Nella
festa liturgica di S. Cirillo di Gerusalemme, vescovo, confessore e dottore
della Chiesa, rilancio quest’articolo dedicato a Mons. Cordileone, del quale,
in questi ultimi giorni, abbiamo avuto più occasioni per parlarne (v. qui e qui), segnalando i
suoi sforzi per essere un autentico vescovo cattolico.
Francesco Solimena, S. Cirillo di Gerusalemme, XVII-XVIII sec., museo diocesano, Napoli |
ULTIM’ORA, L’ARCIVESCOVO DI SAN FRANCISCO È COLPEVOLE. DI ESSERE CATTOLICO E DI INDICARE LA SANTITÀ
di Benedetta Frigerio
«C’è una grande
confusione e una rinuncia a usare la ragione e a conoscere i fatti. Dicono
che sono irremovibile, ma io non posso venire meno al mio compito di
vescovo e pastore che deve difendere i più deboli dalla menzogna. Ho
sempre ascoltato tutti. Ho spiegato di essere disposto ad aggiungere
al regolamento altri punti della dottrina e ho sottolineato la differenza fra
pubblico e privato, fra peccato e peccatore». Il “regolamento” di cui parla l’arcivescovo
di San Francisco Salvatore
Joseph Cordileone con
tempi.it è quel documento che lo ha fatto finire in queste settimane sui
maggiori giornali statunitensi. Persino il New York Times ne ha parlato e non certo per mettere
in buona luce l’alto prelato che porta nel suo cognome chiare origini
italiane. Nominato il 27 luglio del 2012 da papa Benedetto XVI a capo di una
delle diocesi
più liberal d’America, Cordileone non ha mai nascosto le
sue idee e non è la prima volta che si trova a difendere pubblicamente la morale
cristiana. Questa, volta, però, il caso è del tutto
particolare, anche perché ad attaccarlo non ci sono solo i media progressisti o
gli attivisti delle associazioni gay, ma gli stessi cattolici.
LE PROTESTE: «SI
DIMETTA»
Tutto è cominciato
il 3 febbraio scorso, quando Cordileone ha dovuto mettere mano al rinnovo
dei contratti degli insegnanti delle scuole superiori cattoliche della diocesi.
«Il contratto – spiega – deve essere revisionato ogni quattro anni e io ho
deciso di inserire diversi punti dottrinali su cui oggi si fa molta confusione,
chiedendo che i docenti non li contraddicessero in aula e nella loro vita
pubblica». Niente di strano. «Ho semplicemente ribadito che occorre seguire il
magistero cattolico». L’arcivescovo ha, infatti, ricordato quale sia la
posizione della Chiesa e del catechismo in merito alla morale sessuale, la
contraccezione, l’uso delle cellule staminali. È scoppiato un putiferio. Un
gruppo di docenti, genitori e alunni ha accusato Cordileone di tradire il
Vangelo e di alimentare la discriminazione e la paura. Il Mercoledì delle
ceneri è stata organizzata una fiaccolata di protesta davanti alla cattedrale
di St. Mary in cui è stata data voce a uno studente omosessuale che ha
detto: «Siamo qui a pregare che il cuore del vescovo si converta». Il
giorno prima, un gruppo di legislatori democratici gli ha inviato una lettera
chiedendogli di dimettersi. Diverse associazioni Lgbt lo hanno attaccato e
nella campagna mediatica si è persino fatto avanti Sam Singer, uno dei più
maggiori strateghi della comunicazione statunitense: «Stiamo tutti
pregando perché papa Francesco rimuova l’arcivescovo di San Francisco».
«PROPONGO LA
SANTITA’»
«Dicono che fomento l’odio
– spiega Cordileone a tempi.it -, ma non capiscono che la condanna dell’errore
non coincide con quella della persona. Anzi, come ho ribadito, si condanna
il peccato per amore della nostra fragile umanità». Un’umanità sempre più
soggetta «alle continue sollecitazioni della mentalità che spinge verso
condotte contrarie alla dignità dell’essere umano: mi sono mosso solo per amore
verso i nostri ragazzi perché possano vivere da santi».
C’è un antefatto poco conosciuto, ma che spiega quali siano le intenzioni pastorali dell’arcivescovo nei confronti degli studenti e dei docenti delle scuole cattoliche. All’inizio dell’anno accademico, Cordileone parlando ai professori spiegò che i giovani che ogni giorno si incontrano in aula non sono una generazione perduta, come spesso si è portati a credere, ma che anche loro possono raggiungere grandi mete, se solo qualcuno è disposto a indicare loro una via. «Dobbiamo aiutare i ragazzi a diventare santi. Siamo qui per questo. E come si comincia? Bisogna partire dalle virtù eroiche dei servi di Dio che sono l’umiltà e la castità, non come rinunce ma come frutto dello sguardo sul nostro prossimo, creatura di Dio e, dunque, non manipolabile ma degno di rispetto». Dopo quel discorso, ricorda l’arcivescovo, molti professori «chiesero di parlarmi. Incontrai tanta gente di buona volontà che voleva capire come presentare a tutti queste virtù con decisione e carità». Oggi, però, dove sono? «Non mi stupisco che abbiano paura a mostrarsi pubblicamente. In queste quattro settimane sono stato attaccato da tutti i maggiori media, si è creato un clima da caccia alle streghe che penso abbia intimidito la maggioranza».
C’è un antefatto poco conosciuto, ma che spiega quali siano le intenzioni pastorali dell’arcivescovo nei confronti degli studenti e dei docenti delle scuole cattoliche. All’inizio dell’anno accademico, Cordileone parlando ai professori spiegò che i giovani che ogni giorno si incontrano in aula non sono una generazione perduta, come spesso si è portati a credere, ma che anche loro possono raggiungere grandi mete, se solo qualcuno è disposto a indicare loro una via. «Dobbiamo aiutare i ragazzi a diventare santi. Siamo qui per questo. E come si comincia? Bisogna partire dalle virtù eroiche dei servi di Dio che sono l’umiltà e la castità, non come rinunce ma come frutto dello sguardo sul nostro prossimo, creatura di Dio e, dunque, non manipolabile ma degno di rispetto». Dopo quel discorso, ricorda l’arcivescovo, molti professori «chiesero di parlarmi. Incontrai tanta gente di buona volontà che voleva capire come presentare a tutti queste virtù con decisione e carità». Oggi, però, dove sono? «Non mi stupisco che abbiano paura a mostrarsi pubblicamente. In queste quattro settimane sono stato attaccato da tutti i maggiori media, si è creato un clima da caccia alle streghe che penso abbia intimidito la maggioranza».
IL SOSTEGNO
Lui, da par suo, non
indietreggia di un millimetro. «Quei politici che mi hanno accusato di
voler controllare la condotta privata degli insegnanti, mentono. A loro ho
risposto così: “Assumeresti come leader della tua causa qualcuno che parli e
agisca pubblicamente contro il partito democratico? Assumeresti un repubblicano
che insegni e agisca pubblicamente contro il tuo proposito? Se la risposta alla
prima domanda è ‘sì’ e alla seconda è ‘no’, siamo d’accordo”. Io rispetto il
tuo diritto ad assumere chi vuoi per portare avanti la tua missione.
Semplicemente chiedo lo stesso rispetto».
Oggi l’arcivescovo ammette di sentirsi «spesso solo», anche se sente il
sostegno di tanti che gli scrivono. «Ricevo lettere di fedeli da tutti gli
Stati Uniti, incontro molti parrocchiani che pregano per me e anche altri preti
e vescovi. A non farmi indietreggiare sono la loro vicinanza e
le loro preghiere».
Fonte: Il Timone, 17.3.2015
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