Quest’apostolo ed illuminatore
dell’Irlanda (+ 464), nella sua vita così austera e meravigliosa, seminò in
queste regioni lontane il grano evangelico con un così felice successo, che, a
causa dell’innumerevole armata di santi che essa produsse, la verde Irlanda meritò,
nel Medioevo, il bel titolo di Isola di
Santi, gloria che tre secoli di dure persecuzioni contro la fede cattolica
da parte della comunità anglicana non poterono eclissare. In considerazione
della fede vigorosa di questo popolo di eroi, Pio IX, nel 1859, elevò la festa
di san Patrizio (che apparve tuttavia nei breviari romani solo dal XV sec.) al
rito doppio.
Patrizio può essere
davvero guardato come il patriarca dell’episcopato e del monachesimo irlandese,
monachesimo di cui la storia ebbe una ripercussione su tutta l’Europa
medievale, soprattutto dove gli Scoti erranti piantarono le loro tende ed
importarono le loro tradizioni.
Roma cristiana ha
dedicato, nel primo decennio del XX sec., presso la via Salaria, nel rione Ludovisi,
una chiesa a questo grande Apostolo degli Irlandesi (San Patrizio a Villa Ludovisi), officiata dagli agostiniani. Ma
anche anticamente, l’ospizio irlandese Scottorum, divenuto in seguito l’abbazia SS. Trinitatis, presso il Titolo
di San Lorenzo in Damaso,
attestava lo slancio di fede e di amore per Roma cattolica, che la predicazione
di san Patrizio aveva impresso nei sentimenti religiosi degli Irlandesi (Cfr.
Matteo Binasco, La comunità irlandese a Roma, 1337-1887. Lo
status quaestionis, in Ri.Me. Rivista
dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea, 2011, fasc. n. 7, pp.
27-44).
La vita di san
Patrizio è, a tratti, avvolta dalla leggenda. Tra queste si conosce quella
secondo cui il nostro Santo avrebbe risuscitato e battezzato persino gente
morta e sepolta (così ricorda Antonio Socci,
Tornati dall’Aldilà, Rizzoli, Milano 2014, p. 73; Albert J. Herbert, I morti risuscitati.
Storie vere di 400 miracoli di risurrezione, ed. Segno, Tavagnacco 2008, pp.
179 ss.), ma soprattutto avrebbe espulso e fatto gettare nel mare tutti i serpenti
e tutte le bestie pericolose dell’Irlanda. Qualsiasi cosa si pensi, è un fatto
che ancor’oggi non si trovano in Irlanda né serpenti né talpe né topi. Anche
questa leggenda indica senza dubbio che Patrizio, introducendo il Cristianesimo,
trasformò anche la cultura della terra (così Kaulen). Il santo adottò l’antico
uso pagano di accendere un fuoco sacro nella notte di Pasqua e cristianizzò
quest’uso. I monaci irlandesi lo portarono a Roma. Da lì si diffuse in tutte le
chiese sotto la forma di benedizione del fuoco, il Sabato Santo.
Sebbene la santità
sia necessaria a tutti, essa lo è principalmente ai superiori ecclesiastici ed
a tutti coloro che, nei disegni della Provvidenza, sono chiamati a fondare o a
costituire una società qualunque. Coloro che vengono in seguito devono fare attenzione
a non cambiarne lo spirito e le tradizioni, ma per questo bisogno che i
fondatori abbiano trasmesso a loro volta un fuoco così potente di vita
interiore e di santità che questo infiammi il cuore delle lontane generazioni
dei loro discepoli. È in questo senso che possono intendere le parole dell’Apostolo,
che dicono che sono i genitori che sono obbligati ad ammassare un patrimonio
per i loro figli e non questi ultimi per i loro genitori.
S. Patrizio, illustrazione da "Florilegium Insulae Sanctorum", Messingham |
Giambattista Tiepolo (?), Miracolo di S. Patrizio, XVIII sec., Museo diocesano, Padova |
S. Patrizio si reca a Tara, 1868 |
Nessun commento:
Posta un commento