Per assaporare la mistica e l'ascesi di S. Antonio abate, detto il Grande, riporto alcuni suoi apoftegmi o detti:
1. Un giorno il santo padre Antonio, mentre sedeva nel deserto, fu preso da sconforto e da fitta tenebra di pensieri. E diceva a Dio: «O Signore! Io voglio salvarmi, ma i pensieri me lo impediscono. Che posso fare nella mia afflizione?». Ora, sporgendosi un po’, Antonio vede un altro come lui, che sta seduto e lavora, poi interrompe il lavoro, si alza in piedi e prega, poi di nuovo si mette seduto a intrecciare corde, e poi ancora si alza e prega. Era un angelo del Signore, mandato per correggere Antonio e dargli forza. E udì l’angelo che diceva: «Fa’ così e sarai salvo». All’udire quelle parole, fu preso da grande gioia e coraggio: così fece e si salvò (76b; PJ VII, 1).
2. Il padre Antonio, volgendo lo sguardo all’abisso dei giudizi di Dio [1], chiese: «O Signore, come mai alcuni muoiono giovani, altri vecchissimi? Perché alcuni sono poveri, e altri ricchi? Perché degli empi sono ricchi e dei giusti sono poveri?». E giunse a lui una voce che disse: «Antonio, bada a te stesso. Sono giudizi di Dio questi: non ti giova conoscerli» (76c; PJ XV, 1).
3. Un tale chiese al padre Antonio: «Che debbo fare per piacere a Dio?». E l’anziano gli rispose: «Fa’ quello che io ti comando: dovunque tu vada, abbi sempre Dio davanti agli occhi; qualunque cosa tu faccia o dica, basati sulla testimonianza delle Sante Scritture; in qualsiasi luogo abiti, non andartene presto. Osserva questi tre precetti, e sarai salvo» (PJ I, 1).
4. Disse il padre Antonio al padre Poemen: «Questa è l’opera grande dell’uomo: gettare su di sé il proprio peccato davanti a Dio; e attendersi tentazioni fino all’ultimo respiro» (77a; PJ XV, 2).
5. Egli disse ancora: «Nessuno, se non tentato, può entrare nel regno dei cieli; di fatto – dice – togli le tentazioni, e nessuno si salva» (Vedi Evagrio 5; cf. Poemen 13).
6. Il padre Pambone chiese al padre Antonio: «Che debbo fare?». L’anziano gli dice: «Non confidare nella tua giustizia, non darti cura di ciò che passa, e sii continente nella lingua e nel ventre».
7. Il padre Antonio disse: «Vidi tutte le reti del Maligno distese sulla terra, e dissi gemendo: – Chi mai potrà scamparne? E udii una voce che mi disse: – L’umiltà» (77b; PJ XV, 3).
8. Il padre Antonio disse: «Vi sono di quelli che martoriano il corpo nell’ascesi e, mancando di discernimento, si allontanano da Dio» (PJ X, 1).
9. Disse ancora: «È dal prossimo che ci vengono la vita e la morte. Perché, se guadagniamo il fratello, è Dio che guadagniamo; e se scandalizziamo il fratello, è contro Cristo che pecchiamo» (PJ XVII, 2).
Fonte: Vita e detti dei Padri del deserto
Fonte: Vita e detti dei Padri del deserto
10.
Disse ancora: «Come i pesci muoiono se restano all’asciutto, così i monaci che
si attardano fuori della cella o si trattengono fra i mondani, snervano il
vigore dell’unione con Dio. Come dunque il pesce al mare, così noi dobbiamo
correre alla cella; perché non accada che, attardandoci fuori, dimentichiamo di
custodire il di dentro» (77c; PJ II, 1).
11.
Disse ancora: «Chi siede nel deserto per custodire la quiete con Dio è liberato
da tre guerre: quella dell’udire, quella del parlare, e quella del vedere.
Gliene rimane una sola: quella del cuore» (PJ II, 2).
12.
Alcuni fratelli si recarono dal padre Antonio per raccontargli le loro visioni
e apprendere se erano vere o dai demoni; essi avevano un asino, e morì lungo il
cammino. Quando dunque giunsero dall’anziano, questi li prevenne: «Come mai
l’asinello è morto lungo la strada?». Gli dicono: «E come l’hai saputo,
padre?». Ed egli a loro: «Sono stati i demoni a farmelo vedere». Gli dicono: «E
noi appunto per questo eravamo venuti: per chiederti se non siamo preda
d’inganno, perché abbiamo visioni che spesso si mostrano vere». Ora, con
l’esempio dell’asino, l’anziano li convinse che erano dai demoni (77d; PJ X,
2a).
13.
Nel deserto c’era un tale che cacciava belve feroci; e vide il padre Antonio
che scherzava con i fratelli e se ne scandalizzò. Ma l’anziano, volendo fargli
capire che occorre talvolta accondiscendere ai fratelli, gli dice: «Metti una
freccia nel tuo arco e tendilo». Egli lo fece. Gli dice: «Tendilo ancora», e lo
fece. Gli dice un’altra volta: «Tendilo». Il cacciatore gli dice: «Se lo tendo
oltre misura, l’arco si spezza». L’anziano gli dice: «Così accade anche nell’opera
di Dio: se coi fratelli tendiamo l’arco oltre misura, presto si spezzano.
Perciò talvolta bisogna essere accondiscendenti con i fratelli». Ciò udendo, il
cacciatore fu preso da compunzione e se ne andò molto edificato. E anche i
fratelli ritornarono confortati ai loro posti (77d-80a; PJ X, 2b).
14.
Il padre Antonio udì di un giovane monaco che aveva compiuto un prodigio sulla
strada: visti degli anziani affaticati dal cammino, aveva ordinato agli onagri
di venire e di portarli fino ad Antonio. Gli anziani riferirono la cosa al
padre Antonio. Dice loro: «Quel monaco mi pare una nave piena di tesori; ma non
so se giungerà in porto». Dopo qualche tempo, a un tratto, il padre Antonio si
mette a piangere, a strapparsi i capelli, a gemere. I discepoli gli chiedono:
«Padre, perché piangi?». Ed egli: «È crollata or ora una grande colonna della
Chiesa» – intendeva dire di quel giovane monaco. «Ma andate da lui – dice – a
vedere quel che è accaduto». I discepoli dunque vanno e trovano il monaco che,
seduto su una stuoia, piange il peccato commesso. Al vedere i discepoli
dell’anziano, egli dice: «Dite al padre che supplichi Dio di concedermi solo
dieci giorni di tempo, e spero di poterne fare ammenda». Dopo cinque giorni
morì (80bc).
15.
Un monaco fu lodato dai fratelli presso il padre Antonio. Egli lo prese seco e
lo mise alla prova per vedere se sopportava il disprezzo. Visto poi che non era
capace di soffrirlo, gli disse: «Sembri un villaggio tutto adorno sul davanti e
dietro devastato dai briganti» (PJ VIII, 2).
16.
Un fratello disse al padre Antonio: «Prega per me». L’anziano gli dice: «Non
posso io avere pietà di te, e neppure Dio, se non sei tu stesso a impegnarti
nel pregare Dio» (PJ X, 3).
17.
Un giorno, alcuni anziani fecero visita al padre Antonio; c’era con loro il
padre Giuseppe. Ora l’anziano, per metterli alla prova, propose loro una parola
della Scrittura e cominciò dai più giovani a chiederne il significato. Ciascuno
si espresse secondo la propria capacità. Ma a ciascuno l’anziano diceva: «Non
hai ancora trovato». Da ultimo, chiede al padre Giuseppe: «E tu, che dici di
questa parola?». Risponde: «Non so». Il padre Antonio allora dice: «Il padre
Giuseppe sì, che ha trovato la strada, perché ha detto: – Non so» (80d; PJ XV,
4).
18.
Dei fratelli, da Scete, vollero far visita al padre Antonio. Imbarcandosi per
compiere il tragitto, trovarono un anziano che pure voleva recarsi colà; ma i
fratelli non lo conoscevano. Seduti sul battello, discorrevano delle parole dei
padri, e di quelle della Scrittura, e dei loro lavori; il vecchio taceva.
Quando giunsero all’ancoraggio, si accorsero che anche il vecchio andava dal
padre Antonio. Arrivati che furono da lui, il padre Antonio dice loro: «Avete
trovato una buona compagnia in quest’anziano». E all’anziano: «Padre, ti sei
trovato con dei buoni fratelli». L’anziano risponde: «Buoni lo sono; ma la loro
corte è senza porta e chiunque vuole può entrare nella stalla e sciogliere
l’asino». Intendeva dire che parlavano di qualunque cosa venisse loro alla
bocca (81a; PJ IV, 1).
19.
Dei fratelli fecero visita al padre Antonio e gli dissero: «Dicci una parola:
come possiamo salvarci?». L’anziano dice: «Avete ascoltato la Scrittura? È quel
che occorre per voi». Ed essi: «Anche da te, padre, vogliamo sentire qualcosa».
L’anziano dice loro: «Dice il Vangelo: Se uno ti percuote sulla guancia destra,
porgigli anche l’altra (cfr. Mt 5, 39)». Gli dicono: «Ma di far questo non
siamo capaci». L’anziano dice loro: «Se non sapete porgere anche l’altra,
tenete almeno ferma la prima». Gli dicono: «Neppure di questo siamo capaci». E
l’anziano: «Se neppure di ciò siete capaci, non contraccambiate ciò che avete
ricevuto». Dicono: «Neppure questo sappiamo fare». Allora l’anziano dice al suo
discepolo: «Prepara loro un brodino: sono deboli». E a loro: «Se questo non
potete e quello non volete, che posso fare per voi? C’è bisogno di preghiere»
(81b).
20.
Un fratello che aveva rinunciato al mondo e dato ai poveri i suoi beni, ma si
era tenuto qualcosa per sé, fece visita al padre Antonio. Il padre, sapendo il
fatto, gli dice: «Se vuoi farti monaco, va’ al tuo paese, compera della carne,
legala attorno al corpo nudo e vieni qui». Così fece il fratello; e i cani e
gli uccelli gli dilaniarono tutto il corpo. Quando fu giunto dal padre, questi
gli chiese se avesse fatto secondo il suo consiglio: egli mostrò il suo corpo
pieno di ferite. Sant’Antonio allora gli dice: «Quelli che rinunciano al mondo
e vogliono tenersi dei beni, vengono in tal modo fatti a brani lottando contro
i demoni» (81c; PJ VI, 1).
Fonte: Vita e detti dei Padri del deserto
Lorenzo Vaccaro - Domenico Ferraro - Domenico Antonio Ferro, Sant'Antonio Abate, 1850-60 Tesoro di San Gennaro, Duomo, Napoli |
Nessun commento:
Posta un commento