Alcuni giorno fa si dava conto di come un pugliese, peraltro sodale della Scuola
Ecclesia Mater, Giovanni Gasparro, fosse stato insignito del premio quale pittore
eccellente dell’anno 2014 per la tela riguardante Pio VII Chiaramonti, il cui
modello era un altro sodale della nostra Scuola e che si ispirava per molti
aspetti ad un noto quadro di Jacques-Louis David.
Giovanni Gasparro, Cuore Castissimo di San Giuseppe, 2013, Basilica di san Giuseppe artigiano (Ex san Biagio d'Amiternum, XIII sec.), L'Aquila |
Oggi,
nella memoria della martire S. Giuliana di Nicomedia, rilancio quest’articolo dedicato al
nostro giovane pittore conterraneo di cui, peraltro, nei giorni scorsi, il blog
Papalepapale ha pubblicato un'intervista e che ha ricevuto una speciale
menzione dal critico d’arte Vittorio Sgarbi nel corso della trasmissione RAI “Virus”
del 29 gennaio scorso (v. min. 1:53:48).
ARTE DIVINA
Con le fatiche
spirituali di Pio VII
si riscopre lo spirito del sacro
si riscopre lo spirito del sacro
La rassegna «Eccellenti
pittori» mette in luce i giovani artisti italiani. Vince il barese Gasparro che
rilancia il figurativo partendo dal Papa
di
Giuseppe Pollicelli
Il
concorso lo ha ideato un intellettuale cattolico (saremmo tentati di aggiungere
l’aggettivo «tradizionalista», ma se lo usassimo il diretto interessato si
adonterebbe) come Camillo Langone,
quindi si può immaginare il suo compiacimento di presidente non votante per la
scelta compiuta dalla giuria da lui stesso allestita: assegnare il premio Eccellenti
Pittori - Brazzale, di cui si è da poco conclusa la prima edizione, a Giovanni Gasparro, pittore barese del
1983 le cui opere sono impregnate di cattolicesimo.
Grande
appassionato di arte, Langone si spende da tempo, attraverso il suo blog
Eccellenti Pittori, a favore di quei valorosi che ancora pratichino la pittura.
Non importa l’età: conta che siano italiani (in senso esteso: può trattarsi
anche di italiani che risiedono all’estero o di stranieri che dipingono in
Italia) e che, appunto, non ricorrano alle scorciatoie consentite dall’informatica.
Solo tele, pennelli, tempere, olii, acrilici: gli strumenti di chi dipinge
davvero. Se poi i dipinti sono di buona fattura, ecco che Langone cerca di dare
loro visibilità accogliendoli nel suo blog. Nonché, come detto, nell’omonimo
premio di recente istituzione. Anche i profani possono così rendersi conto di
quanti pittori bravissimi vi siano ancora in Italia, specie tra i figurativi. A
tale schiera appartiene anche Gasparro, che a una perizia tecnica non comune
abbina una profonda e consapevole cultura pittorica.
Il suo olio Quum memoranda ha messo d’accordo i giurati chiamati a raccolta da Langone (da Franco Maria Ricci a Edoardo Camurri, da Nicola Porro a Camilla Baresani): l’intensità del papa Pio VII ritratto (o meglio, reinventato) da Gasparro pretendeva il gradino più alto del podio. L’opera – il cui titolo cita le parole iniziali della bolla con cui Pio VII Chiaramonti, nel 1809, scomunicò Napoleone dopo che quest’ultimo si era annesso i territori dello Stato Pontificio – è al tempo stesso, come molte altre di Gasparro, simbolica ed estremamente realistica, colma di materia eppure ribollente di spiritualità.
Il suo olio Quum memoranda ha messo d’accordo i giurati chiamati a raccolta da Langone (da Franco Maria Ricci a Edoardo Camurri, da Nicola Porro a Camilla Baresani): l’intensità del papa Pio VII ritratto (o meglio, reinventato) da Gasparro pretendeva il gradino più alto del podio. L’opera – il cui titolo cita le parole iniziali della bolla con cui Pio VII Chiaramonti, nel 1809, scomunicò Napoleone dopo che quest’ultimo si era annesso i territori dello Stato Pontificio – è al tempo stesso, come molte altre di Gasparro, simbolica ed estremamente realistica, colma di materia eppure ribollente di spiritualità.
Dunque
profondamente cattolica. Sebbene – ed è qui che Gasparro sa rendere magistero
il proprio talento – in un modo quanto mai originale. Pio VII porta la propria
fisicità come un gravame, in ciò rievocando certe figure di Lucian Freud sfiancate dal loro stesso
corpo. E del resto i polsi del Pontefice sono legati da spesse corde e da una
catena, a memoria della prigionia patita per volontà del Bonaparte. il suo
volto è scavato e ha un’ombra di barba, e il collo, che svetta su due spallucce
strette, è leggermente reclinato verso la destra di chi guarda.
Ma
l’espressione, che pure tradisce stanchezza, comunica, specie attraverso gli
occhi, una determinazione ferma. Una determinazione che conduce alla santità,
evidenziata dall’aureola attorno al capo e sancita dal crocifisso di legno, che
il Santo Padre adopera come uno scudo con cui proteggere se stesso e,
segnatamente, la bolla di scomunica da lui vergata. Che è come dire la Chiesa
tutta. Nella parte bassa del crocifisso, involontariamente (o forse no?) evidenziato
dal pollice e dall’indice della mano sinistra di Pio VII, un teschio rammenta
la caducità delle cose terrene. Più in basso ancora vi sono due mani che,
staccate da tutto, replicano quelle del Pontefice.
Mani
di carne e ossa che risultano umanissime, ma la cui facoltà di muoversi (paiono
volersi giungere: a scopo difensivo, forse, oppure per accompagnare una
preghiera) rinvia alla superiore sfera del divino. Di un Dio che è anche uomo.
FONTE: Libero, 30 gennaio 2015, p. 25
FONTE: Libero, 30 gennaio 2015, p. 25
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