Non molti lo sanno, ma
al santo re inglese Edoardo III detto “il Confessore” - la cui memoria liturgica la ricorderemo, nel calendario tradizionale, il prossimo 13 ottobre - si deve la profezia, sul
letto di morte, dell’apostasia e dello scisma anglicano. Si era, nel mese di
gennaio del 1066, ed il sovrano era ormai costretto a letto dalla sua ultima
malattia, nel palazzo reale di Westminster. Sant’Aelredo, abate e vescovo di
Rievaulx, nello Yorkshire, racconta che poco prima del suo beato transito,
questo santo re fu rapito in estasi: gli apparvero due pii benedettini della
Normandia, che aveva conosciuto nella sua giovinezza durante l’esilio in quel
Paese, i quali gli rivelarono quello che doveva accadere all’Inghilterra nei
secoli a venire e la causa della sua terribile punizione. Dissero: “L’estrema
corruzione e la malvagità della nazione inglese hanno provocato la giusta
collera di Dio. Quando la malvagità sarà arrivata all’apice, Dio nella sua ira
manderà al popolo inglese degli spiriti maligni, che lo puniranno e lo
affliggeranno con grande severità, separando l’albero verde dalla sua radice
per la lunghezza di tre furlong
(misura equivalente a 200 metri circa, e quindi ad un totale di seicento metri,
ndt). Alla fine, però, lo stesso albero,
per la compassione e la misericordia di Dio, e senza alcun aiuto da parte delle
autorità inglesi, ritornerà alle sue radici, rifiorirà e porterà abbondante
frutto” («… Arbor quælibet viridis a suo trunco decisa ad trium jugerum spatium a radice
propria separetur, quæ cum nulla manu hominis cogente, nulla urgente necessitate,
ad suum truncum reversa in antiquam radicem sese receperit, resumptoque succo
rursum floruerit et fructum fecerit, tunc sperandum est aliquod in hac tribulatione
solatium, et de ea quam prædiximus adversitate remedium») (Sant’Aelredo di Rielvaux, Vita Sancti Ædwardi regis et confessoris, in PL 195, col. 771C-773B). Dopo aver sentito
queste parole, il santo re Edoardo aprì gli occhi, riacquistò i sensi e la
visione svanì. Riferì subito quello che aveva visto alla sua sposa, Edgitha, a
Stigand, arcivescovo di Canterbury, al duca Harold (Aroldo II), suo successore al trono e
fratello della regina, ed a Roberto, custode del palazzo, che stavano pregando
riuniti attorno al suo letto.
A questa visione del santo re possono darsi due interpretazioni. La prima riguarderebbe la famiglia stessa di
Edoardo, che aveva perso il regno con l’elezione di Aroldo II; dopo questi
sarebbe venuto Guglielmo il Conquistatore e suo figlio Guglielmo il Rosso
(Guglielmo II), che completava la serie di tre re estranei all’antica famiglia
(quella di Edoardo). Il ravvicinamento il ramo si ravvicinò alla sua radice
quando santa Matilde di Scozia sposò il re Enrico I, da cui sarebbe fiorita l’imperatrice
Matilde ed avrebbe portato i suoi frutti con Enrico II Plantageneto (per questa
interpretazione, cfr. Augustin Thierry, Histoire de la conquête de l'Angleterre par les Normands: de ses causes et de ses suites
jusqu'à nos jours, en Angleterre, en Ecosse, en Irlande et sur le continent,
vol. III, Paris 1858, V ed., pp. 76-78).
La seconda
interpretazione è più profonda e forse più pertinente e coerente con la
personalità del santo re Edoardo III. Essa colpisce pensando agli eventi che
sarebbero poi accaduti. Gli spiriti menzionati sarebbero, dunque, gli
innovatori protestanti che nel ‘500 pretesero di riformare la Chiesa Cattolica
d’Inghilterra. Il taglio dell’albero verde raffigurerebbe quello della Chiesa d’Inghilterra
dalla Chiesa cattolica, dalla sede di Roma. Albero doveva essere separato dalla
sua radice vivificante per la lunghezza di tre furlong. Questi furlong
sono stati interpretati come tre secoli, alla fine dei quali l’Inghilterra
sarebbe dapprima ravvicinata e poi nuovamente riunita alla Chiesa Cattolica e
avrebbe prodotto fiori di virtù e nuovi frutti di santità, come li produsse un
tempo.
La profezia fu citata da Ambrose Lisle March
Phillipps de Lisle, in una lettera del 28 ottobre 1850 al Conte di Shrewsbury,
in occasione del ristabilimento della gerarchia cattolica in Inghilterra da
parte di Pio IX in quell’anno, come ricordava qualche tempo fa Il Timone.
Oggi si realizza proprio un’ulteriore
realizzazione di quella profezia (nella sua seconda interpretazione), con il ritorno
– dopo cinquecento anni – dei francescani, i Greyfriars, sul suolo
inglese di Oxford, dal quale erano stati espulsi ai tempi dell’empio e vizioso re Enrico
VIII Tudor.
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A
500 anni dall'espulsione da Oxford i “Greyfriars” (francescani conventuali)
sono tornati
Quasi
500 anni dopo la loro espulsione da Oxford, i “Greyfriars” (Frati Grigi, cioè i
Francescani Conventuali, che vestono l'abito color cinerimo) sono tornati al
Convento del Beato Agnello da Pisa.
Oxford
è per il francescanesimo inglese la vera e propria "culla", il luogo
di fioritura e moltiplicazione dei primi religiosi autoctoni, ricevuti già nel
1224, vivente il fondatore, da fra Agnello da Pisa. Questo intraprendente
missionario francescano, dopo aver aperto il primo convento a Parigi, nella
grande città universitaria in cui desiderava poter diffondere l'Ordine
minoritico, fu inviato dal Poverello d'Assisi fino ai confini del mondo
medievale: la Gran Bretagna. Un gruppo di 8 frati sbarcò nell’isola il 10
settembre di 790 anni fa! Si recarono dapprima a Canterbury, la sede
primaziale della cattolica Inghilterra di allora, poi a Londra, ospiti
dei Domenicani, e infine nella città universitaria di Oxford, dove
Agnello sapeva di poter trovare giovani entusiasti per la vita religiosa e
insieme vivacità culturale, teologica e biblica. Lo studio di Oxford per i frati
studenti si sviluppò mirabilmente in poco tempo, arrivando ad essere secondo
solo a quello di Parigi. L'iniziatore della missione inglese, Agnello,
nonostante la malferma salute, volle tornare per breve tempo in Italia.
Stabilitosi di nuovo ad Oxford, morì il 13 marzo del 1235 o 1236, a soli 41
anni. Nei secoli dai francescani di Oxford sarebbero usciti frati del calibro
di Ruggero Bacone, Giovanni Duns Scoto, e Guglielmo di Occam.
Durante
la Riforma inglese del XVI secolo i Greyfriars furono perseguitati e cacciati, come tutti gli ordini
religiosi soppressi dalla furia anticattolica di Enrico VIII. Solo nel 1906 i
Cappuccini, altro ramo della famiglia francescana, si erano insediati ad
Oxford, fondando un collegio universitario (chiuso nel 2008 in modo piuttosto
controverso). Oggi rimangono a condurre la locale parrocchia. Solamente nel
1910 anche i frati Conventuali misero di nuovo piede sul suolo inglese.
Dal
26 settembre prossimo 12 frati conventuali apriranno di nuovo formalmente le
porte del convento nella cittadina di Oxford, presso All Saints (Tutti i
Santi), a breve distanza dal centro (fonte). Il complesso di All Saints viene
ceduto dalle suore anglicane Sorelle dei poveri che si ritirano (foto in alto:
la consegna delle chiavi da parte delle suore). I frati in formazione potranno
così risiedere e studiare nella prestigiosa università, frequentando la scuola
di teologia dei Frati Predicatori, ricominciando ad annodare i cordoni della
storia tranciati ai tempi della separazione dei cristiani inglesi da Roma.
Intanto,
nella memoria della Beata Vergine Maria Regina, il 22 agosto 2014, due frati
inglesi hanno emesso la professione solenne dei voti proprio ad Oxford, nelle
mani del Vicario generale dell'Ordine, fra Jerzy Norel.
Fra
James Mary McInerney e fra Gerard Mary Toman hanno formulato i loro voti
definitivi durante una celebrazione che si è tenuta dai Domenicani del Collegio
“Blackfriars” (Frati neri, come vengono chiamati i Domenicani per via della
loro cappa), i quali hanno generosamente offerto la loro cappella e il
refettorio del priorato per la festa seguente.
Grazie
a Dio l'Ordine dei "Greyfriars" sta sperimentando in Inghilterra e
Irlanda una promettente fioritura vocazionale dopo un lungo inverno: il 25
luglio scorso 6 giovani hanno professato i loro primi voti da francescani, un
novizio ha da poco iniziato il cammino di preparazione e altri due religiosi
sono stati ordinati sacerdoti il mese scorso. Tanti auguri ai nostri
confratelli!
I frati di Inghilterra e Irlanda partecipanti al Capitolo Custodiale
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