La festa di questa colomba di verginale purezza,
santa Scolastica, sorella del patriarca san Benedetto, si trova già nell’Antifonario
della basilica vaticana del XII sec. e deve certamente la sua popolarità a san
Gregorio Magno, che, nel II Libro dei Dialoghi, descrive gli ultimi
istanti della santa con un candore affascinante.
La deposizione della Santa, verso il 543-547, avvenne
al Monte Cassino; ella fu sepolta in una tomba che, tempo dopo, avrebbe
ospitato accanto a lei, pure il fratello Benedetto. La prima attestazione della
sua festa risale all’VIII sec. al Monte Cassino. Il suo culto poi si diffuse
sino ad ottenere una grande estensione nell’XI sec. In Francia, fu la
traslazione delle sue reliquie che vi portò il culto nell’865: una parte fu
trasportata a Juvigny-les-Dames (ora Juvigny-sur-Loison), nella diocesi di
Verdun nell’874, e se ne festeggia ancora oggi l’avvenimento l’8 giugno con la
festa della Traslazione.
Nel IX sec., dai tempi di Leone IV, mentre a
Subiaco gli eredi monastici della tradizione benedettina dedicavano a santa
Scolastica il loro principale monastero, i romani non vollero essere a loro
inferiori nella devozione verso la loro santa concittadina e, presso la
diaconia di San Vito sull’Esquilino, le eressero un tempio, denominato Santa Scolastica
in Massa Giuliana o sopra la Suburra, che divenne in seguito di
proprietà dell’abbazia di Sant’Erasmo sul Celio (Mariano Armellini,
Le chiese di Roma dal
secolo IV al XIX, Tipografia Vaticana, Roma 18912, p.
812; Ch. Huelsen, Le Chiese di Roma nel medio
evo, Firenze 1927,
pp. 459-460).
Presso le Terme di Agrippa, nel rione Sant’Eustachio,
in via di Torre Argentina, si elevò ancora un oratorio nel XVII sec., dedicato
a Benedetto ed a Scolastica (Chiesa dei Santi Benedetto e Scolastica all’Argentina)
nota come San Benedetto della ciambella (Armellini,
op. cit., pp. 456-457), divenuta chiesa nazionale dei Nursini a Roma.
La messa è quella del Comune delle Vergini, Dilexísti, salvo la prima
colletta che menziona la colomba, forma sotto la quale san Benedetto vide, dalla sua torre sul Monte Cassino, l’anima innocente di sua sorella
prendere il volo verso il cielo (Cfr. San
Gregorio Magno, Dialogorum Libri IV De Vita
et Miraculis Patrum Italicorum, lib. II, cap. XXXIV, in
PL 66, col 195B-196B, ora in Id., Vita di san Benedetto
e la Regola7, trad. it. di PP. Benedettini di Subiaco (a cura di), con Introduzione
di Attilio Stendardi, Roma 2006, p. 99).
San Gregorio Magno,
raccontandoci l’ultimo colloquio di santa Scolastica con suo fratello, sebbene
non ne conosciamo l’esatto contenuto, ci informa che in quell’occasione ella fu
più potente di lui sul cuore di Dio, poiché, mentre san Benedetto teneva per la
disciplina e la giustizia, ella, al contrario, si ispirava più in alto ancora:
all’amore: plus potuit, quia plus
amavit («Nec mirum quod plus illo femina, quæ diu fratem
videre cupiebat, in eodem tempore valuit: quia enim juxta Johannis vocem, Deus
charitas est (I Joan. IV, 16), justo valde judicio illa plus potuit, quæ
amplius amavit»: san Gregorio Magno, Dialogorum cit., cap. XXXIII, in
PL 66, col. 195A-196A, ora in Id.,
Vita cit., p. 98). Così si esprime san Gregorio: un
motto da utilizzare sempre nella vita spirituale e che fanno quasi da pendant,
in quanto simili, a quelle del Vangelo, in cui Gesù, nella casa di Simone il
fariseo, perdona molto alla peccatrice perché ha molto amato (Lc 7, 47).
Johann Baptist Wenzel Bergl, Morte di S. Scolastica, 1765, Basilica, Mariazell |
Jean Restout, Morte di S. Scolastica, 1730, Musée des Beaux-Arts, Tours |
Philippe de Champaigne, Anna d'Austria con i suoi figli pregano i SS. Benedetto e Scolastica, 1640 circa, Castello di Versailles, Versailles |
Adrien Dassier, S. Scolastica, 1675 circa, collezione privata, Lione |
Jean André Magnin, S. Scolastica in estasi, 1820 circa, Basilica di Saint-Martin d'Ainay, Lione |
Statua di Santa Scolastica, monastero di Montecassino |
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