Linum fumigans non
extinguet, donec ejiciat ad victoriam judicium!
di Vito Abbruzzi
È La promessa stessa di
Gesù, il quale ci assicura che “non spegnerà il lucignolo fumigante, finché
abbia fatto trionfare la giustizia” (Mt 12, 20): una promessa davvero mantenuta
col regalo fatto alla sua Chiesa – sette anni fa – della Lettera Apostolica,
data sotto forma di Motu Proprio, Summorum Pontificum, sulla “Liturgia romana anteriore alla riforma del
1970”.
Quel 7 luglio del 2007 passerà alla Storia!
Anzi, è già passato … e il suo ricordo molto difficilmente potrà, in futuro, cadere nell’oblio.
Sì, perché non si tratta di storia qualsiasi, ma di storia della Salvezza, in cui a operare è Dio stesso, il quale “sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti” – eppure efficaci! – come il suo Servo Benedetto XVI.
E a questi va tutta la nostra gratitudine, per aver saputo interpretare i segni dei tempi, in cui i diritti di Dio sono fortemente messi in discussione, innanzitutto e soprattutto nella Liturgia romana. E perciò vanno ribaditi. Ma con lo stile di questo Papa, sempre fedele al suo Signore, che senza contendere, né gridare, né tanto meno facendo udire sulle piazze la propria voce (cfr. Mt 12, 19), ha avuto il coraggio di promulgare la suddetta Lettera Apostolica – che tanto ci sta a cuore! –, affinché la «Chiesa di Cristo offrisse alla Divina Maestà un culto degno, “a lode e gloria del Suo nome” ed “ad utilità di tutta la sua Santa Chiesa”».
Quel 7 luglio del 2007 passerà alla Storia!
Anzi, è già passato … e il suo ricordo molto difficilmente potrà, in futuro, cadere nell’oblio.
Sì, perché non si tratta di storia qualsiasi, ma di storia della Salvezza, in cui a operare è Dio stesso, il quale “sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti” – eppure efficaci! – come il suo Servo Benedetto XVI.
E a questi va tutta la nostra gratitudine, per aver saputo interpretare i segni dei tempi, in cui i diritti di Dio sono fortemente messi in discussione, innanzitutto e soprattutto nella Liturgia romana. E perciò vanno ribaditi. Ma con lo stile di questo Papa, sempre fedele al suo Signore, che senza contendere, né gridare, né tanto meno facendo udire sulle piazze la propria voce (cfr. Mt 12, 19), ha avuto il coraggio di promulgare la suddetta Lettera Apostolica – che tanto ci sta a cuore! –, affinché la «Chiesa di Cristo offrisse alla Divina Maestà un culto degno, “a lode e gloria del Suo nome” ed “ad utilità di tutta la sua Santa Chiesa”».
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