Prima
della riforma di Giovanni XXIII, che stabilì che tutti i giorni dell’Ottava
della Natività fossero giorni di II classe (Cfr. Codice delle Rubriche, Rubriche generali, § 68), che
non ammettono che le memorie dei santi cadano in questi giorni, il 29 dicembre
vedeva la celebrazione di san Tommaso Becket ed il 31 dicembre quella di san
Silvestro I, con solamente la commemorazione dell’Ottava. Dal 1962, dunque, si
dice la Messa propria per le ferie nell’Ottava con la mera commemorazione dei
santi predetti.
L’arcivescovo
di Canterbury Thomas Becket fu assassinato, perché aveva difeso la libertà
della Chiesa contro le prepotenze del sovrano, nella sua cattedrale il 29
dicembre 1170 e venerato da subito come martire. Come lui si trovarono a patire
il martirio, alcuni secoli dopo, Thomas
More e John Fisher. «Et ego pro Deo mori paratus sum, et pro assertione
iustitiae, et pro Ecclesiae libertate; … dummodo effusione sanguinis mei pacem
et libertatem consequatur» furono le sue ultime parole prima del martirio
(cfr. Giovanni di Salisbury, Ep.
CCCIV, Al vescovo Giovanni di Poitiers, §§ 13-15).
Il papa
Alessandro III canonizzò il santo vescovo il 21 febbraio 1173 e, in una lettera
del 12 marzo seguente, annunciò al clero ed al popolo di tutta l’Inghilterra
questa canonizzazione di Tommaso, di cui ordinava natalem diem passionis solemniter annis singulis celebrari (Ph. Jaffé, Regesta Pontificum romanorum, n.12203, curato ed incrementato
da G. Wattenbach, Leipzig, 1888, t. 2, 2° ed.,p. 264). La festa si diffuse
rapidamente (è sorprendente constatare che V. Leroquais, nella tavola dei suoi Les sacramentaires manuscrits des
Bibliothèques publiques de France, registra 31 menzioni di questa festa nel
XII sec.). A Roma, essa fu iscritta nei calendari del Laterano e del Vaticano.
Essa è aggiunta nell’Ordo
lateranensis (in esso vi è una contraddizione tra i due paragrafi relativi
alla celebrazione del 29 dicembre: il primo espone che si dica la messa
dell’Ottava della Natività ed il secondo prescrive di celebrare quella di san
Tommaso) e nei sacramentari dell’Archivio di Santa Maria Maggiore, dove essa fu
inserita senza data tra le messe di santo Stefano e san Giovanni.
Nel
messale del Laterano sono stati aggiunti due fogli, al fine di poter introdurre
la messa propria Gaudeamus dell’arcivescovo martire: sancti Thomae archiepiscopi et martyris, ma non si può affermare
con sicurezza che questa addizione sia anteriore agli ultimi anni del XII sec. (così Pierre
Jounel, Le Culte des
Saints dans les Basiliques du Latran et du Vatican au douzième siècle,
École Française de Rome, Palais Farnèse, 1977, pp. 330-331).
La festa
di san Tommaso di Canterbury, tuttavia, era entrata nel calendario troppo
tardi, cioè nel XIII sec., perché fosse accolta tra le solennità stazionali,
sebbene l’Ufficio di questo giorno appartenesse al Proprio de Tempore e non al
Proprio dei santi.
È quasi
certo, peraltro, che la canonizzazione come Martire di Tommaso Becket, anche se
avvenuta dopo la data convenzionale di scisma d’Oriente (1054), fu accolta
dalla Chiesa della Rus ed a Kiev si cantò una dossologia nella Chiesa di santa
Sofia quando arrivò la lettera che annunciava la canonizzazione del martire.
Roma
cristiana ha dedicato una chiesa al nostro Santo, San Tommaso di Canterbury agli
Inglesi, già denominata SS. Trinità Scotorum o Anglicorum, nel rione Regola (Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al
XIX, Tipografia Vaticana, Roma 18912, p. 413; Ch. Huelsen, Le Chiese di Roma nel medio evo,
Firenze 1927, pp. 493-494), e che è la chiesa del Venerabile Collegio Inglese.
La messa
prima del 1962, che era doppia (dal ‘62 solo commemorazione), aveva un
carattere grandioso, talora patetico, essendo ricca di sentimento e rivelava la
grande impressione che aveva fatto nell’Europa cristiana il barbaro assassinio
dell’arcivescovo di Canterbury, compiuto da alcuni sicari, nella sua propria
cattedrale, all’ora dei Vespri. Dopo i fiori rossi di cui gli Innocenti hanno
inghirlandato la mangiatoia del Divino Bambino di Beth-lechem, conveniva che
uno dei più potenti Pontefici (Vescovi) del Medioevo venisse a deporvi la sua
corona di rose, a nome di tutto l’episcopato cattolico. È per questa ragione
che la messa trattava, richiamandole a più riprese, delle qualità e dei doveri
di un vescovo e di un pastore di anime.
I santi
Padri, spiegando il testo dell’Apostolo a Timoteo, secondo cui “occorre che il
vescovo sia irreprensibile” (1 Tim 3, 2; Tito 1, 6), insegnano comunemente che
questi deve essere già in stato di perfezione solidamente acquistata, in quanto
deve aver estirpato da sé, prima, ogni radice di amor proprio, per non cercare
altro che la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Difatti, la carità è un
movimento dell’anima all’esterno della stessa, verso Dio e tutto ciò che si
riferisce a Lui. Quando l’anima si ripiega su se stessa, allora si allontana
dalla legge di perfetto amore per cadere nel difetto dell’egoismo. Charitas non quaerit quae sua sunt (1 Cor 13,
5); chi ama Gesù Cristo,
diceva sant’Alfonso, cerca di
staccarsi da tutto il creato (Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, Pratica di amar Gesù Cristo2,
adattamento e note di Alfonso Amarante (a cura di), Roma 2008, p. 116). Per
questo l’ufficio Pastorale, che è proprio un ufficio di supremo amore e di
disinteresse, esige l’oblio di se stessi, per non più vedere davanti a sé che
Dio e la sua gloria nella santificazione dei fedeli.
Alla
vicenda del Santo arcivescovo e martire di Canterbury è ispirato il film
"Becket e il suo re", del 1964, diretto Peter Glenville, tratto
dal dramma teatrale "Becket ou l'honneur de Dieu" di Jean Anouilh,
con un convincente Richard Burton nei panni del primate d'Inghilterra.
Autore sconosciuto, S. Tommaso Becket, XVII sec., National Portrait Gallery, Londra |
Albert Pierre Dawant, La morte di S. Tommaso, 1879, Musée des Arts et de l’Enfance, Fécamp |
Timoteo Viti, SS. Thomas Becket e Martino di Tours con l’arcivescovo Giovanni Pietro Arrivabene e Guidobaldo da Montefeltro, duca di Urbino, XV sec., Palazzo Ducale, Urbino |
Maestro Francke o Meister Francke, Martirio di san Tommaso Becket, 1424, Kunsthalle, Amburgo |
Le Nain (attrib.), Sacra conversazione con S. Tommaso Becket, 1640 circa |
Benjamin West, S. Tommaso Becket, 1797, Museo de Arte, Toledo |
Durante Alberti, SS. Trinità tra i SS. Tommaso di Canterbury ed Edmondo, 1580-83 circa, Chiesa di S. Tommaso di Canterbury, Roma |
Martirio di S. Tommaso, Cattedrale, Bayeux |
Samuel Seeberger, Penitenza del re Enrico II sulla tomba di S. Tommaso Becket, Northampton Museums & Art Gallery, Northampton |
Nessun commento:
Posta un commento