La storia di questa
festa si perde nelle tenebre delle catacombe, e, dopo studi recenti, oggi ancora
non si può dire ancora aver fugato tutte le incertezze ed oscurità.
Quando san Pietro,
imprigionato da re Erode, fu liberato dall’angelo, egli visitò nella notte la
comunità cristiana riunita e diede ad essa le raccomandazioni necessarie. Poi,
dicono gli Atti, «egli si levò e si recò in un altro luogo» (At 12, 17). Dove
si recò Pietro? Gli Atti non lo dicono. Forse per non tradire la sua residenza,
ma la tradizione indica Roma. Era l’anno 42 d.C. Per questo, la tradizione
ammette che Pietro fu vescovo di Roma durante 25 anni.
Dal III sec. almeno, si
venerava a Roma, nella regione cimiteriale compresa tra la via Salaria e la via
Nomentana, un ricordo – simboleggiato probabilmente da una cattedra (sedia) di
legno o di tufo – del ministero apostolico esercitato in questo luogo da san
Pietro. Là ardevano le lampade ed i pellegrini del VI sec. che visitavano
questo luogo, avevano il costume di riportarne da essi, per devozione, alcuni
fiocchi di ovatta o di cotone immersi in quest’olio profumato. In seguito, noi
ritroviamo la sella gestatoria apostolicæ confessionis, come la chiama Ennodio, nel battistero damasiano del
Vaticano, in modo che è detto del papa Siricio, successore di Damaso: Fonte sacro magnus meruit sedere sacerdos.
Pertanto, mentre a Roma
il Natale Petri de Cathedra, il 22 febbraio, è annotato dal IV sec. nel
Latercolo Filocaliano, le chiese gallicane, probabilmente per non celebrare
questa festa durante la Quaresima, presero l’abitudine di anticiparla al 18
gennaio. I due usi si svilupparono indipendenti e paralleli durante molti
secoli; poi, finalmente, fuori da Roma, essi ne vennero a perdere l’unità
primitiva del loro significato ed in luogo di un’unica Cattedra di san Pietro,
se ne ebbero due, l’una attribuita a Roma, quella del 18 gennaio, e la seconda
all’altra sede, in definitiva quella di Antiochia, il 22 febbraio.
La Roma medievale
dimenticò in qualche tempo il Natale Petri de Cathedra – senza dubbio
allorché questa cattedra fu tolta dalla sua sede primitiva e trasportata in
Vaticano; o meglio ancora, quando si cominciò a celebrare solennemente, con un
senso quasi analogo, il Natale Ordinationis del Papa, in occasione
del quale affluivano ogni anno a Roma un gran numero di vescovi.
Il fatto è che questa
festa è assolutamente sconosciuta dai sacramentari romani e che essa riappare
soltanto alla data tradizionale nei calendari dell’XI sec. e negli Ordines
Romani di epoca tardiva. Urbano VI volle rendere a questa solennità il suo
antico splendore, ed ordinò che in questo giorno, durante la messa papale in
Vaticano, uno dei cardinali facesse un discorso al popolo. Ma lo zelo del
fervente pontefice non ebbe seguito e fu soltanto nel 1558 che Paolo IV
prescrisse una nuova celebrazione della festa della Cathedra S. Petri qua
primum Romæ sedit il 18 gennaio, conformemente alle tradizioni gallicane.
La venerabile reliquia
della cattedra di san Pietro, trasportata dal battistero in cui essa si trovava
nel V sec., è oggi conservata nell’abside della basilica vaticana di cui essa
costituisce uno dei più magnifici ornamenti. Essa è ridotta ad alcuni pezzi di
legno, ma nell’antichità era ricoperta di lamine di avorio istoriate.
Il
Rinascimento non ha tenuto molto conto del profondo significato dogmatico di
questa sede, allorché i pontefici romani vi prendevano parte col loro
mecenatismo. L’arte grandiosa del Bernini ha racchiuso questo tesoro in un
reliquiario colossale, sebbene oggi i Papi non possano più sedersi, come i
pontefici dei primi quindici secoli, sulla vera ed antica cattedra, quella che
Prudenzio chiamava: Cathedra Apostolica.
La festa fu soppressa nel 1960 (festa expurgata). L’Istruzione De calendariis
particularibus, del
1961, al § 34 recita: «festum Cathedrae S. Petri unice die 22 februarii
celebrandum est», cioè «La festa della Cattedra di san Pietro sarà
celebrata una sola volta, il 22 febbraio», in quanto quella odierna è stata
ritenuta un doppione di quella del 22. Sino al 1960 il rito era doppio
maggiore.
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Marco Basaiti, S. Pietro in cattedra tra i SS. Andrea, Nicola da Bari, Giacomo maggiore e Antonio abate, XVI sec., Chiesa di S. Pietro di Castello, Venezia |
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Cima da Conegliano, S. Pietro in trono tra i SS. Giovanni Battista e Paolo, XVI sec., Pinacoteca di Brera, Milano |
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Roderic d'Osona, S. Pietro in trono, 1475-85, Museu Nacional d'Art de Catalunya, Barcellona |
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Ambito romano, S. Pietro in trono ed apostoli, ovvero Pietro capo del Collegio Apostolico, XVI sec. Museo diocesano, Asti |
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Anton Rafael Mengs, S. Pietro in cattedra, Galleria Sabauda, Torino |
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S. Pietro in cattedra venerato da Pio IX, Palazzo del Laterano, Roma |
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Leone XIII assiso sulla Cattedra di Pietro e circondato da arti e virtù, Palazzo del Laterano, Roma |
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