giovedì 14 agosto 2014

IN VIGILIA ASSUMPTIONIS B. MARIÆ VIRGINIS

Tra le feste Mariane, quella della dormitio (κοίμησιςsanctæ Mariæ (κοίμησις της Θεοτόκου), o della sua corporea assunzione in cielo, fu fin dall’antichità la più celebre e la più solenne.
Essa attingeva direttamente dalla tradizione gerosolomitana, dove sin dai tempi più remoti (almeno dal III sec. d.C., ma la tradizione orale è più antica) si ricordava la dormizione della Vergine sul monte Sion, in Gerusalemme, ed il trasporto del corpo, ad opera degli Apostoli e della primitiva comunità dei credenti, presso la sua tomba, posta vicino al Monte degli Ulivi, vicino al Getsemani, in un wādī, cioè in un letto di un torrente, ormai secco, scavato tra le rocce, dove l’imperatrice Eudossia vi aveva fatto erigere una basilica.
Ancora oggi, gli Orientali, in occasione della festività ortodossa della Dormizione, percorrono, in processione, il tratto di strada che dal Monte Sion (o meglio dal Sion cristiano), luogo tradizionale della Dormizione, scende alla Tomba di Maria.
Vieni in pace perché le schiere celesti attendono te e che io ti introduca tra le gioie del Paradiso”, sulla base di queste parole del Cristo – riportate dall’apocrifo Transitus Virginis o Dormitio Mariae – la Vergine Madre si sarebbe, dunque, addormentata nel Signore, a Gerusalemme, per poi risvegliarsi, in anima e corpo, senza conoscere – analogamente alla sorte del corpo del Figlio – alcun segno di corruzione o decomposizione, in Paradiso.
Il fatto che la Madonna sia nata ed addormentasi nel Signore a Gerusalemme fa sì che ella sia considerata come la più illustre cittadina della Città Santa. Per questo è venerata come Ιεροσολυμίτισσα, Jerosolymitissa, cioè Gerosolomitana. E sotto questo titolo è veneratissima dai cristiani un'icona della Παναγία, Panaghia, Tuttasanta, col Bambino, in un'edicola dietro il banco di pietra, all'interno della Tomba della Vergine a Gerusalemme.

Icona della Dormizione della Beatissima Vergine Maria, Madre di Dio, XVI sec.



El Greco, Dormizione della Vergine, 1567, Cattedrale, Ermopoli

Icona della Dormizione, Tomba della Vergine Maria, Gerusalemme 

Lecomte du Noüy, Donne cristiane alla tomba della Vergine, 1871, collezione privata





Icona ed edicola della Jerosolymitissa, Tomba della Vergine Maria, Gerusalemme


Tornando alla Dormizione, l’apocrifo suddetto, risalente secondo una tradizione ad un discepolo di san Giovanni l’Evangelista, tale Leucio, sebbene ne abbiamo una versione scritta risalente soltanto al IV-V sec. d.C., in verità, potrebbe aver avuto una redazione primitiva “ad un periodo assai anteriore al IV secolo”, come autorevolmente sosteneva il celebre frate-archeologo, P. Beniamino Bagatti (Le due redazioni del “Transitus Mariae”, in Marianum, 32 (1970), pp. 279-287), il quale ravvisava una grande coincidenza di dati tra il testo e le scoperte archeologiche: ad es., le tre camere sepolcrali messe in luce dagli scavi nella c.d. Tomba di Maria corrispondono alle tre camere descritte nella versione siriana del documento.
La data dell’odierna festa, al 15 agosto, però, non fu fissata in relazione alla Dormizione di Maria. In effetti, originariamente, in questa data si commemorava la dedicazione del santuario bizantino del Kathisma (cioè del RiposoRequies in latino) di Maria, vicino al monastero di Mar Elias, ed oggi, anche al Kibbutz Ramat Rachel, sulla strada tra Gerusalemme e Betlemme, ad opera del vescovo di Gerusalemme Giovenale (456 d.C.) (su questo sito, v. qui e qui con la lezione di P. Eugenio Alliata). In questo luogo si ricordava che Maria, in prossimità di Betlemme, prima di partorire il Figlio di Dio, si sarebbe riposata, sedendosi su una pietra, che si conservava al centro del Santuario ottagonale (i cui resti sono tuttora visibili).

Mosaico della palma con i frutti decisamente "sproporziati", resti della chiesa del Kathisma, Betlemme

Lavori di scavo e pulitura del mosaico, chiesa del Kathisma


Veduta area dei resti della chiesa del Kathisma

Le letture di questo giorno ricordavano il parto della Vergine (Is. 7, 10-15; Gal. 3, 29-4,7; Lc. 2, 1-7), alludendo alla maternità divina e salvifica di Maria e non già alla sua Assunzione.
Tuttavia, a seguito dell’ampia diffusione dell’apocrifo sopraricordato, fu quasi naturale ricollegare ed evocare il “riposo” di Maria alla sua “dormizione” corporale, cioè al suo “riposo” definitivo, distaccandosi sempre più il ricordo dalla Maternità a favore di quello dell’Assunzione.
Verso il VI sec. questo passaggio poteva dirsi compiuto ed il 15 agosto – come sancito dall’imperatore Maurizio alla fine del VI sec. – indicò definitivamente la Dormizione della Santa Vergine, celebrata con grande solennità con un riposo festivo e che dalla Vita di San Teodoro di Gerusalemme (+ 529 d.C.) apprendiamo era celebrata con la partecipazione di una grande folla (per approfondimenti sulle origini della festa dell'Assunzione, v. il saggio di Frédéric Manns, OFM, in AA. VV., L'Assunzione di Maria Madre di Dio. Significato storico-salvifico a 50 anni dalla definizione dogmatica, PAMI, Città del Vaticano 2001, pp. 169-182; Simon Claude Mimouni, Dormition et Assomption de Marie. Histoire de traditions anciennes, Paris, 1995, passim).
La festa giunse a Roma nel secolo successivo. Qui si celebrava una messa nella basilica Liberiana, la quale poneva termine alla lunga processione, o fiaccolata, che si snodava per le vie di Roma durante la nottata.
L’autore di questa processione notturna di clero e di popolo, fu san Sergio I (papa dal 687 al 701). San Leone IV (papa dall’847 all’855) fu ripristinata, dopo che era caduta in una certa dimenticanza, semplicemente richiamando in vigore l’uso del suo predecessore, sebbene verosimilmente introducesse l’ufficio e la messa vigiliale, nonché la dotasse di un’ottava: farebbe pensare ciò la circostanza che alcuni antichissimi lezionari ed evangeliari non contemplino alcuna lettura per questa vigilia se non a partire da una certa epoca, appunto dal IX sec.
Verso il X sec. l’odierna solennità crebbe di proporzioni ed il corteo, invece che da Sant’Adriano al Foro, partiva addirittura dalla residenza papale del Laterano, colle icone del Salvatore e della Theotokos, cinti da centinaia di luci.
Fuori di Roma, in moltissimi luoghi d’Italia venne ricopiata per la vigilia dell’Assunzione la commovente usanza della Città Eterna; ed ancora adesso in alcuni paesi del Latium, questa sera si formano due processioni, una coll’immagine del Salvatore, l’altra con quella di Maria Santissima, che muovono alla volta una dell’altra. Quando i due cortei s’incontrano, i portatori delle due icone si scambiano il bacio della pace; il celebrante allora offre l’incenso alle sante immagini, il Cristo prende la destra, la Vergine la sinistra, e così in processione trionfale si conclude ad una qualche chiesa dedicata alla Madonna, ove s’incomincia la festa dell’Assunta.
Giusta l’XI Ordo Romanus, la mattina del 14 agosto il Papa coi cardinali, digiuni ed a piedi scalzi, si recavano nell’oratorio di san Lorenzo nel Patriarchium, ove facevano sette genuflessioni innanzi l’icona bizantina del Salvatore che ancor oggi vi si custodisce. Allora il Pontefice ne scopriva lo sportello, ed al canto del Te Deum la deponeva in piano, cioè la discendeva perché nella sera seguente potesse esser portata in processione dai diaconi cardinali.
I vespri e l’ufficio vigiliare di nove lezioni, sull’imbrunire, erano cantati a Santa Maria Maggiore; quindi il Pontefice e tutto il clero tornavano in Laterano per cominciare la processione notturna (cfr. A. I. SchusterLiber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano – VIII. I Santi nel mistero della Redenzione [le Feste dei Santi dall’Ottava dei Principi degli Apostoli alla Dedicazione di san Michele], Torino-Roma, Marietti, 1932, pp. 180-181).

Hugo van der Goes, Il transito della Vergine, 1480 circa, Groeninge Museum, Bruges


Duccio da Buoninsegna, Annuncio di morte alla Vergine, 1308-11, Museo dell’Opera del Duomo, Siena; la palma è simbolo di morte e del paradiso


Buoninsegna, Commiato da S. Giovanni, con arrivo di tutti gli Apostoli, 1308-11, Museo dell’Opera del Duomo, Siena

Buoninsegna, Commiato dagli apostoli, 1308-11, Museo dell’Opera del Duomo, Siena




Buoninsegna, Dormizione della Vergine, 1308-11, Museo dell’Opera del Duomo, Siena. Anche qui compare la palma



Buoninsegna, Funerale della Vergine, 1308-11, Museo dell’Opera del Duomo, Siena. La salma è preceduta dalla palma

Buoninsegna, Sepoltura della Vergine, 1308-11, Museo dell’Opera del Duomo, Siena. Qui pure vi è il simbolo della palma.

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