Interessante articolo su Il Foglio di oggi, che ricorda, tra l'altro, come ieri il Presidente dei Vescovi Polacchi, l’arcivescovo di Poznan, S. Ecc.za Mons. Stanisław Gadecki, abbia duramente criticato la Relatio presentata all'assemblea del Sinodo lunedì 13, la quale - come è stato osservato da taluni, tra i quali vi è anche il card. Burke - cancella in un sol colpo il peccato e la legge naturale:
Il sesso squassa la vigna
I padri sinodali vanno alla guerra. Dure critiche alla
relazione del card. Erdö: “Non corrisponde alla realtà del dibattito”. Da
africani e polacchi dubbi sulla comunicazione: “Qui fanno emergere solo i
pareri di qualche gruppo particolare”. Critiche al documento che “non
corrisponde alla realtà”. Müller: “Dico quello che voglio, anche se non faccio
più parte della regia”.
Papa Francesco con il cardinale Tagle, l'ultimo porporato creato da Benedetto XVI (foto AP)
“Ho paura che ciò che è uscito lunedì non corrisponda
alla realtà”. E’ passata da poco l’una del pomeriggio, e la Sala stampa d’un
tratto ammutolisce quando il cardinale Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di
Durban (Sudafrica), pronuncia quelle parole. Per lui, la relatio post
disceptationem presentata il giorno prima dal cardinale Péter Erdö,
relatore generale, è quasi carta straccia. “Per come è scritto, il documento
lascia intendere che c’è accordo su cose sulle quali invece l’accordo non c’è”,
aggiunge, rivelando implicitamente che al chiuso dell’Aula la discussione è
stata ben più calda di quanto trapelato all’esterno. Il testo letto da Erdö è
finito sul banco degli imputati, con quarantuno padri che l’hanno criticato e –
in qualche caso – fatto a pezzi. Pell, Ouellet, Dolan,
Vingt-Trois, Burke, Rylko, Müller, Scola, Caffarra. Tutti hanno preso la parola per
chiedere da dove saltassero fuori quei paragrafi aperturisti che mai (o
ben poco) erano stati discussi: “Il Sinodo non è stato convocato per discutere
di contraccezione, aborto e matrimonio tra persone omosessuali. E’ stato
convocato per discutere di famiglia”, tuona il cardinale Napier, che mette in
fila l’una dopo l’altra tutte le perplessità che il circolo minore da lui
moderato ha già evidenziato nel testo della relatio. Documento dal quale – cosa
mai vista – ha preso le distanze lo stesso Relatore generale: “L’hai redatto
tu, quindi rispondi tu”, ha detto Erdö in conferenza stampa al segretario
speciale, mons. Bruno Forte, a proposito delle frasi sulle coppie omosessuali.
Così come inedita è la puntualizzazione che lo stesso arcivescovo di Budapest
ha fatto alla risposta data da Forte sull’apertura ai gay: “Nella relazione
manca un accenno al disordine di tali convivenze”. È un capitolo sul quale la
folta e vivace delegazione africana – totalmente esclusa dal comitato ristretto
incaricato di stendere la Relatio Synodi, che dovrà avere il placet
assembleare – ha promesso e dato battaglia, al punto che Napier ha auspicato in
modo sibillino che “alla fine non prevalga la linea di qualche gruppo
particolare, ma quella dell’assemblea”.
La segreteria generale tenta di spegnere il clamore
mondiale suscitato dalla relatio di lunedì, predica prudenza e ricorda
che il testo di Erdö è solo un documento di lavoro provvisorio, quindi
emendabile e perfezionabile. Cosa ben diversa dai richiami al Concilio, al suo
spirito e alla sua atmosfera che erano risuonati durante la conferenza stampa
del giorno prima, quando un cardinale (Ricardo Ezzati Andrello, arcivescovo di
Santiago del Cile), raccontava di “padri commossi” nell’udire la lettura del
documento. Archiviata la discussione generale, il lavoro procede ora per gruppi
ristretti: è qui, nei circoli minori, che si studiano i cambiamenti alla
relazione, necessari anche per il cardinale Fernando Filoni, prefetto di
Propaganda fide e moderatore di un gruppo in lingua italiana. Cinque circoli
minori (su dieci complessivi) hanno già nel primo giro di discussione stroncato
la Relatio post disceptationem. Il cardinale americano Raymond Leo
Burke, moderatore del primo gruppo anglofono, ha definito ieri “irricevibile”
il documento, e ben più duro di lui è stato il presidente della Conferenza
episcopale polacca, il padre sinodale mons. Stanislaw Gadecki: “La relazione è
inaccettabile, si distanzia dall’insegnamento di Giovanni Paolo II e mostra
tracce di un’ideologia contro il matrimonio”.
Quel testo, ha aggiunto il presule polacco, “fa sembrare
che l’insegnamento della chiesa sia stato fino a oggi spietato, mentre solo
adesso si inizia a insegnare la misericordia”. Il cardinale Napier ha inoltre
sottolineato che molto, nel testo presentato lunedì mattina, “non è d’aiuto nel
far comprendere l’insegnamento della chiesa”, avanzando il sospetto che chi
sovrintende al Sinodo “non sia impegnato a esprimere le opinioni di tutti” i
membri dell’assemblea. Qualche padre, poi, ha rivelato che “la parola peccato
non è quasi presente nella relatio, come pure è stato ricordato il tono
profetico delle parole di Gesù, per evitare il rischio di conformarsi alla
mentalità del mondo presente”.
Lo scontro si sposta anche in curia, dove il capo dell’ex Sant’Uffizio, il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prende posizione contro la relatio, chiarendo che “la chiesa non può riconoscere le coppie omosessuali”: “Io dico ciò che voglio e ciò che devo dire in qualità di prefetto della congregazione per la Dottrina della fede”, ha aggiunto, spiegando di non sapere molto di più, dal momento “che non faccio più parte della regia”. La contrarietà alla relazione intermedia irrompe anche su Radio Vaticana, dove il vescovo di Riga, mons. Zbignevs Stankevics, fa sapere di essere al lavoro per “correggere alcune espressioni, non corrette a mio modo di vedere, usate nel documento. Lo facciamo per elaborare un testo finale più equilibrato e che risponda meglio alle sfide di oggi. La mia convinzione è che il compito principale del Sinodo è di riaffermare la verità del Vangelo sul matrimonio”. Certo, ha aggiunto Stankevics, “è necessaria una conversione da parte nostra. Dobbiamo farlo con tutta l’umiltà, con tutta la misericordia verso il mondo, ma la verità rimane sempre, la verità è oggettiva. Non possiamo dire che ognuno può capirla come vuole”. Giusto e sacrosanto andare incontro alle sfide contemporanee “per quanto possibile. Ma senza perdere l’identità cattolica e senza rinunciare alla verità sul matrimonio”.
Fonte: Il Foglio, 15.10.2014
Lo scontro si sposta anche in curia, dove il capo dell’ex Sant’Uffizio, il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prende posizione contro la relatio, chiarendo che “la chiesa non può riconoscere le coppie omosessuali”: “Io dico ciò che voglio e ciò che devo dire in qualità di prefetto della congregazione per la Dottrina della fede”, ha aggiunto, spiegando di non sapere molto di più, dal momento “che non faccio più parte della regia”. La contrarietà alla relazione intermedia irrompe anche su Radio Vaticana, dove il vescovo di Riga, mons. Zbignevs Stankevics, fa sapere di essere al lavoro per “correggere alcune espressioni, non corrette a mio modo di vedere, usate nel documento. Lo facciamo per elaborare un testo finale più equilibrato e che risponda meglio alle sfide di oggi. La mia convinzione è che il compito principale del Sinodo è di riaffermare la verità del Vangelo sul matrimonio”. Certo, ha aggiunto Stankevics, “è necessaria una conversione da parte nostra. Dobbiamo farlo con tutta l’umiltà, con tutta la misericordia verso il mondo, ma la verità rimane sempre, la verità è oggettiva. Non possiamo dire che ognuno può capirla come vuole”. Giusto e sacrosanto andare incontro alle sfide contemporanee “per quanto possibile. Ma senza perdere l’identità cattolica e senza rinunciare alla verità sul matrimonio”.
Fonte: Il Foglio, 15.10.2014
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