Erano le 3:52 di giovedì 9 ottobre 1958 allorché, dalla residenza estiva di Castel Gandolfo, il venerabile papa Pio XII, il papa del dogma dell'Assunzione e che aveva visto anche lui il c.d. miracolo del sole, lasciava questa terra per il Cielo.
Nel corso di questi anni, egli è stato tra pontefici più calunniati della storia. Ma forse è qui la sua santità. Poteva il Vicario di Cristo essere trattato diversamente dal Maestro del quale seguiva da vicino le orme? Forse che anche Cristo non è stato calunniato, sminuito ed offeso sin da quando era su questa terra?
Non poteva capitare nulla di diverso: "Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone" (Gv 15, 18-20).
Sul suo corpo, a causa di interventi sbagliati da parte di medici improvvisati, sembrarono accanirsi i segni disfattivi della morte. Ma la sua anima era già nella gloria di Dio come vide in visione lo stesso Padre Pio. E non possiamo dubitare che egli stia davvero in Cielo se si esamina con attenzione tutta la sua vita, la sua continua ascesi.
Per questo, alcuni anni fa si postava la preghiera per la beatificazione, in terra, del Venerabile Pio XII e si ricordava mesi addietro, in risposta ad alcune improvvide e disinformate affermazioni, come all'intercessione di questo Papa non mancassero miracoli ottenuti da Dio, come del resto ha confermato Suor Margherita Marchionne, una pia religiosa che ha consacrato la sua vita alla causa di beatificazione e canonizzazione di Pio XII.
Qualche giorno fa si dava notizia, infine, che il 4 ottobre u.s. il card. Burke avrebbe commemorato questo grande Pontefice, celebrando nelle Grotte Vaticane, presso il suo sepolcro.
Con gesto amabile e disponibile, S. Eminenza ci ha fornito il testo dettato per la sua Omelia, che si viene qui a pubblicare, ringranziandoLo ancora della Sua attenzione verso la Scuola. Esso è stato anche pubblicato sul sito ufficiale della causa di canonizzazione del Venerabile Pontefice.
Prima pagina de "La Domenica del Corriere" del 28 ottobre 1951 con l'illustrazione del miracolo del sole visto da Pio XII
Prima pagina de "La Domenica del Corriere" del 19 ottobre 1958 con l'illustrazione, un po' fantasiosa, della morte del pontefice attorniato da cardinali, vescovi e famiglia pontificia
Ultima foto di Pio XII prima della sepoltura. L'archiatra, dott. Galeazzi-Lisi, artefice della pessima imbalsamazione del corpo del papa, visiona il corpo con un sediario prima che sia chiuso il feretro.
Immagini delle esequie novendiali celebrate dal card. Eugène Tisserant. Quello che si vede fu l'ultimo catafalco monumentale per un papa. I successori non ne vollero. Per informazioni, v. qui e qui
Sebbene l'impostazione e le ricostruzioni di questo documentario non siano condivisibili, tuttavia va apprezzato per l'apparato documentale e cinematografico offerto sulla figura del grande Pontefice
Raymond Leo Cardinale BURKE
OMELIA
FESTA DI SAN FRANCESCO D’ ASSISI, PATRONO D’ITALIA
IN MEMORIA DEL VENERABILE PIO XII
COMITATO PAPA PACELLI/ASSOCIAZIONE PIO XII
ALTARE ALLA TOMBA DI SAN PIETRO
BASILICA PAPALE DI SAN PIETRO IN VATICAN
4 OTTOBRE 2014
Gal 36, 14-18
Mt 11, 25-30
Sia lodato Gesù Cristo!
Il Venerabile Papa Pio XII è
stato il Papa della mia infanzia. La memoria della venerazione che i miei
genitori avevano verso la sua persona e il suo magistero è ancora fresca.
Nonostante che la mia famiglia abitava nella parte rurale e remota dello Stato
di Wisconsin negli Stati Uniti, sentivamo la vicinanza del Papa Pio XII quale
pastore della Chiesa universale. Mi ricordo anche i racconti di soldati
americani che sono stati ricevuti in udienza dal Santo Padre dopo la
liberazione di Roma e di un medico che fu privilegiato di partecipare
nell’udienza concessa ad un gruppo di chirurgi degli Stati Uniti, il 24 maggio
1956 (Cfr. Papa Pio XII,
A un distinto gruppo di chirurgi degli Stati Uniti, 24 maggio 1956, Discorsi e radiomessaggi di Sua Santità Pio
XII, Vol. 18, Tipografia Poliglotta Vaticana, Città del Vaticano 1957, p.
243). Raccontando l’esperienza tutti diventano commossi per il senso della
premura personale per ciascuno di loro dalla parte del Sommo Pontefice. Il
medico ricordava come il Pontefice parlava dell’ospedale quale Hotel de Dieu per il benvenuto a tutti gli ammalati, e egli dimostrava con la sua grande
presenza e tenerezza le stesse qualità che stava raccomandando ai medici.
In questo giorno nel quale
anticipiamo il 56º anniversario della morte del Venerabile Pontefice,
ricordiamo le parole di Papa Paolo VI, in occasione del 25º anniversario
dell’inizio del suo pontificato:
“Dovremo ricordare una vita sacerdotale pura, pia, austera, laboriosa, spesso sofferente…. Fu eminentemente il Papa della pace, dei diritti della persona umana, dell’organizzazione ordinata e fraterna dei popoli e delle classi sociali…. E fu un amico del nostro tempo; il dialogo con tutte le forme della vita moderna, mediante il criterio risolutivo nella bontà e nella verità del Vangelo dei problemi presenti, fu da lui sistematicamente aperto ed iniziato”(Cfr. Papa Paolo VI, La eletta figura e l’opera immortale del venerato Pontefice, in Insegnamenti di Paolo VI, Libreria Editrice Vaticana, nd, vol. 2 (anno 1964), Città del Vaticano, pp. 174-175).
Ispirati
dalla santità della sua vita, continuiamo a pregare per la sua beatificazione e
canonizzazione, implorando specialmente il Signore di dare il segno della sua
volontà, concedendo un miracolo per l’intercessione del Venerabile Papa.
L’odierna
celebrazione in memoria del Venerabile Papa Pio XII felicemente coincide con la
Festa di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia. Qualche giorno prima della
sua morte il 3 ottobre 1226, San Francesco dettava quello che egli chiedeva ai
frati di ricevere come “un ricordo, un’ammonizione, un’esortazione e il mio
testamento”. Con poche parole egli descrive l’opera meravigliosa della grazia
nella sua vita, che lo aveva convertito da una vita di peccato alla vita in
Cristo. Egli racconta come Dio l’ha ispirato, portandolo in mezzo ai lebbrosi,
che prima egli trovava tanto ributtanti, dando a lui la grazia di riconoscere
il volto di Cristo nel volto dei lebbrosi.
Dal momento
della sua conversione è stata sua prassi visitare Cristo nei tabernacoli delle
chiese, offrendo la preghiera, che in forma abbreviata è diventata una delle nostre
preghiere quotidiane: “Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, e in tutte le Tue
chiese che sono nel mondo, e Ti benediciamo, perché per la Tua santa croce hai
redento il mondo”. Con l’umiltà del cuore e con l’illimitata fiducia di chi è
spiritualmente innocente, San Francesco è stato sempre più attratto a Cristo.
Cristo ha rivelato Dio Padre a San Francesco e gli ha concesso il “riposo”, la
pace dell’anima e del cuore con la quale egli ha assunto la croce con Cristo,
il “giogo” che, per grazia dei Dio, diventa “dolce”, il “peso” che il Signore
rende leggero.
San
Francesco scriveva della riverenza che deve essere accordata a Cristo nei testi
che contengono la Sua parola, nei luoghi, le chiese e le cappelle dove egli
dimora per noi, nei calici e nei lini utilizzati per la celebrazione della Santissima
Eucaristia, e infine nel Santissimo Sacramento stesso: “Vorrei sopra ogni altra
cosa – scrive San Francesco – che questo santo Sacramento sia onorato e venerato
e riservato in posti preziosi riservati. Ogni volta che trovo il Suo santissimo
nome o scritti contenenti le Sue parole in un posto inappropriato, mi sforzo di
prenderli, ed io chiedo che siano presi e messi in un posto degno”. San
Francesco descrive un modo di comportarsi che deve essere naturale per noi che
crediamo in Cristo e nella Sua Presenza Reale.
San
Francesco si è così avvicinato a Cristo che gli fu concesso il privilegio di
portare nel suo proprio corpo “le stigmate di Cristo”, i segni della Presenza
di Cristo in mezzo a noi, le ferite gloriose della Sua Passione e Morte. Contemplando
le stigmate di San Francesco, siamo riempiti dal desiderio di conoscere e amare
di più Cristo nella nostra vita, riconoscendo il volto di Cristo in quelli che
sono per noi i lebbrosi, visitando Cristo nel Santissimo Sacramento, e curando
tutte le cose associate alla Sua Presenza Eucaristica. Non abbiamo ricevuto la
grazia di portare nel nostro corpo le stigmate di Cristo, ma preghiamo che Dio
Padre, vedendo il nostro volto, voglia riconoscere il volto del Suo Figlio, il
Signore Nostro Gesù Cristo.
È questa
totale identificazione di se stesso con Cristo vivo per noi nella Chiesa che
contempliamo nella vita e nel ministero apostolico di Papa Pio XII. Era così
palpabile nella vita del Venerabile Papa che è stato chiamato con tanta stima
ed affetto Pastor Angelicus.
Leviamo adesso i nostri cuori al
Cuore glorioso trafitto di Gesù, cosicché l’amore divino che profluisce dalle
Sue gloriose ferite e soprattutto dal Suo Cuore riempia i nostri cuori, e dai
nostri cuori possano emanare, come sono emanati dal cuore di San Francesco
d’Assisi e dal cuore del Venerabile Papa Pio XII, “fiumi di acqua viva” per la
salvezza di molti. Preghiamo insieme con San Francesco d’Assisi: “Ti adoriamo,
Signore Gesù Cristo, e in tutte le Tue chiese che sono nel mondo, e Ti benediciamo,
perché per la Tua santa croce hai redento il mondo”.
Nessun commento:
Posta un commento