“... Quand’ebbe terminata la suddetta preghiera, disse ai
soldati: Su, eseguite gli ordini di chi vi ha inviato. Quelli vennero e lo
trapassarono tutt’insieme con le lance. Cadde e morì. Qui
finiscono gli atti di Tomaso, apostolo di nostro Signore Gesù Cristo, che fu
martirizzato in terra indiana per ordine del re Mazdai”. Così riportano gli apocrifi Atti
di Tommaso, redatti probabilmente ad Edessa, in
Osroene, verso la fine del II sec. o all’inizio del III d.C. Il culto di cui
san Tommaso è attestato dagli antichi Padri, specialmente da san Gregorio di
Nissa e da san Efrem il Siro, che, nel XLII dei suoi Poemi di Nisibis, descrive le urla di Satana perché un mercante
aveva trasportato dalle Indie ad Edessa una parte del corpo dell’Apostolo «Ululavit Diabolus: Quem in locum nunc fugere possum
justos? Mortem incitavi ad Apostolos interficiendos, ut per mortem eorum evadam
verberibus eorum. Sed nunc multo durius verberor. Apostolus quem interfeci in India,
praevenit me Edessam. Hic et illic totus est; illuc profectus sum et erat
illic; hic et illic inveni eum et contritus sum».
Dal 232, in effetti, si veneravano le sue
reliquie ad Edessa (mentre oggi, sin dal XIII sec., si conservano ad Ortona
nell’omonima basilica,
nell’urna in rame che la pietà e la devozione dei cittadini aveva fatto
costruire nel 1612, ornata da un ovale dipinto dall’ortonese Tommaso
Alessandrino e raffigurante l’apostolo).
I Greci celebrano la festa di san
Tommaso il 6 ottobre, i copti il 21 maggio; presso i Latini, il calendario
detto di Carlomagno, dell’anno 781, gli assegna il 3 luglio, d’accordo con
l’uso orientale primitivo, che teneva questo giorno per quello del natale
dell’Apostolo.
Il martirologio geronimiano, del resto, fa
menzione di san Tommaso due volte: il 3 luglio, in memoria di una traslazione
delle reliquie dell’Apostolo ad Edessa, ed il 22 dicembre. Per quest’ultimo
giorno i manoscritti differiscono nella loro giustificazione di una festa di
san Tommaso: il martirologio
di Silos menziona la festa di san Tommaso tra le aggiunte di seconda mano, il
21 dicembre annunciandone la sua passione in India; tuttavia, nel latercolo del
Geronimiano di Epternach (o Echternach) ed in quello di Wissemburg, la
data suddetta apparve come quella della traslazione delle reliquie
dell’Apostolo ad Edessa. Alcune di queste affermazioni non sono
verificabili. Quello che è certo è che il corpo di san Tommaso era venerato ad
Edessa ai tempi di sant’Efrem come abbiamo detto.
I cristiani del Malabar, in India, celebrano
tre feste in onore di Mar Toma: il 3
luglio, il 18 ed il 21 dicembre, ma quella del 3 luglio è la principale. Il 3
luglio è il giorno della sua festa anche presso i siriaci. Anche H. Delehaye
può affermare che la festa del 3 luglio, quod
Orientalibus sollemne est, omnibus S. Thomae festis praevisse.
A Roma, la festa di san Tommaso
risale al Medioevo. Essa apparve nel sacramentario gregoriano e nel calendario
di san Pietro dal XII sec., ma dev’essere molto più antica, poiché il papa
Simmaco (498-514) edificò
a quest’Apostolo un oratorio in Vaticano, presso la basilica rotonda di
sant’Andrea e nel VII sec., si trova una messa in onore di
quest’Apostolo il 21 dicembre nel sacramentario gelasiano, ma si tratta di una
testimonianza isolata.
Il
culto di san Tommaso non prese consistenza a Roma, che aveva quello degli altri
Apostoli, nel corso del X sec. Esso vi è attestato nell’XI sec. e divenne
popolare nel XII. In
onore di san Tommaso, in effetti, la pietà medievale eresse, in seguito, a Roma
almeno una dozzina di chiese di cui la più celebre era quella di san Tommaso in
Parione, san Tommaso in Formis sul monte Celio, un’altra contigua
alla basilica del Laterano che serviva anche da Secretarium, ed infine
un oratorio dedicato all’Apostolo all’interno di Castel sant’Angelo.
L’incredulità di Tommaso subito
dopo la resurrezione di Gesù, ed il fatto che, la domenica in Albis, sin
dall’antichità, si leggesse alla messa il testo dell’apparizione in cui Gesù lo
onora, senza dubbio contribuì a rendere la sua memoria assai popolare, di
preferenza a quella di molti suoi colleghi nell’Apostolato.
Secondo gli Ordines Romani
del XV sec., il papa dava oggi vacanza al concistoro. È ancora d’uso a Roma
che, nella festa di san Tommaso, si comincino a presentare gli auguri di Natale
ai cardinali ed agli altri prelati della corte pontificia.
Una piccola curiosità: il prefazio
della Messa tradizionale di san Tommaso è quello degli Apostoli. A tal
riguardo, va precisato che, alle origini, nei sacramentari leoniano, gelasiano
e gregoriano, ogni domenica ed ogni festa dell’anno avevano un prefazio
particolare; per la comodità dei celebranti e per economizzare la pergamena ed
il lavoro dei copisti, si fece sparire questi prefazi dai messali dal basso
medioevo; fu così che caddero ugualmente in desuetudine, nel XVI sec., le messe
domenicali, al posto delle quali i sacerdoti recitavano comunemente quella
della Santissima Trinità, poiché essa era più corta e che sapevano a memoria.
Il Concilio di Trento eliminò questo secondo abuso,
restituendo le messe domenicali proprie ed ordinando la riforma del Messale
romano. Tuttavia, in questa restituzione, a parte un piccolissimo numero di
eccezioni, gli antichi prefazi propri non trovarono più spazio. Quello che si
recita ora per tutte le feste degli Apostoli è il prefazio romano del
sacramentario leonino per la festa dei santi apostoli Pietro e Paolo.
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El
Greco, S. Tommaso, 1608-14, Museo
del Prado, Madrid |
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Pieter Pauwel Rubens, S. Tommaso, 1610-12 circa, Museo del Prado, Madrid |
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Pieter Pauwel Rubens, Martirio di S. Tommaso, 1639, National Gallery (Národní galerie v Praze), Praga |
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Jusepe de Ribera, S. Tommaso, 1630-35, Museo del Prado,
Madrid |
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Jusepe de Ribera (attribuz.), S. Tommaso, XVII sec., Museo del Prado, Madrid |
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Mathias Stomer, Incredulità di S. Tommaso, 1641-49, Museo del Prado, Madrid |
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Anonimo, S. Tommaso, 1635-65, Museo del Prado, Madrid |
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Diego González de la Vega, S. Tommaso, XVII sec., Museo del Prado, Madrid |
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