lunedì 1 dicembre 2014

Il corano “libro profetico di pace”? Mons. Nona, arcivescovo di Mosul, non condivide quest'opinione

Il corano “libro profetico di pace”? È davvero così?
Sull’aereo che lo riconduceva a Roma, papa Bergoglio ha affermato che il corano sarebbe “un libro di pace, un libro profetico di pace”. Da parte la circostanza che nella trascrizione che ne fa la Radio Vaticana - è la nostra impressione - scompare l’espressione “libro profetico”, benché si senta distintamente (e compaia nella trascrizione integrale), la condivisione della tesi di coloro che affermano che il corano sarebbe “libro profetico di pace” (tesi che peraltro aveva in precedenza già espresso nell'esortazione Evangelium Gaudium, § 253), di parere nettamente diverso, in ogni caso, è Mons. Emil Nona, arcivescovo di Mosul, che la violenza del “libro di pace” l’ha provata sulla sua pelle, come dichiarò in una sua intervista lo scorso agosto:

«I jihadisti sono un pericolo per tutti, per voi occidentali ancor più di noi. Un giorno vi pentirete della vostra politica»

di Redazione

L’arcivescovo di Mosul: «Verrà un tempo in cui vi dovrete pentire di questa politica. Il confine di questi gruppi è tutto il mondo: il loro obiettivo è di convertire con la spada o di uccidere tutti gli altri».


Intervistato da Avvenire, monsignor Emil Nona (qui l’intervista a tempi.it), arcivescovo di Mosul, racconta che dall’8 giugno non riesce più a rientrare in città, ormai nelle mani dei fanatici islamici. «Questa gente non crede nel dialogo – dice Nona – questa gente gente crede di poter fare ciò che vuole: chi non è d’accordo con il loro pensiero lo uccidono. Hanno pubblicato un edito che dice: o vi convertite all’islam, o pagate la jeziah (il tributo umiliante, ndr), o andate via. Non c’è stata nessuna mediazione: semplicemente hanno detto che per i cristiani c’erano queste tre scelte».

LA VERA VISIONE DELL’ISLAM. Nona usa parole molto nette per individuare la radice del problema: «La base è la religione islamica stessa: nel Corano ci sono versetti che dicono di uccidere i cristiani, tutti gli altri infedeli. La parola “infedele” nell’islam è una parola molto forte: l’infedele, per l’islam non ha più una dignità, non ha un diritto. A un infedele si può fare qualsiasi cosa: ucciderlo, renderlo schiavo, tutto quello che l’infedele possiede, secondo l’islam, è un diritto del musulmano. Non è un’ideologia nuova, è una ideologia basata sul Corano stesso. Queste persone rappresentano la vera visione dell’islam».

UN PERICOLO PER TUTTI. L’avanzata del Califfato è inarrestabile, dice Nona, «finché la comunità internazionale continuerà a usare i musulmani nella politica. L’islam è una religione diversa da tutte le altre. Quando si usa l’ideologia islamica, il risultato sono questi fondamentalisti. Si possono fermare o con la guerra o scovando dove sono i fondi che finanziano questi gruppi. Si deve ripensare completamente la politica internazionale. Sono tre anni che in Siria la politica usa questi gruppi, sono anni che avviene in Egitto, in Tunisia, in Somalia, in Afghanistan. Ci sono paesi che finanziano in modo molto aperto questi gruppi: la comunità internazionale non dice niente perché questi paesi hanno risorse petrolifere». L’occidente e i suoi politici «non capiscono cosa vuol dire l’islam, pensano che siano un pericolo solo per i nostri paesi. Non è vero: sono un pericolo per tutti, per voi occidentali ancor più di noi. Verrà un tempo in cui vi dovrete pentire di questa politica. Il confine di questi gruppi è tutto il mondo: il loro obiettivo è di convertire con la spada o di uccidere tutti gli altri».

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