Los Reyes Católicos, con la conquista di Granada, espulsero dalla Penisola iberica l'ultimo dei governanti musulmani, Boabdil di Granada, unendo gran parte di quella che è la Spagna odierna sotto un unico Regno (la Navarra verrà incorporata solo nel 1512).


Francisco Pradilla, La resa di Granada, 1882, Palacio del Senado, Madrid

Secondo la leggenda, San Giacomo sarebbe apparve in sogno al re Ramiro I delle Asturie, assicurandogli il suo aiuto e la vittoria sui musulmani, condotti dall'emiro Abū l-Muṭarraf ʿAbd al-Raḥmān ibn al-Ḥakam, o più semplicementeʿAbd al-Raḥmān II, nella celebre battaglia di Clavijo, che sarebbe stata combattuta l'indomani, il 23 maggio 844. 
Il giorno della battaglia, il Santo Apostolo, in sella al suo bianco destriero, combatté contro le forze nemiche, riuscendole a sconfiggere, assicurando così alle truppe cristiane il trionfo e risparmiando alle famiglie cristiane il pagamento del pesante tributo delle cento giovinette (o "donzelle"), che era stato imposto dall'emirato di Cordova al discusso sovrano Mauregato delle Asturie circa settant'anni prima per garantirgli la corona.



Santiago matamoros, XVIII sec., Basilica di San Giacomo, Santiago de Compostela

Scuola spagnola, Santiago Matamoros, XVII sec., collezione privata

Giovanni Battista Tiepolo, S. Giacomo il Maggiore conquista i Mori, 1749-50, Szépművészeti Múzeum, Budapest

Paolo di San Leocadio, Santiago Matamoros, 1513-19, Chiesa di San Giacomo, Villa Real

Francisco Camilo, S. Giacomo a cavallo o Matamoros, 1649, museo del Prado, Madrid

Juan Carreño De Miranda, S. Giacomo Maggiore (“matamoros”, cioè “uccisore di mori”) nella battaglia contro i Mori a Clavijo, 1660, Szépművészeti Múzeum, Budapest

Francisco Ribalta, S. Giacomo Maggiore nella battaglia contro i Mori a Clavijo, 1603, Chiesa di San Jaime Apóstol, Algemesí


José Casado del Alisal, S. Giacomo Maggiore nella battaglia contro i Mori a Clavijo, 1889, Chiesa di San Francisco el Grande, Madrid

Nessun commento:

Posta un commento