Nella
memoria liturgica dei SS. Clemente I, papa, e Felicita, martiri, nonché nell’ultima
domenica dell’anno liturgico – dedicata da papa Montini alla memoria di Cristo,
re dell’universo, che rammenta che ogni potestà ed autorità proviene da Dio ed
è a servizio di Dio, e che avevamo già celebrato l’ultima domenica di ottobre –
rilancio quest’articolo sui neomartiri cristiani in Pakistan, già da noi
ricordati in altre occasioni, uccisi barbaramente lo scorso 4 novembre, di cui
avevamo riportato anche la testimonianza del figlio.
La Vergine col Bambino incorona Francesco Giuseppe ed Elisabetta sovrani di Ungheria, Chiesa di Mattia, Budapest |
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Pakistan,
cristiani bruciati vivi. La polizia li scagiona: «Non hanno commesso alcuna
blasfemia»
di
Leone Grotti
Intanto
Tahir Ashrafi, membro del Consiglio dell’ideologia islamica, ha dichiarato:
«Tutti i colpevoli devono essere arrestati e puniti. Se sono coinvolti, anche
gli imam»
«Shama
Bibi era analfabeta e non poteva in nessun caso conoscere il contenuto delle
pagine che stava bruciando. Non ha commesso blasfemia». Le parole del capo del
distretto di polizia di Kasur (Punjab, Pakistan), che scagionano la donna
cristiana, arrivano troppo tardi: Shama, insieme al marito Shehzad, è già stata
bruciata viva in un forno per quel presunto reato da una folla di musulmani
inferociti.
BRUCIATI
VIVI. Il poliziotto Jawad Qamar ha confermato dunque a Morning Star News l’innocenza
della coppia, che il 4 novembre è stata assassinata in modo così brutale nel
villaggio di Chak 59, nella fabbrica di mattoni del musulmano Mohammed Yousuf
Gujjar. Ora, come dichiarato dalla famiglia delle vittime il 16 novembre, gli
islamisti hanno offerto loro come compensazione soldi e terra per convincerli a
far cadere il caso.
FAMIGLIA
MINACCIATA. Non solo. Alcuni influenti musulmani della zona, insieme a un
parlamentare del Punjab, hanno minacciato il fratello di Shehzad, Shahbaz, e
sua moglie Parveen Masih per costringerli a trovare un accordo con gli
assassini. La famiglia però non si è lasciata intimidire e ha chiesto
protezione alla polizia, che ha già arrestato 43 persone coinvolte nell’assassinio:
«Tutto ciò che vogliamo è un’indagine onesta», ha dichiarato il fratello della
vittima.
POLITICI
LOCALI. Il parlamentare Muhammad Anees Qureshi, membro del partito al governo
Pakistan Muslim League, è accusato di aver assistito all’omicidio e di aver
cercato di proteggere nei giorni successivi Riaz Kamboh, ex consigliere
municipale del suo stesso partito, tra gli uomini che hanno materialmente
cosparso di benzina i corpi dei due cristiani per poi gettarli nella fornace.
Qureshi, interrogato dalla polizia, ha risposto che «Shama e Shehzad erano già
morti quando ho raggiunto il luogo. Per questo non ho potuto fare niente per
loro».
«PUNIRE
ANCHE GLI IMAM». Il tentativo di corrompere la famiglia per lasciar cadere il
caso non è andato a buon fine ma non avrebbe comunque potuto funzionare. Il
caso, infatti, è stato registrato dalla polizia locale stessa e neanche la
famiglia ha il potere di chiederne la cancellazione.
Intanto
Tahir Ashrafi, membro del Consiglio dell’ideologia islamica, l’organismo
religioso più importante del Pakistan, ha dichiarato: «Tutti i colpevoli devono
essere arrestati e puniti. Se sono coinvolti, anche gli imam» che dagli
altoparlanti delle moschee dei villaggi vicini a Chak 59 hanno incitato la
popolazione locale a punire la coppia per la blasfemia compiuta. Il governatore
del Punjab, Muhammad Sarwar, ha aggiunto: «Se una persona accusa falsamente l’altro
di blasfemia, deve essere punito».
Fonte: Tempi, 20.11.2014
Fonte: Tempi, 20.11.2014
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