La vita di santa Giovanna
Francesca de Chantal ha offerto una risposta in senso affermativo alla domanda del Signore.
Ieri, commemorando il
centenario del pio transito di san Pio X, proponevano all’attenzione un film –
l’unico per la verità – dedicato alla vita del santo pontefice, “Gli uomini
non guardano il cielo”. Ad un tratto, si racconta un episodio reale della biografia
del papa, allorché era Patriarca a Venezia. Recatosi presso la ricca dimora di
una nobildonna della città lagunare, in procinto di divorziare dal marito, in
Ungheria (all’epoca in Italia non esisteva il divorzio!), questa lamentava come
la sua esistenza fosse stata infelice e la Provvidenza parecchio ingiusta con
lei e che, perciò, aveva “diritto ad un’altra storia”, a rifarsi una vita. Il
santo Patriarca replicava che “di fronte a Dio non si hanno diritti, ma solo
doveri” e che col divorzio in procinto di ottenerlo grazie alla sua ricchezza,
in verità, non si accomodava nulla soprattutto “quando si decide di vivere in
peccato mortale”. La donna, quindi, obiettava che aveva diritto di rifarsi una
vita e che non poteva sacrificare tutta la sua vita ad un manigoldo, che l’aveva
quasi impoverita: aveva, dunque, diritto all’amore. Il Patriarca, quindi,
indicando il Cielo, ricordava alla donna che “c’è un solo amore che non può
essere sacrificato ed è l’amore di Dio. Certo è un amore difficile, perché tutto
dà e niente chiede, quell’amore è abnegazione, è carità”. Per questo, la donna
non poteva disertare il campo di battaglia che Dio le aveva assegnato, perché,
così facendo, avrebbe perso un’anima (quella del marito peccatore) ed avrebbe
perso certamente se stessa.
Come ieri, dunque,
questo film ci ha ricordato che c’è un Amore superiore, che non può essere
sacrificato, così oggi l’odierna memoria di santa Giovanna Francesca.
Ella, discepola di san
Francesco di Sales, fece onore al suo maestro e gli dimostrò che, senza
ricorrere necessariamente a quelle forme speciali e trascendenti di santità che
troviamo presso i Padri del deserto, si poteva giungere al sommo della
perfezione cristiana amando Dio appassionatamente e compiendo i doveri del
proprio stato, nella quadruplice situazione di sposa, di madre, di vedova e di
religiosa, volta a volta vissuta dalla nostra santa.
Alla scuola del santo
Vescovo di Ginevra, la santità di Giovanna Francesca diventò amabile, gentile e
non diede più quell’impressione di malinconia che una virtù esordiente poteva
causare a coloro che ne furono testimoni.
Madame de Chantal aveva
affidato la direzione della sua anima a san Francesco di Sales, tanto che i
suoi domestici dicevano a questo riguardo: «Il
primo confessore di Madame la faceva pregare tre volte al giorno e, per questo,
ci annoiavamo molto. Il Monsignore di Ginevra, al contrario, la fa pregare
ora continuamente e questo non importuna più nessuno» («Le premier conducteur de Madame ne la faisait
prier que trois fois, et nous en étions tous ennuyés; mais Mgr de Genève la
fait prier à toutes les heures, et cela n’incommode personne») (Françoise M. De Chaugy,
Giovanna Francesca di
Chantal. Memoria della vita edelle virtù,
Roma 2010, p. 72. Cfr. Id.,
Sainte Jeanne-Françoise
Frémyot de Chantal, sa vie et ses œuvres ).
Uno dei momenti più
penosi della sua vita fu quello in cui dovette separarsi dai suoi.
In quell’istante, la
nostra Santa dové sperimentare le parole del Redentore e cioè che l’Amore a
Lui, per essere fatti degni di Lui, deve superare persino quello derivante dai
vincoli di sangue, perché è davvero un amore che non può essere sacrificato!
Eccone il racconto: «Il 19
[recte: 29, ndr.] marzo 1610, giorno fissato per gli addii, i genitori e gli
amici della santa si riunirono da M. Frémiot. L’assemblea era numerosa. Tutti
si scioglievano in lacrime. M.me de Chantal, sola, conservava una calma
apparente; ma i suoi occhi erano umidi di pianto e testimoniavano la violenza
che era obbligata ad adoperare su se stessa per dominarsi. Andava da uno all’altro,
baciando i suoi genitori, chiedendo loro perdono, li scongiurava di pregare per
lei, provando a non piangere, e piangendo più forte. Quando arrivò ai suoi
quattro bambini, non poté contenersi. Suo figlio, Celso Benigno, che aveva
circa quindici anni, si appese al suo collo e provò con mille carezze a
distoglierla dal suo progetto. M.me de Chantal, prona su di lui, lo copriva di
baci e rispondeva a tutte le sue ragioni con una forza ammirevole. Nessun cuore
insensibile che fosse, era capace di trattenere i singhiozzi sentendo “quelle
parole filiali e materne così dolorosamente piene d’amore”. Dopo che i cuori
ebbero esaurito la tenerezza, M.me de Chantal, per mettere fine ad una scena
che la prostrava, si liberò vivamente dalle braccia di suo figlio e volle
passare oltre. Questo fu allorché Celso Benigno, disperato di non potere
trattenere sua madre, si coricò di traverso sulla porta dicendo: “Ebbene, Madre
mia, se non posso trattenervi, almeno passerete sul corpo di vostro figlio”. A
queste parole, M.me de Chantal sentì il suo cuore spezzarsi e, non potendo
sostenere il più peso del suo dolore, si fermò e lasciò cadere liberamente le sue
lacrime. Il buon Monsignor Robert, precettore dei figli, che assisteva a questa
scena straziante, temendo che M.me de Chantal si indebolisse nel momento
supremo: “Eh che cosa! Madame, le disse, le lacrime di un bambino vi potranno
scuotere?” – “No!, riprese la santa che sorrideva attraverso le sue lacrime, ma
che vuole, sono una madre!” – E, gli occhi al cielo, novello Abramo, ella passò
sul corpo di suo figlio» (Mons. Emile Bougaud, André Ravier,
Jeanne-Françoise Frémyot, Baronne de
Chantal, Paris 1983, trad. it. . 1, Paris 1879, pp. 411-413
(traduzione mia). V. anche Giovanna di Chantal. Fascino femminile e santità3, Roma 2000, pp. 66-67; Giovanna
di Chantal, Volerci come Dio ci vuole. Scritti spirituali3, Roma 2000, pp. 33-34; Françoise M. De Chaugy,
Giovanna Francesca di
Chantal cit., pp. 111-112).
Noël Hallé, S. Francesco di Sales consegna a S. Giovanna Francesca la regola della Congregazione della Visitazione, XVIII sec., Chiesa di Saint-Louis-en-L’Ile, Parigi |
Valentin Metzinger, S. Francesco di Sales riceve i voti di S. Giovanna Francesca di Chantal, 1753-55, Narodna Galerija, Lubiana |
Ritratto originale di S. Giovanna Francesca de Chantal |
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