Il card. Burke sempre più in questi mesi successivi al
Sinodo straordinario sulla famiglia, svoltosi lo scorso ottobre in Vaticano, si
sta imponendo come difensore della dottrina e della prassi cattoliche del
matrimonio e della famiglia.
Paradossalmente, coloro che pensavano che, con una sua “defenestrazione”
o allontanamento che dir si voglia dal Supremo Tribunale della Segnatura
Apostolica avrebbe comportato una sua marginalizzazione o condanna all’insignificanza
nel panorama cattolico, forse, deve ricredersi. Lo stesso porporato, infatti,
libero dagli impegni istituzionali che erano rappresentati dal suo precedente
Ufficio, ha potuto dedicarsi e spendersi sempre più nella diffusione
della Verità cattolica sul matrimonio e sulla famiglia (v. anche sul punto quanto auspicava il prof. De Mattei).
Per questo, è stato in Austria, in Inghilterra (v. anche qui), in Italia, a
Biella, a Piacenza (dove erano state sollevate anche polemiche dal vescovo locale, il quale vedrebbe nel porporato un ostacolo alle "riforme" che si annunciano: v. qui), a Verona, ecc.
Sarà inoltre a maggio nelle Puglie ed ancora
altrove.
Davvero non si sta risparmiando, sottoponendosi ad autentici
tours de force.
Questi suoi sforzi non sono passati inosservati. Ne parla
quest’oggi, in un Editoriale, Andrea Zambrano su La Nuova Bussola Quotidiana,
riferendo addirittura che un esponente politico, che si definisce “cattolico” (ci
siano consentite le virgolette), veda nell’umile prelato addirittura una sorta
di “pericolo pubblico” da neutralizzare. Non mancano, peraltro, anche colleghi
del card. Burke, e pur essi porporati, che ravvisano nel linguaggio del nostro
prelato un linguaggio duro, come segnalava alcuni giorni fa l’ottimo blog Chiesa e post concilio. Ma può non essere duro e tagliente l’umile messaggio del
Vangelo, la Parola di Dio? Non era la stessa accusa, in fondo, che alcuni
discepoli muovevano a Gesù («Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?»: Gv
6, 60)? Se è “duro” o potrebbe apparire tale, è perché lo stesso Vangelo lo è!
Il card. Burke, con la sua viva testimonianza, non fa altro che riprendere lo
stesso Vangelo ed il Magistero bimillenario della Chiesa. Se è questa la sua
colpa ….
Cristina Siccardi, nell’articolo che segue, offre una
sintesi della relazione biellese del cardinale.
Il
cardinale Burke invita alla pubblica testimonianza
di Cristina Siccardi
«Con amarezza si può affermare che nella società si sta perdendo
sempre di più e in un modo spaventosamente rapido tutto il senso del
matrimonio, come Dio l’ha iscritto nel cuore umano e come Egli ce l’ha
insegnato nelle Sacre Scritture, soprattutto nelle parole di Cristo nel Vangelo»,
così ha dichiarato il Cardinale Raymond Leo Burke a Biella il 13 marzo scorso,
durante la presentazione del libro Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella
Chiesa cattolica (Ed. Cantagalli,
Siena 2014, pp. 304).
«In altre parole»,
ha proseguito, «si sta perdendo il senso della natura umana stessa, che ha la sua
manifestazione fondamentale nella vocazione matrimoniale e la formazione della
famiglia sul fondamento della promessa mutua e solenne, tra un uomo e una
donna, di amore totale, totale nel senso di fedeltà e totale nel senso di
definitività fino alla morte. In questo contesto dobbiamo
interpretare il senso delle discussioni di questo periodo, che possiamo
chiamare sinodale, tra la prima Assemblea Straordinaria del Sinodo dei Vescovi,
tenutasi nell’ottobre scorso, e la seconda Assemblea Ordinaria che si terrà
nell’ottobre prossimo».
L’incontro,
accolto con un grande successo di pubblico e promosso dal CNSP (Coordinamento
Nazionale del Summorum Pontificum),
in collaborazione con diverse realtà locali, fa parte di una serie di
presentazioni del volume che vede le auliche firme, oltre che del Cardinale
Burke, anche dei Cardinali Brandmüller, Caffarra, De Paolis, Müller, di
Monsignor Vasil’, dei professori Mankowski, Rist e Dodaro, Presidente dell’Istituto
Patristico Augustinianum di Roma. Il libro, già tradotto in
francese, inglese, spagnolo e tedesco, sta per uscire anche in croato,
ungherese, polacco, portoghese, slovacco. Dunque l’opera, che ha una diffusione
universale, è diventata un punto di riferimento. Nella sua magistrale e
illuminante conferenza, il Cardinale Burke ha spiegato che questo volume è la
risposta efficace alle tesi del Cardinale Kasper.
Invocando
una certa interpretazione dei Padri della Chiesa e la prassi delle Chiese
Ortodossse di ammettere i fedeli divorziati ad un secondo matrimonio, il
Cardinale tedesco propone l’abbandono della prassi ecclesiale perenne, fondata
sulle parole del Signore nel Vangelo e confermata da san Paolo, ciò sovvertirebbe
la dottrina dell’indissolubilità del matrimonio, «che ha una fonte
incontrovertibile nelle parole di Gesù». Secondo Kasper, che
auspica di poter dare la Comunione ai risposati (civilmente) divorziati
(adulteri), il cambiamento sarebbe necessario al fine di «dimostrare più misericordia
verso le persone che si trovano in una situazione irregolare».
Egli ha
presentato in vari luoghi e attraverso diverse interviste mediatiche le proprie
tesi, pertanto la discussione sulle proposte eversive si è allargata alle
persone che coabitano senza matrimonio e le persone che vivono una relazione
omosessuale. Era perciò necessario ed urgente dare una risposta ampia e seria
con un saggio a più mani ed ecco che è natoPermanere nella verità di Cristo, libro che ogni cattolico
non solo dovrebbe limitarsi a leggere, ma anche studiare.
Il
Cardinale Burke ha sapientemente ricordato che la Chiesa è una realtà organica,
è il Corpo mistico di Cristo, che vive della stessa dottrina, degli stessi
Sacramenti e della stessa disciplina dal tempo degli Apostoli, ovvero dall’istituzione
degli Apostoli da parte di Gesù «quali primi Vescovi della Chiesa insieme con Pietro, il loro capo,
principio della loro unità e dell’unità di tutta la Chiesa. In una tale realtà
organica, non c’è posto per rivoluzione senza il danno più gravissimo all’organismo».
Il compendio in questione non è polemico «anche se dimostra che la tesi del Cardinale Kasper resta su un’interpretazione
falsa del Concilio di Nicea e fa un uso inaccurato dei Padri della Chiesa»,
inaccurato e pretestuoso nel tentativo di portare la Chiesa a contraddire se
stessa.
Con
grande serenità e scientificità il testo, con più saggi, illustra la bellezza
della verità del matrimonio «come è stata osservata lungo i secoli cristiani, anche in presenza
della pressione di chi voleva intaccare in qualche modo questa verità per
permettere una prassi contraria», come sta accadendo nuovamente. La
finalità della misericordia a cui tendono le considerazioni di Kasper è foriera
di un pericoloso atteggiamento, quello che asseconda il sentimentalismo «che, mentre sembra essere
compassionevole, è profondamente nocivo per la sua mancanza di rispetto per l’oggettiva
situazione della persona. Tale sentimentalismo blocca l’incontro con Cristo da
parte della persona in situazione di peccato.
Il
sentimentalismo vede la verità di Cristo come qualcosa di lesivo della persona
e così non pronuncia tale verità che è l’unica via per la persona di uscire, a
suo tempo, dal peccato»;
contemporaneamente, il sentimentalismo, vera e propria tentazione che allontana
dalla verità oggettiva, non rispecchia le profonde conseguenze dello stato
irregolare della persona sugli altri: «Concentrandosi esclusivamente alla situazione dolorosa dell’individuo,
non vediamo la realtà nella sua integrità e procuriamo ingiustizia non solo all’individuo
ma agli altri che sono legati a lui». Nell’evento Sinodo la
discussione sul matrimonio e sulla famiglia è presentata in termini di
evangelizzazione e di misericordia: Papa Francesco, che ha recentemente
annunciato l’apertura di un Giubileo straordinario sulla misericordia (8
dicembre 2015 – 20 novembre 2016), si appella frequentemente ad una Chiesa
attenta alle «periferie» e certamente il disagio familiare e gli
attacchi alla famiglia sono dimensioni che rientrano nell’alveo delle «periferie».
La Chiesa
può soccorrere la famiglia proprio con il Sinodo, suggerendo i modi necessari
per essere fedeli alla verità insegnata dal Vangelo e dalla Tradizione sempre
viva della Chiesa, dando «attenzione speciale alla santità del matrimonio, alla fedeltà, all’indissolubilità
e alla procreatività dell’unione matrimoniale». Gli applausi hanno
riempito il Centro congressi del Palace Hotel Agorà quando il prelato ha
dichiarato con dispiacere: «Perfino nella Chiesa, ci sono quelli che oscurano la verità sull’indissolubilità
del matrimonio nel nome della misericordia, che accettano la violazione della
unione coniugale nel nome della comprensione pastorale e che, nel nome della
tolleranza, rimangono zitti di fronte all’attacco sull’essenza del matrimonio
quale unione di un uomo e una donna».
L’attuale
Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta, che è stato per molti anni alla
Segnatura Apostolica, prima quale Difensore del Vincolo (dal 1989 al 1995) e
poi come Prefetto (dal 2008 al 2014), invita alla testimonianza limpida e coraggiosa:
«Dobbiamo
essere pronti a soffrire, come i nostri confratelli cristiani hanno sofferto
lungo i secoli, per onorare e promuovere il Santo Matrimonio»,
prendendo come «nostri modelli San Giovanni Battista, San Giovanni Fisher, San
Tommaso More e tanti altri che hanno dato la loro vita nella testimonianza
integra a Cristo e alla Sua parola.
Di
fronte alla confusione e all’errore sul Santo Matrimonio, che Satana sta diffondendo
così ampiamente nella nostra cultura, seguiamo il loro esempio e invochiamo l’aiuto
della loro intercessione, cosicché il grande dono dell’amore e della vita
coniugale siano sempre più onorati e promossi nella Chiesa e nella società». Il Cardinale Burke ha poi invitato i presenti, ristorati
dalle sue parole piene di misericordia per la verità matrimoniale offesa e
oltraggiata, a partecipare ampiamente alla quinta edizione della Marcia per la
Vita del 10 maggio 2015, alla quale, anche quest’anno, Sua Eminenza prenderà
parte per dire no all’aborto-morte e sì al concepimento-vita.
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