Oggi
la Chiesa celebra la memoria di S. Bernadette Soubirous.
Piccola
figlia ignorante di un modesto mugnaio montanaro, Maria Bernadette Soubirous fu
scelta dalla santa Vergine per essere testimone delle celebri apparizioni, che,
da allora, hanno condotto in pellegrinaggio a Lourdes tante folle di cristiani.
Le apparizioni avevano luogo nel 1858, nove anni più tardi, Bernadette entrò
dalle Sorelle della Carità di Nevers, in cui ella ricevette il nome religioso
di Suor Maria Bernarda. Ella vi si diede ad una vita semplice e di pietà e
morì, dopo una lunga malattia, il 16 aprile 1879, all’età di 36 anni. Pio XI la
canonizzò nel 1933.
La
data del 18 febbraio è stata scelta per la sua festa al fine di farne l’ottava
della festa delle Apparizioni di Lourdes dell’11 febbraio. Certe diocesi hanno
iscritto la sua festa il giorno della sua nascita al cielo, il 16 aprile, che è
anche il giorno in cui è ricordata dalla Chiesa con la riforma del calendario liturgico.
Noi però preferiamo farne memoria il 18 febbraio, data tradizionale.
In
suo onore, rilancio quest’articolo di Cristina Siccardi.
Santa Bernadette, imitatrice dell’Immacolata
di Cristina Siccardi
Per tutta la vita santa Bernadette Soubirous
cercò di assomigliare il più possibile alla Vergine Immacolata, che lei vide,
ascoltò, amò. Fin dall’inizio delle apparizioni ella si trova implicata in una
situazione del tutto paradossale: lei, che non sa né leggere, né scrivere e comprende
soltanto ilpatois, si fa portavoce di un avvenimento
soprannaturale, che fa eco in tutto il mondo. Bernadette che, dall’11 febbraio
al 16 luglio 1858, aveva assistito a 18 apparizioni dell’Immacolata Concezione
nella grotta di Massabielle, riesce a sbaragliare tutti: subisce numerosi
interrogatori ufficiali perché è sospettata di impostura.
Vogliono farla crollare, affinché cessi
quell’incontrollato flusso di persone alla grotta delle guarigioni… Ma sono
tutti sconcertati dalla sua limpidezza. Le sue risposte alla santa Giovanna
d’Arco schivano tutte le trappole: non si confonde mai e non si contraddice.
Scriverà di lei Monsignor Bertrand-Sévère Laurence, Vescovo di Tarbes, nella
Lettera pastorale del 18 gennaio 1862: «Chi non ammira, avvicinandola, la semplicità, il candore, la
modestia (…)? Mentre tutti parlano delle meraviglie che le sono state rivelate,
solo lei mantiene il silenzio; parla soltanto quando viene interrogata (…) alle
numerose domande che le vengono poste, dà, senza esitare, risposte nette,
precise, pertinenti e piene di convinzione. (…) Sempre coerente, nei vari
interrogatori a cui è stata sottoposta, ha mantenuto tutte le volte la stessa
versione, senza togliere o aggiungere nulla».
È semplice e mite, ma risoluta nella
sua posizione e non è disposta a patteggiare con nessuno, così come non
rinuncia al suo Rosario da quattro soldi: rifiuta a Monsignor Thibault, Vescovo
di Montpellier, di scambiarlo con uno in oro e benedetto dal Papa. Di fronte
agli scettici irriducibili si limita a dire: «Non sono stata incaricata di
farvi credere. Sono stata incaricata di riferire». Fin dai tempi
delle apparizioni esprime la volontà di farsi suora, senza che questo riguardi
i tre segreti che la Vergine le aveva confidato e che lei non ha mai rivelato.
Dove avrebbe potuto, meglio che nella
vita religiosa, mettere in pratica quelle consegne di «preghiera» e di «penitenza per la conversione
dei peccatori» che aveva ricevuto? Diventa suora della Carità e
dell’Istruzione cristiana di Nevers. Fin dai tempi del noviziato Bernadette è
stata una presenza costante in infermeria, malata al punto da essere ammessa a
fare la professione in Articulo mortis, il
25 ottobre 1866.
Nonostante le sue sofferenze, il rumore
assordante, intorno a lei, non cessa, anzi. Con frequenza incessante è chiamata
in parlatorio per incontri e domande. A suo avviso i circa cinquanta vescovi
che sono andati a trovarla avrebbero fatto meglio a «restare nelle loro diocesi».
Impara a leggere e a scrivere. Ha una buona mano per cucire e ricamare e poi è
bravissima ad animare i giochi dei bambini. Vivace, disapprova ogni ipocrisia,
ogni menzogna, ogni ingiustizia. Ha il carattere fiero, serio, onesto della sua
gente, per cui ogni promessa è sacra. Si è fatta religiosa per nascondersi in
Dio e invece, per obbedienza, deve essere in prima linea perché è sulla bocca
di tutti. Questo problema viene da lei risolto nell’ottobre del 1873 ed è una
specie di patto che si rifà alle parole dell’Immacolata: «Mi recherò con gioia in
parlatorio (…). Dirò a Dio: sì, ci vado, a condizione che un’anima esca dal
purgatorio o che convertiate un peccatore».
La Madonna a Lourdes lasciò il dono
dell’acqua miracolosa. Non parlò, però, dei malati fisici, bensì dei malati
nell’anima e per essi Bernadette diede la sua giovane vita. Il peccato è il
principale nemico dell’uomo, quello che corrompe e allontana da Dio sia
spiritualmente che fisicamente. La salma incorrotta della bellissima santa
Bernadette Soubirous è ancora lì, nella cappella del convento di Saint-Gildard,
a testimoniare che la guarigione dell’anima è più importante della guarigione
del corpo.
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