Rilancio volentieri quest'intervista del giornalista-vaticanista Marco Tosatti.
* * * * * * * *
L’Omoeresia nella Chiesa attuale
Due anni fa la rivista polacca “Fronda” pubblicò un lungo articolo, ripreso successivamente dalla rivista teologica tedesca “Tehologisches” su quella che era definita “Omoeresia”, e “Homomafia”. Cioè della presenza a tutti i livelli nella gerarchia della Chiesa, compresa la Curia romana, di una rete di sacerdoti omosessuali impegnati nel proteggersi a vicenda. L’autore, oggi: “Mi pare che stia maturando sempre di più la consapevolezza dei problemi affrontati nel mio studio”.
MARCO TOSATTI
Due anni fa la rivista polacca “Fronda”
pubblicò un lungo articolo, ripreso successivamente dalla rivista teologica
tedesca “Tehologisches” su quella che era definita “Omoeresia”, e “Homomafia”.
Cioè della presenza a tutti i livelli nella gerarchia della Chiesa, compresa la
Curia romana, di una rete di sacerdoti omosessuali impegnati nel proteggersi a
vicenda.
L’autore era un sacerdote, il
prof. Dariusz Oko, docente di Teologia alla Pontificia Accademia di Cracovia,
all’Università Giovanni Paolo II. Nel suo articolo Oko ricordava che l’80% dei
casi di cosiddetta pedofilia negli Stati Uniti erano in realtà casi di
efebofilia, cioè relativi a maschi adolescenti (le cifre della Congregazione
della Fede sono analoghe, si parla del 90%). “Questo fatto è stato
accuratamente nascosto e ignorato”.
Nel suo studio Oko sottolineava
la difficoltà vissuta da sacerdoti e seminaristi che tentano di mettersi contro
questo tipo di potere e i colleghi che fanno parte della lobby. “Quando il
vicecancelliere o un altro superiore cerca di rimuoverli, può andare a finire
che si trovino rimossi proprio loro, invece degli omoseminaristi. O quando un
vicario cerca di proteggere i giovani da n prete che li molesta, può accadere
che sia il vicario a essere punito”, grazie al fatto che le istanze superiori a
cui si rivolge fanno parte della lobby. Che se sono fondate alcune
indiscrezioni trapelate dai Palazzi vaticani, avrebbe un estensione
sovranazionale e coinvolgerebbe centinaia di chierici, a ogni livello.
Abbiamo rivolto al prof. Dariusz
Oko alcune domande sul problema, che da allora sembra essere passato nel
dimenticatoio.
– Due anni fa Lei ha
fotografato con il suo studio approfondito una situazione esistente nella
Chiesa. È cambiato qualche cosa da allora?
Sicuramente il mio studio ha
toccato un problema molto diffuso ed esistente quasi dappertutto. Solo così si
spiega il fatto che in poche settimane il testo ha fatto il giro del mondo. In
molti paesi sono state preparate diverse traduzioni: dall’inglese al tedesco,
dall’italiano alla lingua ceca, dal slovacco alla lingua estone... Mi pare che
stia maturando sempre di più la consapevolezza dei problemi affrontati nel mio
studio.
– Nel sul lavoro Lei
parla di omoeresia. Quali sono le caratteristiche?
L’omoeresia è un rifiuto del
Magistero della Chiesa cattolica sull’omosessualità. I sostenitori dell’omoeresia
non accettano che la tendenza omosessuale sia un disturbo della personalità.
Mettono in dubbio che gli atti omosessuali siano contro la legge naturale. I difensori
dell’omoeresia sono a favore del sacerdozio per i gay. L’omoeresia è una
versione ecclesiastica dell’omosessualismo.
– Nel 2005 è stato
pubblicato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica un importante
documento, approvato dal Santo Padre Benedetto XVI, che proibisce di ordinare
preti omosessuali. Perché questo documento?
A partire dagli anni Settanta e
Ottanta del XX secolo si è infiltrato in tanti seminari e monasteri nel mondo
un modo nuovo di considerare la sessualità umana, contrario al Magistero
tradizionale della Chiesa cattolica sull’omosessualità. In conseguenza, in
molti seminari diocesani e abbazie di tutti i continenti hanno cominciato a
sostenere l’idea che esistono due orientamenti sessuali equivalenti: eterosessuale
ed omosessuale. Così si chiedeva ai chierici esclusivamente la castità,
considerata come l’astinenza da atti impuri, e la capacità di vivere il
celibato, senza entrare nel merito del loro orientamento o tendenze sessuali.
In questo modo l’omosessualità come tendenza e tipo di personalità ha finito di
essere un ostacolo all’ordinazione sacerdotale.
– Questa normativa del
2005 che vieta il sacerdozio per i gay, a Sua conoscenza, viene applicata?
Non sono responsabile per la
formazione nei seminari. Allora non lo so, come viene trattato questo divieto
in diversi paesi del mondo. Si dovrebbe rivolgere questa domanda alle persone
direttamente responsabili per la formazione dei futuri preti.
– Da quando Lei ha
scritto il suo studio è cambiato il Papa. Percepisce qualche differenza di
atteggiamento fra i due pontificati, in relazione al problema?
È difficile parlare di qualche differenza. La cosa fondamentale è il Magistero della Chiesa cattolica che non cambia e che per oggi vieta l’ordinazione dei preti gay. Il Magistero attuale, invece della divisione che funzionava prima tra l’omosessualità attiva e quella passiva, introduce una distinzione tra tendenze omosessuali transitorie, che accadono nel periodo dell’adolescenza, e quelle profondamente radicate. Tutte e due le forme di omosessualità, e non più soltanto l’omosessualità attiva, costituiscono un impedimento all’ordinazione sacerdotale. L’omosessualità non è conciliabile con la vocazione sacerdotale. Di conseguenza, non è solo rigorosamente vietata l’ordinazione di uomini con qualsiasi tipo di tendenza omosessuale (anche se transitoria), ma anche la loro ammissione in seminario.
Fonte: La Stampa, 12.11.2014
È difficile parlare di qualche differenza. La cosa fondamentale è il Magistero della Chiesa cattolica che non cambia e che per oggi vieta l’ordinazione dei preti gay. Il Magistero attuale, invece della divisione che funzionava prima tra l’omosessualità attiva e quella passiva, introduce una distinzione tra tendenze omosessuali transitorie, che accadono nel periodo dell’adolescenza, e quelle profondamente radicate. Tutte e due le forme di omosessualità, e non più soltanto l’omosessualità attiva, costituiscono un impedimento all’ordinazione sacerdotale. L’omosessualità non è conciliabile con la vocazione sacerdotale. Di conseguenza, non è solo rigorosamente vietata l’ordinazione di uomini con qualsiasi tipo di tendenza omosessuale (anche se transitoria), ma anche la loro ammissione in seminario.
Fonte: La Stampa, 12.11.2014
Nessun commento:
Posta un commento