martedì 24 febbraio 2015

“Et dedérunt sortes eis, et cécidit sors super Matthíam, et annumerátus est cum úndecim Apóstolis” (Act. 1, 26 – Ep.) - SANCTI MATTHIÆ APOSTOLI

La festa di san Mattia è fissata al 24 febbraio nella lista delle Festa Apostolorum inserita in testa al martirologio geronimiano. Fu in questa data che essa apparve a Roma nell’XI sec. poiché è assente dai più antichi sacramentari romani; si trova pertanto nell’Antifonario della basilica vaticana solo nel XII sec.
I Copti commemorano san Mattia il 4 marzo, i Bizantini ed i Siriaci il 9 agosto. La vigilia della festa è iscritta nel calendario dell’Aventino. Essa si trova anche nel calendario di San Pietro, benché questo ometta tutte le altre vigilie degli Apostoli, ivi compresa quella di san Pietro. Si noterà che il sacramentario di San Lorenzo in Damaso indica due volte la festa di san Mattia, al 24 febbraio ed al 30 aprile, senza dubbio per offrire la possibilità di celebrare l’Apostolo nel tempo pasquale quando il 24 febbraio cade in Quaresima. Se l’Antifonario di San Pietro non conosce la festa di san Mattia è perché l’ufficio era preso dal Comune degli Apostoli (cfr. Pierre Jounel, Le Culte des Saints dans les Basiliques du Latran et du Vatican au douzième siècle, École Française de Rome, Palais Farnèse, 1977, p. 226).
La basilica di santa Maria Maggiore rivendica almeno dal IX sec. il possesso delle reliquie di san Mattia, la cui l’immagine in mosaico fu posta da Eugenio III sulla facciata di questo tempio.
L’antichità ha lasciato perire pressoché interamente la storia di questo Apostolo di cui Clemente d’Alessandria ci ha trasmesso questa bella massima: «cum carne quidem pugnare, et ea uti, nihil ei impudicum largiendo ad voluptatem; augere autem animam per fidem et cognitionem»; «combattere contro la carne e maltrattarla, senza concedere alcuna licenza al piacere, ma accrescere la forza dell’anima fede e la sapienza» (Clemente Alessandrino, Stromatum, lib. III, cap. IV, in PG 8, 1131B-1132B. La traduzione italiana è in Id., Gli stromati. Note di vera filosofia2, trad., introduzione e note a cura di Marco Rizzi e di Giovanni Pini, Milano 2006, p. 318).
La Roma cristiana ha dedicato, nel 1969, una chiesa a questo santo Apostolo nel quartiere Monte Sacro Alto.
La messa, salvo le letture e le collette, impronta i suoi testi (antifone e responsori) alle altre feste degli Apostoli.
La lettura dagli Atti degli Apostoli (1, 15-26) concerne l’elezione di Mattia, destinato ad occupare il posto del traditore Giuda. Bisogna osservare che Mattia tiene solo il secondo rango tra i candidati presentati dall’assemblea dei fedeli agli Apostoli. E, pertanto, lo Spirito Santo scarta la candidatura di Giuseppe il Giusto e scelse, al contrario, san Mattia, come per insinuare che le sue compiacenze sono per gli umili, per quelli che gli uomini apprezzano meno e che corrispondono con maggiore sollecitudine docilità all’impulso della grazia e che sembrano più deboli.
Oggi la lettura evangelica (Mt 11, 25-30) mette bene in rilievo il merito di Mattia, al contrario di colui di cui prese il posto. Quest’ultimo era un economo abile, prudente secondo il secolo ed era stato elevato alla dignità dell’apostolato; tutto lasciava credere che avrebbe avuto un splendido avvenire. Mattia non si distingueva, all’epoca, dalla folla dei discepoli di Gesù, e niente faceva presagire la possibilità della sua sorte futura. E tuttavia, malgrado l’apparenza esterna ed il giudizio degli uomini, Giuda, secondo la testimonianza stessa del Salvatore, era già un demonio, reietto per la sua maligna ostinazione, mentre Mattia, il proselito oscuro e dimenticato, era iscritto già nel cielo nel catalogo dei dodici Apostoli e delle dodici pietre fondamentali della Chiesa.
Quando Mattia, come abbiamo ricordato sopra, insinuava così energicamente la necessità di assoggettare il corpo all’anima, doveva aver ben viva davanti a sé l’immagine di Gesù Crocifisso. Difatti, nessun altro argomento è tanto efficace per convincerci della necessità della mortificazione cristiana, che il pensiero che il Cristo stesso, prima di entrare nella sua gloria, oportuit pati, fino a diventare l’uomo dei dolori.


Autore italiano anonimo, S. Mattia, XIX sec., museo diocesano, Mazara del Vallo

Orazio Fidani, S. Mattia, 1640-56, museo diocesano, Firenze

Guercino, S. Mattia, XVII sec., collezione privata

Pieter Paul Rubens, S. Mattia, 1611 circa, museo del Prado, Madrid

Ambito di Jusepe de Ribera, S. Mattia, XVII sec., museo del Prado, Madrid


Ambito di Gerard Seghers, S. Mattia, XVII sec., Fürstlich Waldecksche Hofbibliothek, Bad Arolsen

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