Ad una settimana dalla conclusione del III Pellegrinaggio
“Summorum Pontificum”, ecco le riflessioni del CNSP:
III PELLEGRINAGGIO INTERNAZIONALE DEL POPULUS SUMMORUM
PONTIFICUM: le riflessioni del CNSP
Tentare
il bilancio di un’esperienza spirituale così intensa come il Pellegrinaggio del
Populus Summorum Pontificum è un’impresa ardita. Le grazie e le
benedizioni che il Signore ci elargisce per l’intercessione di Maria Santissima
e dei suoi Santi, come San Filippo Neri (patrono del pellegrinaggio), non si
misurano in termini numerici, in base ai fedeli presenti, alla lunghezza delle
processioni, alla potenza dei canti. Ma quando un pellegrinaggio è segnato da
una partecipazione così viva ed attiva di pellegrini provenienti davvero da
tutta la cattolicità, è difficile sottrarsi alla tentazione di far leva anche
sul successo esteriore; e se poi si è avuta la ventura di concorrere all’organizzazione,
come ha potuto fare il CNSP, si rischia di compiacersi con se stessi di un
risultato che è solo un dono della Provvidenza.
In rete sono
già apparsi diversi commenti, e i vari eventi sono stati illustrati, spesso in
tempo reale, con l’ausilio delle immagini, da chi ha avuto la grazia di
parteciparvi: per cui è forse superfluo ripetere che tutti gli appuntamenti, a
Roma e a Norcia, hanno visto una corale e massiccia presenza dei fedeli. Non
basta mai, invece, ricordare con commozione la sincera pietà, il fervore e il
profondo coinvolgimento spirituale con cui tutti hanno partecipato, davvero
attivamente, alle celebrazioni liturgiche. Lo ha notato anche padre Cassian
Folsom al termine della S. Messa di domenica a Norcia: non è frequente sentire
la chiesa vibrare dei canti e delle risposte dei fedeli, e percepire così quasi
concretamente l’intensità della loro preghiera, come è accaduto in occasione
della festa di Cristo Re.
Poiché la
cronaca vera e propria del Pellegrinaggio 2014 è già comparsa in rete in questi
giorni, vorremmo ora concentrarci solo su alcuni aspetti che ci sembrano
particolarmente significativi.
La prima
considerazione da fare è che con questo suo terzo Pellegrinaggio internazionale
il Populus Summorum Pontificum, una vera famiglia di “normali” sacerdoti
e di “normali” laici, ha dimostrato di essere una realtà ormai più che
consolidata, diffusa ovunque, che sa attraversare senza scoraggiarsi le
difficoltà dei tempi correnti, ben risoluta ad affrontare ogni avversità e ogni
turbamento: è consolante osservare quale forza spirituale riesca a dare la S.
Messa tradizionale, e come davvero essa rappresenti il principale baluardo dell’intangibilità
della dottrina. È questa la vera pace in cui vive la liturgia tradizionale: una
pace che non riesce ad essere scalfita da nessuna contrarietà e da nessuna
opposizione, per quanto efficaci esse possano apparire.
Un altro
aspetto che ha colpito, nel pellegrinaggio di quest’anno, è stata la massiccia,
probabilmente maggioritaria presenza di giovani. Anche il particolare
coinvolgimento della Federazione Juventutem, che ha celebrato proprio al
pellegrinaggio il suo decennale, ha confermato con particolare evidenza che la
liturgia “antica” è cosa per giovani. Giovani assolutamente normali, semplici,
vorremmo dire ordinari: vedendo i quali proprio non si può pensare che si siano
sobbarcati il disagio – e il costo – di un viaggio talora addirittura
transoceanico solo per inseguire una moda passeggera.
Accanto ai
giovani c’erano le famiglie: anch’esse famiglie normali, semplici, ordinarie.
Quelle di cui forse non si è occupato il recente sinodo, la cui bellezza è
trascurata e che non fanno notizia, ma sulle quali poggia ancora la trasmissione
della fede, e che – come ha dichiarato recentemente il Card. Burke – trovano
nella liturgia tradizionale un insostituibile alimento spirituale per
affrontare e superare le difficoltà e i problemi della vita famigliare.
Questa terza
edizione del Pellegrinaggio, poi, è stata connotata più delle precedenti dalla
massiccia partecipazione di fedeli provenienti da tutto il mondo: si è trattato
davvero di un pellegrinaggio internazionale, animato in primo luogo dai fedeli
nordamericani, che si sono stretti con grande affetto attorno al Cardinal
Raymond Leo Burke; ma anche da tanti fedeli sudamericani, specialmente
brasiliani, e, fra gli europei, da nutriti gruppi di ungheresi, polacchi,
francesi, tedeschi.
Questa
concreta ed esemplare manifestazione di vera universalità, che è così
connaturata alla perenne liturgia tradizionale, è un prezioso dono anche per i
fedeli italiani, che potranno e dovranno derivarne un rinnovato incitamento alla
presenza attiva e visibile nelle loro realtà parrocchiali e diocesane, e ne
saranno certo stimolati a partecipare ancor più numerosi al prossimo
pellegrinaggio (già fissato dal 22 al 25 ottobre 2015), specie come Coetus
Fidelium, e non solo come singoli fedeli. In questa prospettiva, si sono
segnalati, quest’anno, soprattutto i Coetus della Puglia, che si sono
riuniti per raggiungere tutti insieme Roma e Norcia con una rappresentanza di
decine di fedeli. Sempre fattivamente presente il Coetus di Castel San
Giovanni (diocesi di Piacenza), uno dei pochi Coetus italiani che è
sorto e vive interamente in ambito parrocchiale, dimostrando, così, che è
possibile, nonostante tutto, realizzare uno degli obiettivi del Motu Proprio:
portare la S. Messa tradizionale in ogni parrocchia.
Rispetto all’anno
scorso, era sensibilmente accresciuta pure la presenza dei sacerdoti e dei
religiosi, anch’essi provenienti da diverse parti del mondo. Se ci ha dato
gioia incontrare alcune Suore Francescane dell’Immacolata, ci ha però addolorato
non poter vedere nemmeno quest’anno fra il clero i Frati Francescani dell’Immacolata,
ai quali tutti i pellegrini si sentono particolarmente vicini.
Il CNSP ha
avuto anche quest’anno il privilegio di collaborare con il CISP nell’organizzazione
del pellegrinaggio, assumendo la cura dell’Adorazione Eucaristica, presieduta
da don Marino Neri, che ha preceduto la processione e il Pontificale di sabato
25 ottobre: ci sia permesso, quindi, ringraziare di cuore i tanti ministranti
che, aderendo al nostro invito, e provenendo da varie parti d’Italia, hanno
offerto il loro prezioso servizio nella basilica di S. Lorenzo in Damaso
e per le vie di Roma. Tutti i pellegrini, poi, devono indirizzare un
ringraziamento particolarmente vivo, fra tutti gli organizzatori, a Guillaume
Ferluc, infaticabile Segretario Generale del CISP, senza il cui costante
impegno né questa, né le precedenti edizioni del pellegrinaggio avrebbero
potuto tenersi.
Non si
possono chiudere queste note senza ricordare le parole di fede indirizzate ai
pellegrini da Mons. Pozzo, dal Card. Pell (purtroppo colpito da un attacco
influenzale, sicché la sua omelia è stata letta da don Mark Whitoos, che ha
celebrato in sua sostituzione la S. Messa), dal Card. Burke e, a Norcia, dal
Card. Brandmüller, che ha anche impartito la benedizione papale. Soprattutto,
non si può non ricordare la commozione con cui è stata accolta la lettura della
lettera indirizzata al Delegato Generale del CISP, Giuseppe Capoccia, da
Benedetto XVI, per dire la Sua vicinanza spirituale ai pellegrini ed ai “grandi
cardinali” che appoggiano e celebrano il rito antico. Ed è ancora con le parole
che Benedetto XVI, il Papa del Motu Proprio, ebbe a dire proprio in occasione
della Sua elezione, che il CNSP vuole suggellare le sue riflessioni sul Pellegrinaggio
2014 del Populus Summorum Pontificum: “nella gioia del Signore risorto,
fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e
Maria sua Santissima Madre starà dalla nostra parte”.
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