In un tempo, come quello attuale, nel quale sembra
vincere l’ideologia gender a tutti i livelli, come cattolici non possiamo che
affidarci al pensiero dei Padri e Dottori della Chiesa. Tra questi, quasi
precursore dei nostri giorni, fu San Pier Damiani, la cui memoria liturgica
celebreremo il prossimo 23 febbraio. Egli fu autore di un libello, che
stigmatizzava la corruzione morale del clero della sua epoca, ma che ancora
oggi ha molto da dirci, ben lungi dal tanto ventilato "chi sono io per giudicare" detto da taluno. San Pier Damiani, al contrario, lontano da quel motto, esprime nella sua opera un netto giudizio, tutt'altro che accomodante e di comodo.
Tale testo è stato recentemente ripubblicato.
Nell’odierna memoria dei Santi Sette Fondatori e della
vergine e martire spagnola Eulalia di Barcellona, quindi, offriamo alcuni
stralci dell’introduzione scritta dal prof. Roberto de Mattei alla riedizione
del suddetto libello, traendoli sempre dal sito Corrispondenza romana e
tradotti in inglese dall’immancabile Rorate caeli.
Giuseppe Maria Crespi, SS. sette fondatori, XVII sec. Guastalla |
Agostino Masucci, I Sette Santi Fondatori, 1727, Chiesa di San Marcello al Corso, Roma |
Alessandro Franchi, Sogno della vocazione dei Sette Santi Fondatori, 1888, Basilica di santa Maria dei servi, Siena |
Tomba di S. Eulalia, Cripta, Cattedrale, Barcellona |
Luis Salvador Carmona, S. Eulalia crocifissa, 1760-70, Museo diocesano, Valladolid |
Il Liber Gomorrhianus di san Pier Damiani
di Roberto de Mattei
San
Pier Damiani (1007-1072), abate del monastero di Fonte Avellana e poi cardinale
vescovo di Ostia. fu una delle personalità più spiccate della riforma cattolica
dell’undicesimo secolo. Il suo Liber Gomorrhianus, apparve attorno al 1049, in un’epoca in cui
la corruzione era largamente diffusa, fino ai vertici del mondo ecclesiastico.
In questo scritto, diretto al Papa Leone IX, Pier Damiani denuncia i vizi
perversi del suo tempo con un linguaggio che non conosce falsa misericordia e
compromessi.
Egli è convinto che di tutti i peccati, il più grave sia la sodomia,
termine che comprende tutti gli atti contro natura, che vogliono soddisfare il
piacere sessuale distogliendolo dalla procreazione «Se questo vizio
assolutamente ignominioso e abominevole non sarà immediatamente fermato con un
pugno di ferro, –scrive – la spada della
collera divina calerà su di noi, portando molti alla rovina». Il Liber Gomorrhianus è stato ora
pubblicato dalle Edizioni Fiducia (Roma 2015, euro 10). La
traduzione, con una nota bibliografica è di Gianandrea de Antonellis e
l’introduzione di Roberto de Mattei. Riportiamo alcuni passi tratti
dall’introduzione.
La Chiesa cattolica è un organismo che ha, come il suo fondatore Gesù
Cristo, una natura divina e una natura umana, intimamente connesse. Ma a
differenza di Gesù Cristo, perfetto non solo nella sua divinità, ma anche nella
sua umanità, la Chiesa, santa e immacolata, è composta di uomini soggetti al
peccato. Essa non è mai peccatrice, ma al suo interno i peccatori si affiancano
ai santi.
Vi sono momenti della sua storia in cui la santità la pervade ed altri in
cui la defezione dei sui membri la sprofonda nell’oscurità: sembra quasi che la
divinità la abbandoni. Ma questo mai accade. La Chiesa non tramonta: supera le
prove più difficili e avanza invitta nella storia, verso la Parusia, il trionfo
finale, in terra e in cielo, quando Essa si unirà definitivamente al suo sposo
divino». Questa visione teologica era ben chiara a san Pier Damiani, quando, attorno
al 1049, si accinse a scrivere il Liber Gomorrhianus,
un’opera in cui non teme di alzare il velo sulle ignominie degli uomini di
Chiesa del suo tempo.
Mille anni sono passati da allora e mille erano allora passati dalla morte
e Resurrezione di Cristo. Ma la voce di Pier Damiani risuona, oggi come ieri,
di sprone e di conforto per tutti coloro che nella storia avrebbero come lui
combattuto, sofferto, gridato e sperato. Pier Damiani, sentì la fragilità della
carne, il peso del peccato, la caducità delle cose del mondo, l’avanzare
inesorabile della morte, ma si abbandonò con fiducia alla misericordia di Dio e
ottenne la celeste ricompensa. Fu universalmente venerato come santo sin dal
momento della sua morte.
Dante lo colloca nel settimo cielo tra i contemplativi. Papa Leone XII lo
onorò con il titolo di Dottore della Chiesa (Costituzione Providentissimus
Deus del 1 ottobre 1828). L’insegnamento di un Dottore della
Chiesa rifulge per la purezza della fede e la profondità della scienza
teologica e morale. Queste note contraddistinguono tutte le opere di san Pier
Damiani, a cominciare dal Liber Gomorrhianus,
di cui vogliamo cogliere soprattutto lo spirito. Spirito di verità perché san
Pier Damiani non distolse lo sguardo davanti alla lordura morale, ma sollevò il
velo con cui gli altri ecclesiastici volevano coprire il male e ne mostrò la
deformità e l’orrore. Spirito soprannaturale perché non si fece intimorire dal
falso giudizio del mondo, ma tutto considerò alla luce della legge divina e
naturale.
Spirito profetico perché non solo vide i mali, ma ne previde le conseguenze
nella società e nella vita delle anime e ne indicò i rimedi necessari, in una
vita di Grazia, di penitenza e di lotta. Non moderò il linguaggio, ma lo rese
infuocato per mostrare tutta la sua indignazione. Non ebbe timore di esprimere
il suo odio intransigente verso il peccato e fu proprio quest’odio a rendere
incandescente il suo amore per la Verità ed il Bene.
Oggi, all’inizio del terzo millennio dalla nascita di Cristo, sacerdoti,
vescovi e conferenze episcopali, rivendicano il matrimonio dei preti e mettono
in dubbio l’indissolubilità del legame matrimoniale tra un uomo e una donna,
accettando allo stesso tempo l’introduzione nelle leggi dello pseudo-matrimonio
omosessuale. La sodomia non è considerata un peccato che grida vendetta al
cospetto di Dio ed è diffusa nei seminari, nei collegi, nelle università
ecclesiastiche, perfino all’interno delle Sacre Mura della Città del Vaticano .
Il Liber Gomorrhianus ci ricorda che c’è qualcosa di
peggio del vizio morale praticato e teorizzato. È il silenzio di chi dovrebbe
parlare, l’astensione di chi dovrebbe intervenire, il legame di complicità che
si stabilisce tra i malvagi e coloro che con il pretesto di evitare lo scandalo
tacciono e tacendo acconsentono. Più grave ancora è l’accettazione da parte di
uomini di Chiesa dell’omosessualità, considerata non come un abominevole
peccato, ma come una “tensione” positiva verso il bene, degna di accoglienza
pastorale e di protezione giuridica.
Nella Relatio post disceptationem riassuntiva
della prima settimana di lavori del Sinodo dei vescovi dell’ottobre 2014, un
paragrafo affermava che «le persone omosessuali hanno doti e qualità da offrire
alla comunità cristiana», rivolgendo ai vescovi l’invito ad «accogliere queste
persone, garantendo loro uno spazio di fraternità nelle nostre comunità?».
Questa scandalosa affermazione è stata cancellata dalla relazione finale, ma
alcuni vescovi e cardinali, dentro e fuori l’aula sinodale, hanno ribadito la
richiesta di cogliere gli aspetti positivi dell’unione contro natura, fino ad
auspicare «una codificazione di diritti che possano essere garantiti a
persone che vivono in unioni omosessuali».
San Pier Damiani da semplice monaco, e a maggior ragione da cardinale, non
esitò a mettere sotto accusa persino i Papi del tempo, per le loro scandalose
omissioni. Porterà la lettura delLiber Gomorrhianus a
infondere nel cuore di qualche prelato o laico lo spirito di san Pier Damiani,
scuotendolo dal torpore e spingendolo a parlare e ad agire?
Pur così abissalmente lontani dalla santità e dallo spirito profetico di
san Pier Damiani facciamo nostra la sua indignazione contro il male e con le
parole che concludono il suo trattato ci rivolgiamo al Vicario di Cristo, Sua
Santità il Papa Francesco, oggi regnante, perché intervenga per por fine agli
scandali dottrinali e morali: «Ci dia aiuto il Signore
onnipotente, Reverendissimo Padre, così che nel periodo del Vostro Apostolato
del tutto anche il mostro di questo vizio venga abbattuto e la condizione della
Chiesa, ora prostrata, possa risorgere del tutto ai diritti del suo vigore».
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