Nella memoria dell’Ottava di san Giovanni Evangelista e
di S. Genoveffa, vergine, patrona di Parigi, rilancio questo contributo del
prof. De Mattei, tradotto dal consueto benemerito Rorate Caeli.
Tango in San Pietro mentre la barca va alla deriva
Vittorio Messori, all’indice per timide obiezioni della vigilia di Natale,
superato in breccia da questo saggio
di Roberto de Mattei
Forse gli storici di domani ricorderanno che nel 2014 in piazza San
Pietro si ballava il tango, mentre i cristiani venivano massacrati in oriente e
la chiesa era sull’orlo di uno scisma. Questa atmosfera di leggerezza e di
incoscienza non è nuova nella storia. A Cartagine, ricorda Salviano di
Marsiglia, si ballava e si banchettava alla vigilia dell’invasione dei Vandali
e a San Pietroburgo, secondo la testimonianza del giornalista americano John
Reed, mentre i bolscevichi conquistavano il potere i teatri e i ristoranti
continuavano a essere affollati. Il Signore, come dice la Scrittura,
acceca chi vuole perdere (Gv 2, 27-41).
Il dramma principale del nostro tempo non è tuttavia l’aggressione che
viene dall’esterno, ma quel misterioso processo di autodemolizione della chiesa
che sta giungendo alle ultime conseguenze, dopo essere stato per la prima volta
denunciato da Paolo VI nel famoso discorso al Seminario Lombardo del 7 dicembre
1968. L’autodemolizione non è un processo fisiologico. E’ un male che ha dei
responsabili. E i responsabili sono in questo caso quegli uomini di chiesa che
sognano di sostituire il Corpo Mistico di Cristo con un nuovo organismo,
soggetto a una perpetua evoluzione senza verità e senza dogmi.
Un quadro impressionante della situazione è stato offerto alla fine del
2014 da due dossier sulla chiesa rispettivamente pubblicati dal quotidiano
francese Figaro e dal quotidiano italiano Repubblica.
Il Figaro, un giornale di centrodestra, noto per la sua moderazione, ha
dedicato il suo supplemento di dicembre, “Figaro Magazine”, a Guerre secrète au Vatican. Comment le pape François bouleverse l’Eglise: 11 pagine, a
cura di Jean-Marie Guénois, considerato uno dei vaticanisti più seri e
competenti.
“Qualcosa sembra ribaltarsi nella
Chiesa dopo il Sinodo sulla famiglia dell’autunno 2014 – scrive Guénois –
e l’accumulazione degli indizi autorizza a interrogarsi: la Chiesa non
rischia di affrontare una tempesta alla fine del 2015, dopo la seconda sessione
del Sinodo sulla famiglia?” Guénois rivela l’esistenza di una “guerra segreta”
tra cardinali che non ha come fine la conquista del potere. Quella in corso è
una battaglia di idee, che ha come principale oggetto la dottrina della Chiesa
sulla famiglia e sul matrimonio. Papa Francesco è accusato all’interno della
Curia di una gestione autocratica del potere che il giornalista francese
riassume nella formula: “Quand il tranche, le Pape ne met pas de gants” (Quando
il Papa decide, non usa i guanti), ma il vero problema è la sua visione
ecclesiale, ispirata e consigliata dalle correnti più progressiste del
Vaticano.
Secondo Guénois, tre teologi definiscono i nuovi obiettivi: il cardinale
tedesco Walter Kasper, il vescovo italiano Bruno Forte e l’arcivescovo
argentino Victor Manuel Fernández. “E’ questo trio che ha dato fuoco alle
polveri in occasione del Sinodo sulla famiglia!”. Kasper, detto per inciso, è
la testa di ariete per l’ammissione dei divorziati risposati ai sacramenti,
Forte è fautore della legalizzazione dell’omosessualità e Fernández esponente
di spicco della teologia peronista del popolo.
Guénois ha intervistato quindi sul Sinodo il cardinale Burke, che, come è
suo costume, si è espresso con cristallina chiarezza: “Il Sinodo è stata
un’esperienza difficile. C’è stata una linea, quella del cardinale Kasper,
potremmo dire, con la quale si sono allineati coloro che avevano in mano la
direzione del Sinodo. Di fatto il documento intermedio sembrava essere
stato già scritto prima degli interventi dei Padri sinodali! E secondo una linea
unica, a favore della posizione del cardinale Kasper … Inoltre è stata introdotta
la questione omosessuale – che non ha niente a che vedere con la questione del
matrimonio – cercando in essa elementi positivi. (…) E’ stato quindi molto
sconcertante. Come pure il fatto che nella relazione finale sono stati
mantenuti i paragrafi sull’omosessualità e sui divorziati risposati che però
non erano stati adottati secondo la maggioranza dei vescovi richiesta. (…) Sono
molto preoccupato – ha aggiunto il card. Burke – e chiamo tutti i
cattolici, laici, sacerdoti e vescovi, a impegnarsi, da oggi fino alla prossima
Assemblea sinodale, al fine di mettere in luce la verità sul matrimonio”.
Che le preoccupazioni del cardinale Burke siano giustificate lo dimostra il
supplemento settimanale il Venerdì di Repubblica del 27 dicembre 2014
interamente dedicato a una Inchiesta sulla Chiesa: 98 pagine con 20 articoli,
in cui si descrive “la nuova èra di Francesco, tra avversari, santi,
perseguitati e peccatori”.
Il "campione della Repubblica” è il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di
Monaco e Frisinga, che conferma la sua apertura ai divorziati risposati e alle
coppie omosessuali, nega la decadenza morale dell’occidente, e afferma che “la
cosiddetta secolarizzazione è uno sviluppo necessario della libertà. E una
società libera è un progresso, secondo il vero punto di vista del Vangelo”.
Francesco, spiega “vuole condurre la Chiesa alla forza originaria della sua
testimonianza. Ha una chiara visione di quel che vuole, ma non segue un piano
fisso, personale o prestabilito, né un programma di governo. Lancia segnali e
dà esempi, come ha fatto nel Sinodo dedicato al matrimonio e alla famiglia”.
All’interno dello stesso dossier, Marco Ansaldo, in un’intervista dal
titolo Franzoni, la rivincita dell’ex abate rosso, dà ampio spazio a Giovanni
Franzoni, ex abate della Basilica di San Paolo fuori le Mura, sottolineando
come le posizioni per cui fu condannato si avvicinano ora a quelle del
Vaticano. Franzoni fu dimesso dallo stato clericale, per il suo sì alla legge
sul divorzio e sull’aborto, e per le sue dichiarazioni di voto a favore del
Partito comunista. Sposato con una giornalista atea giapponese, oggi non
rinnega le sue idee e afferma di avere “scoperto la sessualità come arricchimento
totale e non come deprivazione di energie che potrebbero essere dedicate al
Signore”.
Secondo alcune indiscrezioni Papa Francesco avrebbe intenzione di ammettere al sacerdozio alcuni laici sposati (i cosiddetti viri probati) e di
reintegrare nell’amministrazione dei sacramenti preti già sposati, ridotti allo
stato laicale, come lo stesso Franzoni o l’ex francescano e teologo no-global
Leonardo Boff, che vive attualmente in Brasile con una compagna. Il 17 dicembre
Boff, che è passato dalla teologia della liberazione alle eco-teologia, ha
confermato all’Ansa di avere mandato al Papa, su sua richiesta, materiale per
la prossima enciclica, e il 28 dicembre, in polemica con Vittorio Messori, ha
espresso su Noi siamo chiesa il suo Appoggio al Papa Francesco contro uno
scrittore nostalgico, con queste parole: “E’ sommamente importante una Chiesa
aperta come la vuole Francesco di Roma. Bisogna che sia aperta alle irruzioni
dello Spirito chiamato da alcuni teologi ‘la fantasia di Dio’, a motivo della
sua creatività e novità, nelle società, nel mondo, nella storia dei popoli,
negli individui, nelle Chiese e anche nella Chiesa Cattolica. Senza lo Spirito
Santo la Chiesa diventa un’istituzione pesante, noiosa, senza creatività e, ad
un certo punto, non ha niente da dire al mondo che non siano sempre dottrine
sopra dottrine, senza suscitare speranza e gioia di vivere”.
Chi può negare l’esistenza di una confusione assoluta? Il tango ballato a
San Pietro il 17 dicembre 2014 per il compleanno di Papa Francesco, ricorda
un’altra musica: quella che si suonava sul Titanic la notte della tragedia. Ma
allora la punta dell’iceberg, apparve all’improvviso, e i danzatori erano
inconsapevoli del disastro imminente. Oggi l’iceberg è visibile e c’è chi
brinda all’impossibile naufragio della Barca di Pietro. Tante persone però sono
in allarme e hanno la forte sensazione, come ha detto il cardinale Burke, che
la Chiesa sia una nave alla deriva. Noi siamo tra questi e per questa ragione
non abbiamo salutato il 2015 con balli e fuochi di artificio, ma con la ferma
decisione di raccogliere l’appello dello stesso cardinale Burke a combattere,
da oggi fino al prossimo Sinodo, e oltre, per difendere la verità del Vangelo
sul matrimonio.
Fonte: Il Foglio, 3.1.2015
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