Nell'Ottava - esistente sino al 1955 - di S. Stefano protomartire, rilancio il consueto editoriale di "Radicati nella fede", tradotto in inglese dall'immancabile Rorate caeli.
LA DOTTRINA
NON È MAI BARATTABILE
Editoriale
“Radicati nella fede” - Anno VIII n. 1 - Gennaio 2015
Finalmente è arrivata. È arrivata
come dono natalizio quasi inatteso, tanto la si è aspettata. È arrivata come
benefico dono per chi ne vuole approfittare. Che cosa è arrivata, direte voi?
ma l’edizione in lingua italiana de “La Riforma Liturgica Anglicana” di Michael
Davies!
In questi anni ne abbiamo dato
ampi stralci su questo bollettino e sul nostro blog, ma mancava la
pubblicazione completa della traduzione italiana. Ora, grazie a Dio, c’è.
Questo primo editoriale dell’anno
vuole essere semplicemente un sentito invito, perché molti prendano in mano
questa bella opera e si immergano nella sua lettura. Lo facciamo con calda
decisione, perché per noi fu fondamentale l’incontro con le pagine di Davies.
Non possiamo dire che costituirono l’unica motivazione del nostro passaggio al
rito antico, ma certamente contribuirono a rischiararne definitivamente le
ragioni.
Sì, perché di ragione si tratta.
Nel Cattolicesimo ci si muove per delle ragioni, si decide, si sceglie e si
opera in un senso o in un altro per delle ragioni, che l’intelligenza
illuminata dalla Grazia riconosce. Non è il sentimento o il gusto personale che
determinano l’agire, ma la ragione. Ecco perché nella Chiesa non si sacrifica
mai la Dottrina. Non c’è divario tra Dottrina e Santità, tra Dottrina e Carità,
tra Dottrina e Preghiera, tra Dottrina e Fede! Il neo- modernismo popolare di
oggi, di bassissimo livello, ha introdotto di fatto questo divario, per cui
molti dicono che importante è vivere bene; non importa come e cosa credi, non è
importante la dottrina. C’è, nel vissuto della Chiesa di oggi, una disistima
della Dottrina, a favore del fare esperienza di fede: ma come si può fare
esperienza vera di Dio se, disistimando la Dottrina, ci si riduce a vivere “cose
religiose” disancorate dalla Rivelazione di Dio?
Perdonate la digressione, ma è
solo per ribadire che nel testo di Davies vi sono offerte, in modo chiaro e
sintetico, le ragioni per compiere passi decisivi verso la Tradizione. Lo diciamo
ancora una volta, dopo averlo ripetutamente scritto su queste pagine: l’abbandono
della retta fede, l’abbandono dell’unità cattolica, la perdita del sacerdozio e
dei sacramenti, non sempre avviene in modo immediato ed esplicito, può avvenire
subdolamente e gradatamente, a causa di graduali riforme del rito della Messa e
degli altri sacramenti; e queste graduali e subdole riforme non dichiareranno
mai qualcosa di esplicitamente eretico, ma taceranno sempre più aspetti
fondamentali del dogma cattolico. E cosa capiterà ai cristiani, che per amore
di tranquillità non rifiuteranno in modo chiaro questo processo di decadenza?
Capiterà una graduale trasformazione della loro fede, così graduale da non avvedersene.
Non se ne accorgeranno! Sicuri della loro volontà di restare cattolici, ma non
mossi dalle ragioni, cioè non vigilando intellettualmente, con la ragione,
sulla Dottrina, non si accorgeranno nel tempo di essersi trasformati, fino a diventare
un’ombra di quello che erano. Prima erano semplicemente cattolici, poi
diventeranno vagamente religiosi, regredendo fino ad una religione naturale, al
naturalismo; sperando che non perdano del tutto la fede in Dio.
Se non ci sono le ragioni, questo
e altro può capitare!
Fu il caso dell’Inghilterra dopo
lo scisma, lo sapete bene... e se non lo sapete ancora, leggete Davies. Fu il
caso dell’Inghilterra, ma sarà solo il suo caso? Questo lo si deve capire con
la ragione fortificata dalla grazia.
Per questo vi invitiamo a leggere
“La Riforma Liturgica Anglicana”. Ma, leggendo, cerchiamo di cogliere la logica
di questo grande lavoro di Davies. Non cerchiamo solo qualche notizia che
solletichi la nostra passione per la Tradizione o il nostro scandalo per le
innovazioni.
No, cerchiamo la logica che guida
questa illuminante indagine: la Dottrina comanda nella Fede. Non si può sperare
di restare cattolici, di permanere nella grazia, senza mantenere la retta
Dottrina. Per questo la Chiesa con il suo Magistero, nei secoli, ha difeso e
diffuso la retta Dottrina; per questo ha fatto i catechismi; per questo ha
tanto lavorato perché il popolo non rimanesse nell’ignoranza, ma conoscesse la
Rivelazione di Dio. Ma, ancora prima, per questo, rivelandosi, Dio ha parlato
alla ragione degli uomini!
La Dottrina prevale sempre, non è
mai sostituibile, non è barattabile con altro, neanche con ciò che sembra santo
e spirituale, ma che, se non è dottrinalmente sano, santo non è in verità. Non
ci può essere preghiera gradita a Dio che non rispetti la Dottrina cattolica,
che scaturisce dalla Rivelazione di Dio. Non ci può essere nessuna azione
santa, gradita a Dio, nessuna opera santa nella Chiesa, che taccia o ometta
qualche aspetto della Dottrina cattolica! E questo è vero anche nell’azione per
eccellenza, nell’opera per eccellenza, che è la Santa Messa.
Questo è vero per tutti.
Per quelli che si modernizzano
facilmente, sempre preoccupati di non restare indietro con i tempi, per i
cattolici che amano il moderno, per intenderci.
Ma è vero, verissimo, anche per i
conservatori, che brontolano sulle novità che li turbano, ma che, non andando a
cercare le ragioni del loro turbamento, non facendo un lavoro serio sulla
Dottrina, restano deboli. E siccome non si può vivere tutta la vita
brontolando, presto o tardi si adattano alle riforme ambigue, illudendo se
stessi che non cambieranno mai la loro fede. E mentre si illudono, si sono già
adattati a molte ambiguità.
Allora, buona lettura dell’opera
di Davies; buon lavoro per scoprire le ragioni dell’amore alla Tradizione.
E ricordiamo sempre che la
Dottrina non è mai barattabile.
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