L’apostolo
di una speciale devozione verso l’adorabile Nome del Salvatore, nel XV sec., fu
san Bernardino da Siena, che percorse una gran parte dell’Italia, presentando
alle popolazioni, su una piccola tavola, le iniziali del santo Nome di Gesù
tutto circondato di raggi. Alla predicazione del Frate Minore corrisposero le
più splendide conversioni, e da ogni parte, specialmente a Siena ed a Viterbo,
si scolpì o incise sulle facciate delle case private come su quella del palazzo
comunale l’augusto Nome del Redentore. I francescani, eredi dello spirito di
Bernardino, continuarono, dopo la sua morte, e soprattutto dopo la sua
canonizzazione, ad organizzare delle feste in onore del Nome di Gesù, già
venerato con un ufficio liturgico speciale in numerosi luoghi d’Italia, quando,
infine, Innocenzo XIII (1721-1724), il 20 dicembre 1721, estese questa festa
alla Chiesa universale, elevando il suo rito al doppio di II classe. Nel
frattempo, sant’Ignazio di Loyola aveva dato il Nome di Gesù all’istituto da
lui fondato.
Dapprima
fissata alla II Domenica dopo l’Epifania, la festa del santo Nome di Gesù fu
spostata, con la riforma di san Pio X, alla Domenica fra la Circoncisione e l’Epifania.
In
effetti, va ricordato che, come indicato dal Messale di san Pio V (§ 351 dell’edizione
di Sodi-Triacca), se l’Ottava di santo Stefano (2 gennaio) e di san Giovanni (3
gennaio) o dei santi Innocenti (4 gennaio) cadeva la domenica, si faceva l’Ufficio
dell’Ottava dei santi e non si faceva nulla della domenica. Il 5 gennaio era occupato
dalla Vigilia dell’Epifania. Fino alla riforma del calendario di san Pio X,
quindi, la domenica che cadeva il 2, o il 3 o il 4 o il 5 gennaio era ignorata,
la Vigilia dell’Epifania era considerata come prevalente sulla domenica e ne
aveva tutti i privilegi. San Pio X, con il m.p. Abhins duos annos del 23
ottobre 1913, approfittò, dunque, della sua riforma per liberare la Domenica
delle Nozze di Cana, che è, in verità, connessa con il mistero dell’Epifania
(tre misteri sono venerati in questa festa: l’adorazione dei Magi, il Battesimo
del Signore e le Nozze di Cana) e che era eclissata dalla festa del Santo Nome
dai tempi di Innocenzo XIII.
La
Festa del Santo Nome, quindi, cadeva, sino agli anni ’70 del secolo scorso, la
domenica compresa tra il 2 ed il 5 gennaio, o, in difetto di questa, il 2
gennaio.
Con
la riforma montiniana del calendario (m.p. Mysterii Paschalis del 14
febbraio 1969), essa sarà soppressa. Papa Giovanni Paolo II la ripristinò, con
la riforma del Messale romano del 2002, quale memoria facoltativa, fissandola al
primo giorno libero dopo il 1° gennaio, cioè il 3 gennaio.
Molte
chiese orientali, unitamente ad alcuni gruppi protestanti (ad es., i luterani e
gli anglicani), celebrano la festa il 1° gennaio (alcune comunità dell’anglicanesimo
la festeggiano al 7 agosto).
Questo
blog, ovviamente, seguendo il calendario tradizionale, la ricorda alla domenica
tra la Circoncisione e l’Epifania.
Benché
la messa tradizionale riveli il suo carattere moderno – sebbene,
liturgicamente, sia una ripetizione di quella del 1° gennaio – essa è ricca di
pietà e piena di quella soave unzione di devozione, che distinse la famiglia
francescana nel Medioevo.
Il
santissimo Nome di Gesù è il divino poema che esprime quello che la sapienza e
la misericordia di Dio hanno potuto inventare di più sublime e di più umile per
salvare l’umanità decaduta. Questo Nome adorabile, pronunciato all’inizio dall’Angelo,
poi imposto al Verbo incarnato da Maria e Giuseppe, si trova anche sulle labbra
di Pilato che dettò la sentenza di morte contro il Salvatore. Gesù fu il
rifiuto del mondo, ma precisamente per i meriti del suo sacrificio spontaneo, l’Eterno
Padre lo ha costituito giudice dei vivi e dei morti e ha voluto che il suo Nome
figurasse anche quale segno di salvezza sulle fronti dei predestinati: Habentes nomen ejus et
nomen Patris ejus scriptum in frontibus.
Antoine Sallaert, Glorificazione del Nome di Gesù, XVII sec., collezione privata |
Juan de las Roelas, Adorazione del nome di Gesù, 1604-05, cappella dell’Università, Siviglia |
El Greco, Adorazione del nome di Gesù, 1578-80, National Gallery, Londra |
El Greco, Allegoria della Lega Santa ovvero Adorazione del nome di Gesù, 1577-79, Monastero de El Escorial, Madrid |
Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccia, Trionfo del Nome di Gesù, 1676-79, Chiesa del Gesù, Roma |
Antonio Raggi - Leonardo Retti, Ut in nomine Jesu omne genu flectatur coelestium, terrestrium et infernorum, XVII sec., Volta della Chiesa del Gesù, Roma |
Nessun commento:
Posta un commento