Il santo,
nato il 21 agosto 1567, ordinato sacerdote nel 1593, impegnato dal 1593 al 1598
nella missione di Chablais che terminò con la conversione di 70.000
protestanti; ordinato vescovo di Ginevra nel 1602. Egli è famoso per la sua
attività di propaganda e di predicazione. Infilava volantini sotto le soglie
delle porte, affiggeva manifesti, stampava fogli da far distribuire, ecc. Tutto
ciò lo faceva per far tornare i protestanti alla fede cattolica. A chi gli
rimproverava la dolcezza nei riguardi dei protestanti, rispondeva che non
poteva mutare atteggiamento dopo che aveva, per tutta la vita, dominato il suo
carattere. Famosa è anche l’espressione secondo cui si può prendere meglio un
pugno di mosche con un cucchiaio di miele piuttosto che con un barile di aceto:
«On prend plus de mouches avec une cuillerée de miel, qu’avec cent tonneaux de
vinaigre». Scriveva in maniera colorita, parlando della correzione animata da
vera carità: «Nelle buone insalate ci vuole più olio che aceto e sale.
Procurate di essere il più mansueto possibile e ricordatevi che si prendono più
mosche con poco miele che con cento barili d’aceto» (Una sorella della Visitazione, L’amore è la vita del nostro cuore.
100 pagine di Francesco di Sales, Roma 2003, p. 93).
Il grande
santo della mansuetudine, dell’amabilità e dell’amore di Dio morì a Lione il 28
dicembre 1622, ma poiché questo giorno è già consacrato al natale degli Innocenti a cui tra l’altro
Francesco era tanto devoto, la sua memoria fu ritardata sino ad oggi,
anniversario della traslazione del suo corpo ad Annecy.
La Messa è
quella del Comune dei Dottori, ma come avvenuto per la festa di sant’Ilario, la
prima colletta è propria e fu composta da papa Alessandro VII, al secolo Fabio Chigi, fervente seguace del nostro Santo e della sua spiritualità, a cui il Santo Vescovo aveva predetto la vocazione ecclesiastica ed il
supremo pontificato e che avrebbe elevato il nostro Santo agli onori degli
altari nel 1661 con la beatificazione e nel 1665 con la canonizzazione. Due
fiorenti istituti religiosi rappresentano attualmente la posterità spirituale
di san Francesco de Sales, e questi sono le religiose della Visitazione,
direttamente istituite da lui; e la congregazione salesiana, che san Giovanni
Bosco trasse dal cuore stesso e dallo spirito del santo vescovo di Ginevra.
La caratteristica
del santo vescovo fu la dolcezza e l’umiltà del cuore, virtù per mezzo delle
quali convertì circa settantamila eretici alla fede cattolica e guidò una folla
di anime verso le sommità più elevate della perfezione. La rudezza delle
maniere, lo zelo impetuoso e l’impazienza non sono sempre i mezzi migliori per
condurre le anime a Gesù Cristo, poiché la virtù, per essere amata, deve
mostrarsi amabile e rendersi accessibile a tutti i cuori. Qual è il segreto di
una tale abnegazione? La pienezza dell’amore di Dio, poiché, come dice
l’Apostolo, Charitas non quærit quæ sua sunt.
Due chiese a Roma sono dedicate al nostro santo.
Una,
fondata nel 1669, si trova attualmente nel rione Trastevere, all’interno del
carcere di Regina Coeli. Originariamente, annesso alla chiesa era il convento
delle Visitandine sino al 1793. In seguito, vi vennero le Serve di Maria sino a
che, nel 1870, non vi fu l’espropriazione da parte dello Stato italiano (Cfr. Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al
XIX, Tipografia Vaticana, Roma 18912, pp. 654-655), che dapprima
trasformò il convento in carcere femminile, poi, in caserma ed infine annesso
al vicino carcere di Regina
Coeli. La chiesa, per anni sconsacrata, è stata riaperta al culto nel
novembre 2005, ed è dedicata a Santa Maria della Visitazione e San Francesco di
Sales.
Un’altra
chiesa, dedicata al Santo vescovo, infine sorge nel quartiere Alessandrino. Essa
è stata costruita tra il 2003 ed il 2004 e consacrata nel gennaio 2005, sebbene
la sua istituzione risalisse al 1961.
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