Oggi la Stazione si radunava sulla via Salaria,
nella basilica di San Silvestro sul cimitero di Priscilla, ove, secondo la
Depositio Episcoporum del 354, il grande Pontefice dei
trionfi e della pace della Chiesa riposava accanto ai martiri Felice e Filippo,
del gruppo dei figli di santa Felicita, ed a poca distanza dal papa Marcello e
dal martire Crescenzione.
San Gregorio Magno vi pronunciò una delle sue
quaranta omelie nel suo giorno natalizio (San
Gregorio Magno, Homilia IX, in Id., XL Homiliarum in
Evangelia libri duo,
in PL 76, col. 1105B-1109C, in cui commentò al popolo il passo di Mt 25, 14-30);
di più, durante molti secoli, questo luogo fu la meta di pii pellegrini che
visitavano i luoghi santi di Roma.
San Silvestro fu uno dei primi santi a cui fu
reso un culto pubblico, sebbene non fosse un martire, ma solamente confessor a Domino coronatus, a causa del suo
esilio nelle caverne del monte Soratte, sebbene fosse stato anche accusato
ingiustamente di apostasia e di sacrilegio durante le persecuzioni. Vi accenna sant’Agostino,
il quale ricorda come i presbiteri Silvestro, Milziade e Marcello, sotto il
papa Marcellino, fossero stati accusati – da parte degli eretici donatisti – di
avere consegnato i libri sacri e di avere offerto incenso per aver salva la
vita, scagionandoli, ritenendo l’accusa priva di prove (cfr. Sant’Agostino, De
unico baptismo contra Petilianum. Ad Constantinum. Liber unus, cap.
XVI, § 27, in PL 42, col. 610A). Vi si trova un’ulteriore menzione in una
lettera del Sinodo romano del 378, sotto papa Damaso, inviata agli imperatori
Graziano e Valentiniano: « ... Nam et Sylvester papa a
sacrilegis accusatus, apud parentem vestrum Constantinum causam propriam
prosecutus est ...» (Concilio
Romano, Epistola Ad Gratianum et Valentinianum Imperatores, § 11, a. 378 o 381, in
PL 13, col. 583A), con la quale missiva si riconosceva l’imperatore quale
giudice supremo e solo competente a giudicare il vescovo di Roma.
Il titolo prope martyribus, unito alle sue straordinarie virtù personali, ed
al fatto che inaugurò per la Chiesa un’era nuova di splendore e di prosperità,
servì a circondare la fronte di Silvestro dell’aureola dei beati, in modo che
il suo nome divenne celebre anche nel lontano Oriente.
Al merito di questo grande Papa va ascritta la
conferma dell’ὁμοούσιος di Nicea, al cui
concilio non poté parteciparvi – stando ad Eusebio – per la sua età avanzata («Aberat quidem regiæ urbis antistes ob senilem ætatem: sed præsto erant
presbyteri qui vices ejus implerent»: Eusebio
di Cesarea, De vita Beatissimi Imperatoris Constantini libri
quatuor, lib. III,
cap. 7, § 2, in PG 20, col. 1061B-1062B, ora in Id.,
Vita di Costantino, con introduzione, trad. e note di Laura Franco (a cura di), Milano 2009,
pp. 254-255).
La leggenda non mancò
di cogliere e sfruttare la personalità del grande Pontefice: fu così che egli
divenne lo sterminatore di famosi draghi, che infestavano l’aria col loro
soffio; simbolo strano, ma molto espressivo, della vittoria della Chiesa sull’idolatria
pagana.
In particolar modo
gli Acta Sancti Silvestri raccontano che il papa avrebbe
ammansito, con l’invocazione alla Vergine, un feroce drago, che abitava una
caverna sul Palatino nei pressi di un laghetto stagnante. Quest’animale, col
suo alito pestifero, era in grado di uccidere tutti gli abitanti della zona e
coloro che vi si trovavano a passare nelle vicinanze. Alla fine, papa
Silvestro, che aveva già sconfitto una belva simile a Poggio Catino, si recò
sul luogo armato solo di una croce. Alla vista della croce e con l’invocazione
alla Vergine, il papa riuscì ad ammansirlo ed a legarlo, come un cagnolino, ad
una corda (o filo della sua veste), portandolo al guinzaglio al cospetto dei
fedeli, che lo uccisero. Trascinato il corpo al Foro romano, fino al tempio di
Castore e Polluce, fu qui sepolto. Qui, nelle sue vicinanze, il nostro santo
Pontefice fece erigere una chiesa dedicata a Santa Maria Liberatrice, o Sancta Maria libera nos a pœnis
inferni, che, però, in realtà, risaliva
al XIV sec. (Cfr.
Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal
secolo IV al XIX, Tipografia Vaticana, Roma 18912, pp.
527-529; Ch. Huelsen, Le Chiese di Roma nel medio
evo, Firenze 1927, pp.
339-340. L’Armellini ricorda come la leggenda abbia un senso storico preciso,
attribuendosi a questo papa la cessazione del culto di Vesta e del dragone
effigiato con lei: Armellini, op.
cit., p. 527).
Il sacramentario di Verona offre una messa di san Silvestro alla fine
di ottobre e dopo le messe per i defunti. Nelle orazioni si prega il Signore di
accordargli la felicità eterna tra i santi pastori. Nel VII sec., l’evangeliario
del 645 ed il sacramentario gregoriano contengono il formulario della sua festa
al 31 dicembre. Segnato dallo sviluppo della Chiesa all’indomani della pace costantiniana,
contemporaneo del Concilio di Nicea, il lungo episcopato di Silvestro (314-335)
ha lasciato un ricordo profondo in Oriente. Anche i Bizanini, i Siriaci ed i
Copti, lo celebrano il 2 gennaio come san Silvestro, papa di Roma (Pierre Jounel, Le
Culte des Saints dans les Basiliques du Latran et du Vatican au douzième siècle,
École Française de Rome, Palais Farnèse, 1977, p. 331).
Roma
cristiana ha dedicato molte chiese a san Silvestro. Tra le numerose, merita una
menzione quella di San Silvestro de Capite o Kata Pauli o inter duos hortos, eretta da papa Paolo I (758-762) sul sito della sua
propria dimora, che vi affiancò un monastero, ed originariamente dedicati ai
Santi Stefano e Silvestro (Ibidem, pp. 296-299; Huelsen,
op. cit., pp. 465-467).
Un oratorio, inoltre, dedicato al nostro santo Papa, era stato fondato da papa
Teodoro (642-649), all’interno del Patriarchium del Laterano e che fu demolito da Sisto V per la
fabbrica del nuovo palazzo lateranense (Armellini, op. cit., p.
104; Huelsen, op. cit., p.
467). In quest’oratorio, la domenica
delle Palme avveniva la distribuzione delle palme al popolo.
Un’ultima
chiesa merita una menzione: quella dei Santi Silvestro e Martino ai Monti.
Quest’edificio, fondato pare dallo stesso papa Silvestro su un suolo donato da
un esponente della famiglia degli Equizi (da qui il nome di Titulus Equitii) (Armellini, op. cit., pp.
214-217; Huelsen, op. cit.,
pp. 382-383), è particolarmente importante
in quanto in esso si tenne un’assise preparatoria del primo concilio di Nicea
ovvero un sinodo contro gli eretici Ippolito, diacono, Callisto e Vittorino (o
Vittorio di Aquitania) vescovo, nel 324 (o anche un decennio prima) (Cfr. Armellini, op. cit., p. 214). In questa chiesa era la stazione del giovedì della
IV settimana di Quaresima.
Nel Medioevo, san
Silvestro fu guardato come il rappresentante simbolico del Pontificato romano e
glorioso capo della fila di una serie di Pontefici-re, che perpetuarono a Roma
l’ideale monarchico universale, riva eterna dell’Urbs æterna. Si poteva quasi guardarlo come il fondatore
della dinastia dei Papi-Sovrani: fu per questo che la sua memoria fu associata
sin da subito alla famosa, ma apocrifa, donazione costantiniana ed alla prima
costituzione dello Stato pontificio.
Durante lunghi secoli, la memoria di Silvestro
rimase in grande onore, non solamente a Roma, ma ovunque. La sua festa fu
considerata come di precetto, anche per questa ragione, essa coincide con l’ultimo
giorno dell’anno civile ed oggi ancora incombe sui pastori d’anime l’obbligo di
offrire il divino Sacrificio per il loro gregge in onore del santo Papa.
Secondo gli Ordines
Romani,
il Papa interveniva alla messa di san Silvestro, la fronte cinta dalla tiara (nel
catalogo di Pietro Mallio si ricordano tra le festività nelle quali il papa era
coronato di tiara quella di san Silvestro: Pietro
Mallio, Excerpta ex libro Petri Mallii canonici
sancti Petri ad Alexandrum III, cap. XXVII, De
festivitatibus, in quibus dominus papa coronabatur, in PL 78, col. 1057B),
come nei giorni solenni, ed egli accordava la vacanza al concistoro («Quandoque tamen post Circumcisionem vocatur die cardinales ad consistorium,
non ad negotiandum, sed ad revidendum, si placet domino papæ. ... In die
Circumcisionis Domini non fit consistorium. ... Item in festo sancti Silvestri
non fit consistorium»: Ordo Romanus XIV, § CI. In quibus diebus et solemnitalibus consueverunt
Romani pontifices a consistoriis abstinere, ivi, col. 1226B, 1228B e 1231B).
Dal 1960, di questo Pontefice si fa solo una
mera commemorazione durante l’Ottava di Natale.
Pomarancio, Papa Silvestro battezza Costantino, Battistero di San Giovanni in Laterano, Roma |
Raffaello Sanzio, Battesimo di Costantino, 1520-24, Stanza di Constantino, Palazzi Pontifici, Vaticano |
Raffaello Sanzio, La Donazione di Costantino, 1520-24, Stanza di Constantino, Palazzi Pontifici, Vaticano |
Artista italiano sconosciuto, Donazione di Costantino, XIII sec., Chiesa dei Santi Quattro Coronati, Roma |
Sebastiano Conca, Battesimo di Costantino, 1709, Pinacoteca civica, Teramo |
Giovanni Maria Viani, S. Silvestro papa, XVII sec., Museo diocesano, Bologna |
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