La festa
di san Mattia è fissata al 24 febbraio nella lista delle Festa Apostolorum inserita in testa al martirologio
geronimiano. Fu in questa data che essa apparve a Roma nell’XI sec. poiché è assente dai più antichi
sacramentari romani; si trova pertanto nell’Antifonario della basilica vaticana
solo nel XII sec.
I Copti
commemorano san Mattia il 4 marzo, i Bizantini ed i Siriaci il 9 agosto. La
vigilia della festa è iscritta nel calendario dell’Aventino. Essa si trova
anche nel calendario di San Pietro, benché questo ometta tutte le altre vigilie
degli Apostoli, ivi compresa quella di san Pietro. Si noterà che il
sacramentario di San Lorenzo in
Damaso indica due volte la
festa di san Mattia, al 24 febbraio ed al 30 aprile, senza dubbio per offrire
la possibilità di celebrare l’Apostolo nel tempo pasquale quando il 24 febbraio
cade in Quaresima. Se l’Antifonario di San Pietro non conosce la festa di san
Mattia è perché l’ufficio era preso dal Comune degli Apostoli (cfr. Pierre Jounel, Le Culte des Saints dans les
Basiliques du Latran et du Vatican au douzième siècle, École Française de
Rome, Palais Farnèse, 1977, p. 226).
La
basilica di santa Maria Maggiore rivendica almeno dal IX sec. il possesso delle
reliquie di san Mattia, la cui l’immagine in mosaico fu posta da Eugenio III
sulla facciata di questo tempio.
L’antichità
ha lasciato perire pressoché interamente la storia di questo Apostolo di cui
Clemente d’Alessandria ci ha trasmesso questa bella massima: «cum carne quidem pugnare, et ea uti, nihil ei impudicum
largiendo ad voluptatem; augere autem animam per fidem et cognitionem»; «combattere
contro la carne e maltrattarla, senza concedere alcuna licenza al piacere, ma
accrescere la forza dell’anima fede e la sapienza» (Clemente Alessandrino, Stromatum, lib. III, cap. IV, in PG 8,
1131B-1132B. La traduzione italiana è in Id., Gli
stromati. Note di vera filosofia2, trad., introduzione e note a
cura di Marco Rizzi e
di Giovanni Pini, Milano 2006, p. 318).
La Roma
cristiana ha dedicato, nel 1969, una chiesa a questo santo Apostolo nel
quartiere Monte Sacro Alto.
La messa,
salvo le letture e le collette, impronta i suoi testi (antifone e responsori)
alle altre feste degli Apostoli.
La lettura
dagli Atti degli Apostoli (1, 15-26) concerne l’elezione di Mattia, destinato
ad occupare il posto del traditore Giuda. Bisogna osservare che Mattia tiene
solo il secondo rango tra i candidati presentati dall’assemblea dei fedeli agli
Apostoli. E, pertanto, lo Spirito Santo scarta la candidatura di Giuseppe il
Giusto e scelse, al contrario, san Mattia, come per insinuare che le sue
compiacenze sono per gli umili, per quelli che gli uomini apprezzano meno e che
corrispondono con maggiore sollecitudine docilità all’impulso della grazia e
che sembrano più deboli.
Oggi la
lettura evangelica (Mt 11, 25-30) mette bene in rilievo il merito di Mattia, al
contrario di colui di cui prese il posto. Quest’ultimo era un economo abile,
prudente secondo il secolo ed era stato elevato alla dignità dell’apostolato;
tutto lasciava credere che avrebbe avuto un splendido avvenire. Mattia non si
distingueva, all’epoca, dalla folla dei discepoli di Gesù, e niente faceva
presagire la possibilità della sua sorte futura. E tuttavia, malgrado
l’apparenza esterna ed il giudizio degli uomini, Giuda, secondo la
testimonianza stessa del Salvatore, era già un demonio, reietto per la sua
maligna ostinazione, mentre Mattia, il proselito oscuro e dimenticato, era
iscritto già nel cielo nel catalogo dei dodici Apostoli e delle dodici pietre
fondamentali della Chiesa.
Quando
Mattia, come abbiamo ricordato sopra, insinuava così energicamente la necessità
di assoggettare il corpo all’anima, doveva aver ben viva davanti a sé
l’immagine di Gesù Crocifisso. Difatti, nessun altro argomento è tanto efficace
per convincerci della necessità della mortificazione cristiana, che il pensiero
che il Cristo stesso, prima di entrare nella sua gloria, oportuit pati, fino a diventare l’uomo dei dolori.
Autore italiano anonimo, S. Mattia, XIX sec., museo diocesano, Mazara del Vallo |
Orazio Fidani, S. Mattia, 1640-56, museo diocesano, Firenze |
Guercino, S. Mattia, XVII sec., collezione privata |
Pieter Paul Rubens, S. Mattia, 1611 circa, museo del Prado, Madrid |
Ambito di Jusepe de Ribera, S. Mattia, XVII sec., museo del Prado, Madrid |
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