«Io ti posso mostrare i trofei degli apostoli: se
andrai al Vaticano o sulla Via Ostiense, vi troverai i trofei di coloro che
fondarono questa Chiesa» (Euseb.,
Hist. Eccl., II, 25, 6-7). Eusebio di Cesarea, nel secolo IV, con queste
parole, riporta l’antecedente dichiarazione di un presbitero romano di nome
Gaio, fatta nei confronti di un tal Proclo, capo della setta dei Montanisti, risalente agli inizi del II sec., che
attesta nell’Urbe la presenza del sepolcro degli Apostoli Pietro e Paolo.
La pace
costantiniana vide spuntare dappertutto numerose chiese ed Eusebio racconta con
quale clamore se ne sia fatta la dedicazione (ibidem, X, 3, 3).
Sfortunatamente,
si ignora
la data esatta della dedicazione delle due antiche basiliche dedicate agli
Apostoli. Fa eccezione
a questo silenzio delle fonti la dedicazione della basilica dell’Anastasis e del Martyrium a Gerusalemme, che fu celebrata il 13 settembre 335. Si
ignora dunque il giorno e l’anno della dedicazione di san Pietro, che dovette
essere completata verso il 350. La basilica di san Paolo, di cui l’imperatore
Valentiniano ne prescrisse la ricostruzione nel 386, fu dedicata dal papa
Siricio nel 390, senza che si potesse precisarne il giorno (M. F. Martinez-Fazio, La segunda basilica de San Pablo extramuros.
Estudios su fundacion, Coll. Miscellane
historiae pontificiae, n. 32, Roma 1972).
Il 18 novembre
è, dunque, poco probabile che possa costituire un anniversario in senso
stretto. Il natale delle due basiliche sembra situarsi, da un punto di vista
liturgico, nel prolungamento della dedicazione della basilica del Laterano,
celebrata nove giorni prima. È possibile che la dedicazione di san Pietro fosse
stata commemorata durante un certo tempo prima che vi si congiungesse quella di
san Paolo. In questo caso, il papa Gregorio VII poteva essere l’autore dell’aggiunta.
Non solamente Gregorio VII unì in uno stesso culto il Principe degli Apostoli a
colui che egli chiamava «suo fratello tra tutti i santi» (Gregorio VII, Registrum epistolarum, III, 10a. Questa
lettera è stata inserita negli Atti del
Concilio romano del 1076. Cfr. A. Fliche,
La Réforme grégorienne et la Reconquête
chrétienne (1057-1123), in A. Fliche
e V. Martin (a cura di), Histoire de l’Eglise, tomo 6, Paris
1941, p. 136), ma non
poteva che restare legato alla basilica della via Ostiense, il cui governo gli
era stato affidato da papa Leone IX. Quello che era, al secolo, il monaco
Ildebrando aveva lasciato, infatti, un monumento del suo attaccamento a san
Paolo nella porta bizantina che egli fece piazzare all’entrata principale della
basilica e che, gravemente danneggiata dall’incendio del 1823, fu restaurata solo
nel 1966 (La Porta
bizantina di San Paolo, a cura della Direzione
generale dei Monumenti, Musei e Gallerie Pontificie, Roma 1967).
Benché non si
possano invocare eventuali influenze esterne nella scelta del 18 novembre per
la festa della dedicazione delle basiliche apostoliche, ricordiamo che molte
famiglie liturgiche hanno una solennità della dedicazione in questo periodo
dell’anno. Nel corso del mese di novembre, i siriaci conoscono una serie di
domeniche della Dedicazione (così ricorda B. Botte, Les Dimanches
de la dédicace dans les Eglises syriennes, in L’Orient syrien, 2 (1957),
pp. 65-70. L’A. vede in questa odierna festa della Dedicazione una festa di origine
gerosolimitana, intitolata «dedicazione di tutti gli altari» (LJ 366). Essa
aveva per scopo quello di cristianizzare la festa giudea della dedicazione del
Tempio, che cadeva per la maggior parte del tempo alla metà di dicembre (25 del
mese di Kisleu). Questa cristianizzazione non consisteva, però, nel continuare
la festa giudea, ma di opporvi una festa cristiana).
A Milano, invece, si
celebra a metà ottobre la dedicazione dell’ecclesia
maior, che è seguita da tre domeniche post Dedicationem (cfr. Pierre Jounel, Le Culte des Saints dans les Basiliques
du Latran et du Vatican au douzième siècle, École Française de Rome, Palais
Farnèse, 1977, pp. 311-312).
Tornando alla
festa odierna, va ricordato che il martirologio di san Pietro è la prima
testimonianza della dedicatio beati Petri
apostoli (all’inizio dell’XI sec.). Un secolo e mezzo più tardi, allorché l’antifonario
di san Pietro annuncia la festa del 18 novembre negli stessi termini, i
calendari del Laterano e del Vaticano vi aggiungono il nome di san Paolo. Alla
fine del XII sec., l’Ordinario del camerlengo Cencio Savelli (futuro papa
Onorio III) indica quid dominus papa
facere debeat in Dedicatione ecclesiarum Petri et Pauli, ma secondo la sua
descrizione, il papa non interveniva che a san Pietro (Cencio Savelli, De consuetudinibus, 76, in Fabre-Duchesne, Le Liber censuum, in Bibliothèque des Ecoles Françaises d’Athènes
et de Rome, Paris 1910, tomo 1, p. 311).
Quest’anniversario
rimase localizzato a Roma sino al 1568 quando san Pio V l’iscrisse nel
calendario generale sotto il rito doppio. Leone XIII l’elevò al rango di doppio
maggiore nel 1897.
Per l’Ufficio,
l’Ordo del Laterano rinvia al Comune
della Dedicazione, ma l’antifonario del Vaticano inserisce nei Mattutini della
Dedicazione alcuni testi tratti da quelli del 29 giugno (come l’inviatorio Regem apostolorum ed il responsorio Tu es Petrus).
Il
breviario romano, invece, sebbene siano due feste distinte, unisce la
dedicazione del Laterano a quelle delle due basiliche degli Apostoli: nell’Ufficio,
in effetti, almeno sino al 1960, le letture del I Notturno si susseguono tratte
dal libro dell’Apocalisse (laddove il Comune della dedicazione vi impiega,
invece, il libro della Cronache) ed al III Notturno si legge il 9 novembre l’omelia
prevista per l’anniversario della dedicazione (di sant’Ambrogio) ed il 18
novembre l’omelia prevista per l’ottava della dedicazione (di san Gregorio).
Nel XII sec. l’Ottava
della Dedicazione di san Pietro era celebrata con solennità dal clero della
basilica vaticana. Se ne faceva l’Ufficio ogni giorno. Se nel periodo dell’Ottava
cadeva la festa di un santo, si riservava alla Dedicazione il III Notturno del
Mattutino ed i Vespri (Pierre Jounel, op. cit., p. 315).
Etimasia con i SS. Pietro e Paolo, Basilica di S. Maria Maggiore, Roma |
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