venerdì 27 febbraio 2015

Se un "cardinale" filo-luterano detta la linea dottrinale (e pastorale) a Roma .....

Il problema è che, oggi, nella Chiesa, manca un inquisitore tipo fra Michele Ghislieri, divenuto papa e santo (S. Pio V), che non aveva timore di arrestare persino alti prelati, sospettati, non dico di eresia, ma di prossimità al luteranesimo (ne abbiamo detto in questo contributo del prof. de Mattei).
Oggi, la Chiesa non ha più gli anticorpi per poter reagire alle uscite di un "card." Marx, che è mosso unicamente da ragioni eterodosse, dietro cui si nascondono verosimili ragioni economico-finanziare correlate alla sua chiesa nazionale, che rischia di perdere "fedeli", prossimi a passare - a causa di questi temi - alla religione dell'eresiarca tedesco del '500 asseritamente più "misericordiosa", e, dunque, che rischia di perdere le correlative entrate finanziarie (delle inquietanti dichiarazioni del suddetto "prelato" ne parla pure Rorate caeli, che fa intravedere in quelle parole la minaccia di uno scisma della chiesa germanica. V. anche Chiesa e postconcilio e l'attento contributo di Cristina Siccardi). Un "cardinale", però, che non si cura di procurare la salvezza delle anime, ma che anzi vorrebbe spalancare le porte dell'inferno a migliaia di fedeli, non si può sentire!!!! Del resto, allo scorso sinodo non è parlato, di continuo, di "felicità" in questa vita (dimenticandosi qualsiasi prospettiva ultramondana)?
Del resto questo "cardinale" - le virgolette sono d'obbligo - non aveva detto qualche tempo fa che i cattolici dovrebbero ispirarsi all'eresiarca cinquecentesco (v. anche qui)? Non vorrebbe festeggiare i 500 anni della disobbedienza a Roma dell'eresiarca e della causa di dannazione di migliaia di anime, visto che anche lui - ci attestano i mistici - non si è salvato (tanto da esserne consapevole: ne abbiamo parlato qui)? La cosa drammatica è che l'evento vorrebbero festeggiarlo pure prelati asseritamente vicini alla Tradizione, a riprova che non bastano i pizzi ed i merletti a fare di un soggetto un amante della Tradizione e, dunque, un vero cattolico.
Tutto ciò spiega le trame di palazzo ordite in Vaticano affinché la Verità cattolica, difesa da un manipolo di pochi prelati, fosse definitivamente soffocata (v. anche qui e qui).

Marx lancia la sfida: "Non siamo una filiale di Roma e non sarà un Sinodo a dirci cosa fare qui"

di Matteo Matzuzzi

Il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga e presidente della conferenza episcopale tedesca

L'ispiratore del "card." Marx. Immagine
tratta da Rorate caeli
Che i vescovi tedeschi fossero i più battaglieri sulle materie oggetto della riflessione sinodale lo si sapeva già. Lo scorso agosto, dopotutto, annunciarono che sarebbero calati su Roma con un documento recante in calce tutte le firme dei presuli favorevoli alle tesi proposte dal cardinale Walter Kasper. Oggi, poco soddisfatti dei risultati del primo appuntamento, il Sinodo straordinario dello scorso ottobre, si preparano alla sfida finale. Il presidente della loro conferenza episcopale, il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, chiarisce in conferenza stampa che "noi non siamo una filiale di Roma".
Il porporato ha osservato che se nell'insegnamento si rimane in comunione con la Chiesa, nelle questioni meramente pastorali "il Sinodo non può prescrivere nel dettaglio ciò che dobbiamo fare in Germania". Come scrive il Tagespost, la conferenza episcopale di Germania corre e non pare avere intenzione di attendere quel che accadrà il prossimo autunno e le successive decisioni papali: "Non possiamo aspettare fino a quando un Sinodo ci dirà come dobbiamo comportarci qui sul matrimonio e la pastorale familiare". Marx ha anche annunciato che nelle prossime settimane sarà pubblicato un documento in vista dell'appuntamento di ottobre, verso il quale la Germania “ha una certa aspettativa”. Necessario, a giudizio del presidente della conferenza episcopale tedesca, trovare “nuovi approcci” in grado di “aiutare a garantire che le porte sono aperte”.
In una lunga intervista apparsa lo scorso gennaio sulla prestigiosa rivista America, edita dalla Comapgnia di Gesù, Marx chiariva che c’è tanto lavoro da fare in campo teologico. Dobbiamo trovare il modo perché le persone ricevano l’eucaristia. Non si tratta di trovare modi per tenerle fuori! Dobbiamo trovare modi per accoglierle. Dobbiamo usare la nostra immaginazione e chiederci se possiamo fare qualcosa. L’attenzione deve focalizzarsi su come accogliere le persone”.

“Domínicæ passiónis cultor assíduus, in ea meditánda dies noctésque insumébat. In divínam Eucharístiam, quæ ejúsdem Passiónis memóriam prodit, incredíbili quodam stúdio ferebátur; qua cum se refíceret, seráphico ardóre flagrábat” (Lect. V – II Noct.) - SANCTI GABRIELIS POSSENTI A VIRGINE PERDOLENTE, CONFESSORIS

Il 27 febbraio la Chiesa cattolica celebra la memoria di un grande santo; un santo giovane: S. Gabriele Possenti dell’Addolorata, patrono della Gioventù Cattolica Italiana, degno figlio spirituale di S. Paolo della Croce. Canonizzato, infatti, il 13 maggio 1920 dal Papa Benedetto XV, fu, pochi anni dopo, nel 1926, dichiarato Patrono della Gioventù Cattolica italiana da Papa Pio XI. Nel 1959, Papa Giovanni XXIII lo proclamò patrono principale d’Abruzzo.
Il ricordo di questo santo morto a soli 24 anni è molto vivo specialmente in Abruzzo, nel Santuario di Isola, che è meta di pellegrinaggio di centinaia di migliaia di giovani ogni anno. Questi ragazzi vedono in Gabriele un santo ancora oggi valido e moderno, un aiuto alla loro crescita umana e spirituale. Da ricordare e da imitare.
Roma cristiana ha eretto, nel 1981, una chiesa dedicata al nostro Santo, nella periferia est dell'Urbe, al quartiere don Bosco; chiesa che è anche titolo presbiterale cardinalizio.

Urna con le spoglie mortali di S. Gabriele, Santuario di S. Gabriele, Isola di Abruzzo, Gran Sasso







Giuseppina Bressanin, S. Gabriele in preghiera, XX sec., Treviso

giovedì 26 febbraio 2015

Svelate alcune manovre poste in essere per il Sinodo straordinario del 2014 per impedire l'affermazione della dottrina cattolica

È fatto noto che, durante lo scorso sinodo straordinario, svoltosi in Vaticano lo scorso ottobre 2014, senza un gruppo di prelati coraggiosi, si sarebbero sovvertite del tutto le basi dottrinali cattoliche circa l’Eucaristia, il matrimonio e la famiglia. Oggi si apprende quel che, in verità, si vociferava da tempo e cioè di discutibili manovre di ecclesiastici – mossi evidentemente da scranni più in alto – al fine di piegare l’esito del sinodo alle “esigenze mondane”, a detrimento della fede cattolica. Nell’articolo, pubblicato dall’autorevole Catholic World Report, si riferisce addirittura di vere e proprie intercettazioni di copie del libro “Permanere nella Verità di Cristo” per evitare che queste giungessero ai sinodali onde ricordare loro i fondamenti della dottrina cattolica. Una manovra palese – quella delle intercettazioni dei libri – volta a condizionare l’esito di quel sinodo verso le “aperture” mondane e che può dirsi degna dei passati regimi totalitari.
Peraltro, tali attività di spionaggio ed intercettazione poste in essere da tali gerarchi fanno comprendere come davvero i novatores temessero seriamente che quel sinodo non andasse come da loro auspicato e, per questo, prendessero tali drastiche contromisure. Del resto, memori dell’esperienza dello scorso sinodo, certe "cautele" sono state prese anche nei riguardi di quello – ordinario – del prossimo ottobre, eliminando semplicemente coloro che potessero dar fastidio ai progetti di “novazione”.
La storia, peraltro, si è arricchita di inediti retroscena evidenziati da Chiesa e postconcilio e la nuova bussola quotidiana, che hanno posto in luce come, per la frangia neo-modernista, il suddetto testo rappresentasse un grave vulnus alle loro tesi, che speravano - nella generale ignoranza - di poter imporre.

Reports: Card. Baldisseri ordered interception of copies of book mailed to Synod participants

The head of secretariat of the synod of bishops was reportedly "furious" about "Remaining in the Truth of Christ," which includes chapters by Cardinals Burke and Brandmüller

February 25, 2015 04:29 EST



Both Kath.net and Edward Pentin are reporting that Cardinal Lorenzo Baldisseri, head of secretariat of the synod of bishops, ordered the interception of over a hundred copies of the book Remaining in the Truth of Christ, which had been mailed to participants in last October’s Extraordinary Synod. 
The book, which consists of essays by five Cardinals—including Cardinals Burke and Brandmüller—and four other scholars, was written in response to Cardinal Walter Kasper’s book The Gospel of the Family, and defends the Church’s teaching that Catholics who have been divorced and civilly remarried cannot receive Holy Communion. It was edited by Fr. Robert Dodaro, OSA, who was interviewed about it by CWR last September.
Pentin reports:
Reliable and high level sources allege the head of secretariat of the synod of bishops, Cardinal Lorenzo Baldisseri, ordered they be intercepted because they would “interfere with the synod.”
A source told me that Baldisseri was “furious” the book had been mailed to the participants and ordered staff at the Vatican post office to ensure they did not reach the Paul VI Hall.
Kath.net reports that around 200 copies of the book were mailed, but only a few apparently made it into the hands of the proper recipients, a report that has also been confirmed by Fr. Joseph Fessio, SJ, of Ignatius Press. Pentin states that the books were mailed through "the proper channels within the Italian and Vatican postal systems", but that Baldisseri claimed they were mailed "irregularly," and so the interception of the books was legitimate.
In other words, Baldisseri has apparently admitted that the books were taken; the dispute is over why they were taken. Pentin further reports that the books were apparently destroyed after being taken.

Three months ago, Fr. Federico Lombardi, the Vatican spokesman, said he knew nothing about allegations regarding the stolen/intercepted/confiscated books, and dismissed the sources for the allegations as not being “serious and objective." Pentin, a veteran and respected Vatican reporter who recorded a controversial interview with Kasper during the Synod, concludes his report by stating that since December, "the allegations have become more widely known and have been corroborated at the highest levels of the church."
What to make of this? First, as Fr. Z notes, these allegations involve a serious crime:
When the organizers of the Synod realized what had been sent to the members of the Synod, someone removed all the envelopes from the members’ mail boxes!
That’s called theft.   That’s called illegal.   They stole people’s mail.  Please correct me if I am wrong, but isn’t that a crime in, I think, every country?   The Vatican City State… that’s a country… isn’t it.

Secondly, it adds to the already much-debated and controversial nature of the Synod, which was marked by discord, accusations of manipulation, and a mid-Synod report that sparked anger and accusations that there was a concerted effort being made to push through statements that were pro-homosexual and contrary to established Church teaching. (See CWR's compilation of some four dozen articles, reports, and interviewsabout the Synod.)
Third, it raises serious questions about the motives and leadership of Cardinal Baldisseri, who has already gone on record with some contentious statements apparently aimed at those defending Church teaching on marriage, divorce, remarriage, and Communion. A month ago, he made the following remarks to Aleteia:
“Therefore, there’s no reason to be scandalized that there is a cardinal or a theologian saying something that’s different than the so-called ‘common doctrine.’ This doesn’t imply a going against. It means reflecting. Because dogma has its own evolution; that is a development, not a change.” 
The cardinal added that it is “right that there is a reaction” and that “this is exactly what we want today. We want to discuss things, but not in order to call things into doubt, but rather to view it in a new context, and with a new awareness. Otherwise, what’s theology doing but repeating what was said in the last century, or 20 centuries ago?”
He further stated that "discussions are welcome," although one has to wonder how such a welcoming approach can be squared with the decision to intercept and perhaps destroy copies of a book that is a part of that those discussions.
Fourth, it raises questions about the transparency and openness that supposedly marks the current pontificate. If these allegations are true, will they be properly addressed? If not, it may well raise further questions about the reforms that Francis is pursuing in the Curia. Put simply, are these the sort of actions that a pope wishes to be taking place, especially after having renounced "the sickness of rivalry and vainglory" during his Christmas address to the Curia?
Finally, what does this indicate about the motives and judgment of those who are apparently intent on not only shutting down real discussion and open debate—at both last year's Synod and the approaching Synod of Bishops—but who will engage in such heavy-handed tactics in order to get their way? Remaining in the Truth of Christ is both a work of scholarship and of pastoral engagement; it is not an angry, polemical screed or the result of a bullying strategy. It takes seriously Pope Francis' call for open discussion, a call that some, apparently, at least in this instance, seem uninterested in following.

mercoledì 25 febbraio 2015

Cardinale Sarah: “Staccare la dottrina dalla pastorale è eresia”


Nella memoria del beato Sebastiano Aparicio (dell’Apparizione), che, da guardiano di pecore e due volte vedovo, divenne umile fratello laico questuante dei Frati Minori, rilancio questa notizia circa la …. discesa in campo del card. Sarah, neoprefetto della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti, che, a causa di ciò, ha dovuto ristampare le copertine del suo libro, eliminando la prefazione di Benedetto XVI.

Mariano Salvador Maella, Visione del Beato Sebastiano dell’Apparizione, 1789 circa, Museo del Prado, Madrid

La notizia circa il testo del porporato è stata data anche da Messa in latino ed, in lingua inglese, da Rorate caeli.

Il cardinale Sarah: “Staccare la dottrina dalla pastorale è eresia”.

Il cardinale Robert Sarah, della Guinea Conakry, recentemente nominato prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, è una di quelle voci autorevoli che nel Sinodo dell’ottobre scorso si è opposta con fermezza all’agenda di chi vorrebbe piegare il Magistero della Chiesa ai desiderata del mondo, su adulterio e omosessualità.
Nell’immagine a lato è con il vescovo Schneider durante un suo viaggio in Kazakhstan.

Riprendo e traduco da Famille cretienne [qui]:

Da bambino, i suoi genitori hanno accolto con un dolce sorriso la sua decisione di seguire l’esempio dei missionari membri della Congregazione dello Spirito Santo nel suo villaggio in Guinea: un nero non può diventare un sacerdote della Chiesa cattolica! 
Oggi, il figlio di agricoltori nominato arcivescovo a 32 anni da Paolo VI è è diventato uno dei più importanti collaboratori della Curia Romana.
In questo libro di interviste condotte con Nicolas Diat, il cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, con umiltà e con spiritualità profonda racconta la sua incredibile storia. Un racconto puntellato di riflessioni personali sincere, argomentate e talvolta dirette, particolarmente sul neo-colonialismo ideologico esercitato in Africa dall’occidente decadente. Graffiante, commovente, tonificante. Leggete gli estratti che riporto di seguito e vedete se non è vero...

Estratti dal Libro 

Abbandono «Nella mia vita, Dio ha fatto tutto; da parte mia, non ho voluto altro che pregare. Sono sicuro che il rosso del mio cardinalato è veramente un riflesso del sangue delle sofferenze dei missionari che sono venuti fino ai confini dell’ Africa per evangelizzare il mio villaggio».

Adorazione «Questi i punti di svolta, sono queste ore, questi momenti della giornata in cui, a tu per tu (solo a solo) con il Signore, ho preso coscienza della sua volontà su di me. I grandi momenti di una vita sono le ore di preghiera e di culto. Creano l’essere, forgiano la nostra vera identità, radicano la nostra esistenza nel mistero».

Eutanasia «L’eutanasia è il segnale più acuto di una società senza Dio, sub-umana, [...]. Eppure, nei miei viaggi, io vedo un risveglio delle coscienze. I giovani cristiani in Nord America gradualmente si impegnano per respingere la cultura di morte. Dio non si è addormentato, lui è proprio con coloro che difendono la vita!».

Esempio «Ogni giorno, i missionari della Congregazione dello Spirito Santo vivevano al ritmo degli offici, della messa, del lavoro, del rosario, e mai derogavano dai loro impegni di uomini di Dio. Piccolo bambino, mi dicevo che se i Padri erano con tale regolarità in chiesa è perché erano certi di incontrare qualcuno e parlare con lui con fiducia».

Gender «Per quanto riguarda il mio continente di origine, voglio condannare fortemente la volontà di imporre falsi valori usando argomenti politici e finanziari. In alcuni paesi africani sono stati creati ministeri dedicati alla teoria del genere in cambio di sostegni economici! Queste politiche sono tanto più orribili dal momento che la maggioranza della popolazione africana è indifesa, grazie agli ideologi occidentali fanatici».

Preghiera «La vera preghiera lascia a Dio la libertà di venire a noi secondo la sua volontà. Dobbiamo saperLo attendere in silenzio. Bisogna persistere nel silenzio, nell’abbandono e nella fiducia. Pregare è esser capaci di tacere a lungo; siamo così spesso sordi, distratti dalle nostre parole ...».

Trasmissione «Mio padre mi ha insegnato ad amare molto la Vergine Maria. Riesco ancora a vederlo gettarsi in ginocchio nella sabbia d’Ourus per recitare l’Angelus ogni giorno a mezzogiorno e a sera. Non ho mai dimenticato quei momenti quando chiudeva gli occhi per rendere grazie a Maria. Io lo imitavo e recitavo le mie preghiere per la madre di Gesù, al suo fianco».

Sinodo «L’idea di riporre il Magistero in uno scrigno staccandolo dalla pratica pastorale, che potrebbe variare a seconda delle circostanze, delle mode e delle passioni, è una forma di eresia, una pericolosa patologia schizofrenica. Dunque affermo solennemente che la Chiesa africana si opporrà fermamente a qualsiasi ribellione contro l’insegnamento di Gesù e del Magistero». 
Jean-Marie Dumont

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

martedì 24 febbraio 2015

“Et dedérunt sortes eis, et cécidit sors super Matthíam, et annumerátus est cum úndecim Apóstolis” (Act. 1, 26 – Ep.) - SANCTI MATTHIÆ APOSTOLI

La festa di san Mattia è fissata al 24 febbraio nella lista delle Festa Apostolorum inserita in testa al martirologio geronimiano. Fu in questa data che essa apparve a Roma nell’XI sec. poiché è assente dai più antichi sacramentari romani; si trova pertanto nell’Antifonario della basilica vaticana solo nel XII sec.
I Copti commemorano san Mattia il 4 marzo, i Bizantini ed i Siriaci il 9 agosto. La vigilia della festa è iscritta nel calendario dell’Aventino. Essa si trova anche nel calendario di San Pietro, benché questo ometta tutte le altre vigilie degli Apostoli, ivi compresa quella di san Pietro. Si noterà che il sacramentario di San Lorenzo in Damaso indica due volte la festa di san Mattia, al 24 febbraio ed al 30 aprile, senza dubbio per offrire la possibilità di celebrare l’Apostolo nel tempo pasquale quando il 24 febbraio cade in Quaresima. Se l’Antifonario di San Pietro non conosce la festa di san Mattia è perché l’ufficio era preso dal Comune degli Apostoli (cfr. Pierre Jounel, Le Culte des Saints dans les Basiliques du Latran et du Vatican au douzième siècle, École Française de Rome, Palais Farnèse, 1977, p. 226).
La basilica di santa Maria Maggiore rivendica almeno dal IX sec. il possesso delle reliquie di san Mattia, la cui l’immagine in mosaico fu posta da Eugenio III sulla facciata di questo tempio.
L’antichità ha lasciato perire pressoché interamente la storia di questo Apostolo di cui Clemente d’Alessandria ci ha trasmesso questa bella massima: «cum carne quidem pugnare, et ea uti, nihil ei impudicum largiendo ad voluptatem; augere autem animam per fidem et cognitionem»; «combattere contro la carne e maltrattarla, senza concedere alcuna licenza al piacere, ma accrescere la forza dell’anima fede e la sapienza» (Clemente Alessandrino, Stromatum, lib. III, cap. IV, in PG 8, 1131B-1132B. La traduzione italiana è in Id., Gli stromati. Note di vera filosofia2, trad., introduzione e note a cura di Marco Rizzi e di Giovanni Pini, Milano 2006, p. 318).
La Roma cristiana ha dedicato, nel 1969, una chiesa a questo santo Apostolo nel quartiere Monte Sacro Alto.
La messa, salvo le letture e le collette, impronta i suoi testi (antifone e responsori) alle altre feste degli Apostoli.
La lettura dagli Atti degli Apostoli (1, 15-26) concerne l’elezione di Mattia, destinato ad occupare il posto del traditore Giuda. Bisogna osservare che Mattia tiene solo il secondo rango tra i candidati presentati dall’assemblea dei fedeli agli Apostoli. E, pertanto, lo Spirito Santo scarta la candidatura di Giuseppe il Giusto e scelse, al contrario, san Mattia, come per insinuare che le sue compiacenze sono per gli umili, per quelli che gli uomini apprezzano meno e che corrispondono con maggiore sollecitudine docilità all’impulso della grazia e che sembrano più deboli.
Oggi la lettura evangelica (Mt 11, 25-30) mette bene in rilievo il merito di Mattia, al contrario di colui di cui prese il posto. Quest’ultimo era un economo abile, prudente secondo il secolo ed era stato elevato alla dignità dell’apostolato; tutto lasciava credere che avrebbe avuto un splendido avvenire. Mattia non si distingueva, all’epoca, dalla folla dei discepoli di Gesù, e niente faceva presagire la possibilità della sua sorte futura. E tuttavia, malgrado l’apparenza esterna ed il giudizio degli uomini, Giuda, secondo la testimonianza stessa del Salvatore, era già un demonio, reietto per la sua maligna ostinazione, mentre Mattia, il proselito oscuro e dimenticato, era iscritto già nel cielo nel catalogo dei dodici Apostoli e delle dodici pietre fondamentali della Chiesa.
Quando Mattia, come abbiamo ricordato sopra, insinuava così energicamente la necessità di assoggettare il corpo all’anima, doveva aver ben viva davanti a sé l’immagine di Gesù Crocifisso. Difatti, nessun altro argomento è tanto efficace per convincerci della necessità della mortificazione cristiana, che il pensiero che il Cristo stesso, prima di entrare nella sua gloria, oportuit pati, fino a diventare l’uomo dei dolori.


Autore italiano anonimo, S. Mattia, XIX sec., museo diocesano, Mazara del Vallo

Orazio Fidani, S. Mattia, 1640-56, museo diocesano, Firenze

Guercino, S. Mattia, XVII sec., collezione privata

Pieter Paul Rubens, S. Mattia, 1611 circa, museo del Prado, Madrid

Ambito di Jusepe de Ribera, S. Mattia, XVII sec., museo del Prado, Madrid


Ambito di Gerard Seghers, S. Mattia, XVII sec., Fürstlich Waldecksche Hofbibliothek, Bad Arolsen

lunedì 23 febbraio 2015

Sacra Liturgia USA 2015

Sacra Liturgia USA 2015 - Schedule of Events

JENNIFER DONELSON

The organizers of Sacra Liturgia USA 2015 are very pleased to announce the schedule of events for Sacra Liturgia USA 2015. The conference features beautiful liturgies, prominent speakers on topics of interest, working session lunches lead by conference speakers on liturgy in Catholic higher education, and ample time for fellowship and prayer.

Registration is now open: sacraliturgiausa.org/conference/ 

Stay tuned to the conference website and facebook page for upcoming announcements about liturgical details (celebrants, preachers, music, choirs) and other special events in conjunction with the conference. We will publish these details as they become available.

*All liturgies take place at the Church of St. Catherine of Siena (411 E 68th Street)
**All addresses take place at the Kaye Playhouse at Hunter College (68th Street between Park and Lexington Aves.)
‡Site to be announced

Monday, June 1, 2015

2:00 – Registration Check-in (advance registration required)
4:00 – Opening addresses           
5:00 – His Eminence Raymond Cardinal Burke – “Beauty in the Sacred Liturgy and the Beauty of a Holy Life”

7:30 – Solemn Vespers in the usus antiquior
          
Tuesday, June 2, 2015

9:00 – Rev. Thomas Kocik – “The Reform of the Reform”
10:00 – Dr. Lauren Pristas – “The Reform of Liturgical Texts of Principal Days (Collects)”
11:30 – Dr. Margaret Hughes – “The Ease of Beauty: Liturgy, Evangelization, and Catechesis”

Cardinal Newman Society Working Lunch Session with His Eminence, Raymond Cardinal Burke, Dr. Peter Kwasniewski, Dr. Michael Foley, Dom Alcuin Reid, Dom Phillip Anderson, Dr. Margaret Hughes, Dr. Jennifer Donelson, Rev. Dr. Christopher Smith, Matthew Menendez, and Rev. Dr. Richard Cipolla ‡

2:30 – Dr. Jennifer Donelson – “Addressing the Triumph of Bad Taste: Church Patronage of Art, Architecture, and Music”
3:30 – Mr. Gregory Glenn  – “Liturgical Music is Non-negotiable”
          
5:15 – Solemn Mass in the usus antiquior
          
Wednesday, June 3, 2015

9:00 – His Grace Archbishop Salvatore Cordileone – “Liturgical Leadership in a Secular Society: A Bishop’s Perspective”
10:00 – Mr. Matthew Menendez – “Youth and the Liturgy”
11:30 – Rev. Dr. Allan White, OP – “Liturgical Preaching”

Cardinal Newman Society Working Lunch Session with His Grace Archbishop Salvatore Cordileone, Dr. Peter Kwasniewski, Dr. Michael Foley, Dom Alcuin Reid, Dom Phillip Anderson, Dr. Margaret Hughes, Dr. Jennifer Donelson, Rev. Dr. Christopher Smith, Matthew Menendez, and Rev. Dr. Richard Cipolla ‡

2:30 – Rev. Dr. Kurt Belsole, OSB – “The Formation of Priests in the ‘Spirit and Power of the Liturgy’ (SC 14): Observations on the Implementation of the Constitution and Proposals for the Liturgical Formation of Priests in the 21st Century”           
3:30 – Rev. Dr. Richard Cipolla – “Liturgy as the Source of Priestly Identity”
          
5:15 – Solemn Pontifical Mass in the usus recentior

Thursday, June 4, 2015

9:00 – Rev. Dr. Dom Alcuin Reid – “Holy Week Reforms Revisited”
10:00 – Rev. Dr. Christopher Smith – “Liturgical Formation and Catholic Identity”
11:30 – Dr. Peter Kwasniewski – “The Reform of the Lectionary”
          
2:30 – Dr. Michael Foley – “The Reform of the Liturgical Calendar: The Reduction of Recapitulation”
3:30 – Dom Phillip Anderson, OSB – “Living the Liturgy: The Monastic Contribution to Liturgical Renewal”

5:15 – Solemn Mass in the usus antiquior for the Feast of Corpus Christi followed by a Corpus Christi procession in the streets of the Upper East Side.

domenica 22 febbraio 2015

Se a dominare è un pensiero non cattolico

Interessante contributo odierno di don Nicola Bux

Se a dominare è un pensiero non cattolico

di Nicola Bux

Con grande dolore e profonda preoccupazione, si deve constatare che il pensiero non cattolico avanza nella Chiesa. È molto grave l'affermazione del moderatore del Sinodo diocesano di Bolzano, secondo il quale, il lavoro svolto, «rispecchia la situazione generale della Chiesa, che sta vivendo un cambiamento radicale». Si può ancora affermare che i cattolici formino un cuor solo e un'anima sola? O, per dirla con sant'Ignazio d'Antiochia, che manifestino un tale accordo della voce e del cuore, sì da raggiungere la sinfonia? Purtroppo siamo divisi tra noi, proprio sulla verità, e attratti da false dottrine. In nome del pluralismo? Civiltà Cattolica riporta un intervento dell'allora Padre Bergoglio: «il pluralismo non sembra così inoffensivo e neutrale come alcuni lo considerano a prima vista. Se infatti giungesse a non preoccuparsi dell’unità della fede, questo comporterebbe la rinuncia alla verità, l’accontentarsi di prospettive parziali e unilaterali».

Succede, invece, che molti cattolici, preferiscano andare d'accordo con i non cattolici, i non credenti e gli avversari della Chiesa, più che con i fratelli di fede. I loro modi di pensare e di agire, sono penetrati in casa cattolica, al punto che sembra rivolto a noi, quel che Giovanni Paolo II, nel 1980, ricordava ai protestanti tedeschi: «ci riferiamo tutti a Gesù Cristo, ma il dissenso verte su “ciò che è di Cristo”, su “ciò che è suo”: la sua Chiesa e la sua missione, il suo messaggio, i suoi sacramenti e i ministeri posti al servizio della parola e del sacramento». Il dissenso è, soprattutto, sui contenuti e fondamenti stessi della fede, e di conseguenza sulla morale. Se un parroco, in un ritiro del clero, afferma che bisogna smetterla con la verità oggettiva, perché è venuto il tempo di chinarsi sulle soggettività, e il vescovo, presente, tace: un problema c'è; se una ragazza, lusingata dalle avances di un uomo coniugato, si sente, in confessione, rimproverare dal sacerdote, perché, a suo dire, avrebbe dovuto cogliere l'occasione, in quanto non è peccato, allora qualcosa è successo. Si segue ancora la verità cattolica, reperibile senza difficoltà nel Catechismo, oppure le falsità che vanno di moda?

Confusione e divisione, sono ormai diffuse e attraversano tutto il popolo di Dio, dal collegio cardinalizio all'episcopato, dai teologi al clero e al laicato. Ha ancora senso cercare l'unione con gli ortodossi e altri cristiani, mentre tra noi cattolici siamo sempre più divisi? Se nei seminari, si esortano i giovani, ricorrendo anche a intimidazioni, ad avere una “nuova visione di Chiesa”, in discontinuità col passato? Una molto simile – c'è da pensarlo – a quella descritta in una canzone di Jovanotti: «una grande Chiesa che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa passando da Malcom X attraverso Gandhi e San Patrignano arriva da un prete in periferia che va avanti nonostante il Vaticano». 

Nel Conclave del 2005, il cardinal Giacomo Biffi avvertiva: «Vorrei dire al futuro Papa che faccia attenzione a tutti i problemi. Ma prima e più ancora si renda conto dello stato di confusione, di disorientamento, di smarrimento che affligge in questi anni il popolo di Dio, e soprattutto affligge i piccoli». La questione viene da lontano: se n'era accorta nel 1966, a meno di un anno dalla chiusura del Vaticano II, la Congregazione per la dottrina della fede, che inviava una lettera ai presidenti delle Conferenze episcopali, in cui si riferivano le notizie giunte dalle nunziature, sui crescenti abusi nell'interpretazione della dottrina del Concilio, e su opinioni azzardate che sorgevano qui e là, turbando i fedeli, perché oltrepassavano le semplici opinioni e ipotesi, per giungere ad intaccare i fondamenti del dogma e della fede. Seguiva, in dieci punti, l'elenco di tali idee ed errori.  Va ripassato, perché sono tutti constatabili ancora oggi, anzi aumentati. «É in crisi l'idea di Chiesa»: avvertì, nel 1985, Joseph Ratzinger a Vittorio Messori, in Rapporto sulla fede. Urgeva riproporre, o meglio, ridefinire cos'è la fede cattolica: nacque il Catechismo della Chiesa Cattolica. 

Il contraccolpo dell'indefinitezza attuale della fede cattolica, lo ha subito la liturgia, della quale si continua a ripetere: lex credendi-lex orandi – ma, di “legge” o norme che la regolino, guai a parlarne, non solo, ma il modo di pregare in essa, contraddice sempre di più il credo. Il culto dell'emozione, non rende, il popolo cristiano, consapevole di dover annunciare la Parola divina, più tagliente di una spada a doppio taglio, di cui il mondo ha bisogno per essere salvato. Così, non siamo più sicuri che Dio sia soddisfatto del culto che gli viene tributato. I preti rimproverano i fedeli perché vengono in chiesa – ancora – a ricevere i sacramenti, ma poi spariscono: non pensano che proprio i sacramenti sono le reti dell'evangelizzazione, efficaci per la conversione, se solo li si celebrasse senza prendere a modello la Tv. 

Basta recitare il Simbolo di fede, il Credo, per rigettare le opinioni erronee? Scrive sant'Ireneo: «tutti professano le stesse verità, ma non vi credono allo stesso modo». Ai nostri giorni, i contorni della verità cattolica sono liquidi, come si suol dire, perché si crede che essa nasca dal dialogo, e sia meno importante della libertà. Dunque, chi si dedica alla sua “definizione”, deve sapere che ne sarà segnata la sua esistenza, come è accaduto a Paolo VI. Sarà attaccato, da chi cercherà di far passare l'idea che la dottrina non muta se cambia la disciplina. Sarà denunciato per presunta intolleranza e insubordinazione. Sarà accusato, come Atanasio, per la sua intransigenza, la scarsa o nulla misericordia. Si leveranno voci per condannarlo, deporlo ed esiliarlo, beninteso, in nome del pluralismo e della tolleranza. Una esperienza che sconcerterà molti fedeli e farà esultare molti altri: «l'universo gemette», annota san Girolamo, «nello sbalordimento d'essere diventato ariano». Che farà constatare, con san Basilio: «Solo un peccato è ora gravemente punito: l'attenta osservanza delle tradizioni dei nostri padri. Per tale ragione, i buoni sono allontanati dai loro paesi e portati nel deserto». Ma quegli resisterà, difendendo l'ortodossia, come ha scritto Bulgakov, e smascherando l'eresia. Atanasio continuò a dirigere la sua Chiesa dal deserto, con l'aiuto di sant'Antonio, e trovò il tempo di scrivere quei trattati, che contribuirono alla condanna dell'arianesimo da parte del concilio di Costantinopoli del 381 e gli meritarono il titolo di dottore.

Oggi, tra i cattolici, i punti di dissenso – leggi eresie - sono tanti, a cominciare dall'escatologia, parola mai così usata negli ultimi decenni e ridotta alla ricerca spasmodica della felicità terrena dell'individuo: basta sentirsi bene nella condizione in cui ci si trova. Si è abbandonata l'idea che c'è un cammino verso la santità. La felicità eterna, se esiste, ha poca importanza: la felicità è in questa vita e si identifica col vivere bene e la vita buona. É questa la speranza cristiana per cui val la pena nascere e vivere? É vero che Gesù ha promesso a chi lo segue il centuplo quaggiù e l'eternità, ma non secondo la versione di Benigni. Se a chi sta in regola, san Paolo arriva a dire: «d'ora innanzi, chi ha moglie, viva come se non l'avesse» (1 Cor 7,29), si comprende perché dica, a chi vive nell'irregolarità: «Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!» (1 Cor 6,9-11). È parola rivelata che resta per sempre.

«Dio, che non desideri la morte dei peccatori, ma vuoi che si pentano», prega la liturgia quaresimale, tornando annualmente a ricordare la via stretta della salvezza - le ceneri ne sono segno eloquente –, ad abbandonare la condizione di peccato in cui ci fossimo induriti. «Lasciatevi riconciliare con Dio», ovvero, «convertitevi e credete al Vangelo», deve diventare l'ammonizione di chi si definisce un “prete sociale'” o “di strada” o “antimafia”. La Chiesa evangelizza per far star bene la gente in questo mondo, nel senso di farla vivere nella verità e guidarla alla salvezza eterna. Conversione e riconciliazione sono necessarie, affinché il Signore dimentichi i peccati di quanti si convertono (Sap 11,25).

Dinanzi al pensiero non cattolico penetrato nella Chiesa, causa prima del relativismo che  induce i giovani occidentali a passare da internet al terrorismo: una versione eroico-religiosa del culto dell'emozione; dinanzi all'avanzata di musulmani che uccidono, convinti di rendere gloria ad Allah, i sacerdoti, piangendo, facciano propria la supplica posta in capite quadragesimae: «Perdona Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità al vituperio e alla derisione delle genti». Perché si dovrebbe dire fra i popoli: «Dov'è il loro Dio?» (Gioele 2,17). Di certo, il pensiero non cattolico non prevarrà nella Chiesa. E non verrà meno la virtù della fortezza, perché i cristiani non temono il martirio.