Nella memoria di S. Pietro Nolasco e seconda di S. Agnese, rilancio una notizia che è stata trascurata da molti blog cattolici. Si tratta della notizia di una scoperta di un nuovo testo di Tommaso da Celano (v. anche il sito di medievalhistories); notizia che non mancherà di riempire di gioia i veri estimatori del grande Santo d'Assisi, oggi tra i più incompresi, deformati e falsificati della storia della santità della Chiesa.
Indubbiamente questa scoperta senz'altro getterà ulteriore luce sulla figura del Poverello, contribuendo a rimuovere quella patina di uomo irenista, pacifista, pauperista, buonista, animalista ante litteram, ...; aggettivi questi che non possono in alcun modo attribuirsi allo Stigmatizzato de La Verna, come messo in luce dalla storiografia più recente (v. qui).
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Un nuovo manoscritto sulla vita di san Francesco,
l'eccezionale scoperta che ci riempie di gioia
di Felice Acrocca
Storico
La notizia della scoperta di una nuova vita di san Francesco certo
fa fare salti di gioia. Un articolo su Le Monde, sabato 24, e un altro (non privo di inesattezze) del medesimo tenore
sul Corriere della sera,
domenica 25 gennaio, hanno diffuso la notizia che Jacques Dalarun ha
rintracciato, in un manoscritto proveniente da una collezione privata e ora –
grazie all’interessamento dello stesso Dalarun – acquisito per 60.000 euro
dalla Biblioteca Nazionale di Parigi, una nuova vita del Santo che sarebbe
stata scritta da Tommaso da Celano, dopo che l’agiografo abruzzese aveva
redatto, tra il 1228 e il 1229, la sua prima opera (la Vita beati Francisci, più
conosciuta come Vita prima),
e prima che mettesse mano a scrivere il Memoriale (meglio noto come Vita secunda, circa 1247).
Jacques Dalarun ha infatti reso noto che nel settembre 2014
ricevette una mail da Sean L. Field, che gli segnalava la notizia di un
manoscritto posto all’asta nel sito Les
Enlumineurs, una delle migliori gallerie sul Medio Evo e il Rinascimento:
un manoscritto che prometteva di rivelarsi interessante! Quando ha potuto
trascrivere il Prologo del testo, Dalarun si è reso conto che
il codice trasmetteva un’opera del primo agiografo di san Francesco, il quale
si rivolgeva a frate Elia, allora ministro generale, dichiarando che alcuni
frati lamentavano il fatto che la sua opera (la Vita beati Francisci, appunto) fosse
troppo lunga e gli chiedevano di farne un compendio. Nello stesso Prologo, Tommaso riconosceva
che proprio Elia (ministro generale tra il 1232 e il 1239) gli aveva fornito le
informazioni necessarie per scrivere l’opera precedente.
Secondo Dalarun non solo l’opera è stata scritta da Tommaso negli
anni Trenta del Duecento, ma il manoscritto stesso, di origine centro italica,
risale a quegli anni, ciò che rende il tutto davvero molto interessante.
Infatti, il codice, 122 fogli di piccola dimensione (120 x 82 mm), contiene
diversi florilegi, delle collezioni di sermoni, le Ammonizioni di san Francesco, un commento al Padre
Nostro. Ora, se davvero il codice è stato scritto negli anni Trenta, vale a
dire pochi anni dopo la morte del Santo, ci troveremmo di fronte al testo più
antico delle Ammonizioni;
inoltre, che rapporto c’è tra il commento al Padre Nostro e la Preghiera sul Padre Nostro (così l’intitola l’ultimo editore) che
compare tra gli scritti di Francesco? E tra i sermoni in questione potrebbe forse
trovarsi quello pronunciato da Gregorio IX in occasione della canonizzazione
dell’Assisiate, che sappiamo traeva esordio dal versetto biblico Quasi stella matutina e di cui finora si è persa ogni
traccia? Forse sto sognando, ma sognare – almeno fino a che non si avrà la
possibilità di studiare il codice – non costa nulla.
Certo, è ben difficile che in epoca posteriore qualcuno si mettesse
a copiare un’opera che nel Prologo dava
un tale risalto a frate Elia, vittima, dopo la sua deposizione dal governo
dell’Ordine (1239) di una efficacissima damnatio
memoriae. Anche sull’origine centro italica mi pare di poter concordare, a
partire però dalla sola foto (certo non di qualità) pubblicata dal Corriere
della sera.
La nuova Vita produce qualcosa di nuovo in merito
alla conoscenza di Francesco oppure si limita ad abbreviare la precedente opera
di Tommaso? Per ora, nulla può dirsi di preciso, finché non si avrà a
disposizione il testo. Resta il fatto che l’eccezionale scoperta ci riempie di
gioia e infonde fiducia che non tutti i giochi son fatti: vale a dire che altre
scoperte sono ancora possibili, come testimonia il fatto che nemmeno
quarant’anni or sono Giovanni Boccali ritrovò un brano poetico indirizzato da
Francesco a Chiara e alle sue sorelle (si tratta dell’Audite poverelle).
Anche per questo il nostro grazie a Jacques Dalarun, tra gli
studiosi di francescanesimo uno tra quelli maggiormente impegnati nello studio
delle opere agiografiche su san Francesco d’Assisi, non può che essere
spontaneo, grande e sincero.
Fonte: sanfrancesco, 27.1.2015
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