Per una riflessione
in questo tempo quaresimale
S. Alfonso Maria de'
Liguori:
Avvertimenti necessari per salvarsi
Avvertimenti necessari per salvarsi
Avvertimenti
necessari ... per salvarsi
(S. Alfonso Maria de Liguori, “OPERE ASCETICHE” Vol. II, pp. 197 - 200, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1962)
La teologia di S. Alfonso, la sua ascetica e la sua morale, nascono da una fede incorrotta e da un'anima apostolica.
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Iddio vuole salvi
tutti: Omnes homines vult salvos fieri. 1 Tim. 2. 4. E vuol dare a
tutti l'aiuto necessario per salvarsi; ma non lo concede se non a coloro che lo
dimandano, come scrive S. Agostino: Non dat nisi petentibus. In
Psalm. 100 1. Ond'è sentenza comune de' Teologi e Santi Padri, che la Preghiera
agli Adulti è necessaria di necessità di mezzo, viene a dire, che chi non
prega, e trascura di dimandare a Dio gli aiuti opportuni per vincere le
tentazioni, e conservare la grazia ricevuta, non può salvarsi.
Il Signore all'incontro non può lasciare di conceder le
grazie a chi le dimanda, perché l'ha promesso. Clama ad me, et exaudiam
te. Jer. 33. 3. Ricorri a me, ed Io non mancherò di esaudirti.Quodcunque
volueritis, petetis, et fiet vobis. Jo. 15. 7. Dimandate da Me quel che
volete, e tutto otterrete. Petite, et dabitur vobis. Matth. 7.
7. Dimandate e vi sarà dato. Queste promesse non però non s'intendono fatte per
beni temporali, perché questi Iddio non li dà, se non quando sono per giovare
all'Anima; ma per le grazie spirituali le ha promesse assolutamente ad ognuno,
che ce le dimanda; ed avendocele promesse, è obbligato a darcele: Promittendo
debitorem Se fecit, dice S. Agostino (De Verb. Dom. Serm. 2 2).
Bisogna poi
avvertire, che Dio ha promesso di esaudir la Preghiera, ma a riguardo nostro è
precetto grave il pregare. Petite, et dabitur vobis. Matth. 7. 7. Oportet
semper orare. Luc. 18. 1. Queste parole petite, oportet,
come insegna S. Tommaso (3. p. q. 39. a. 5.) importano precetto grave, che
obbliga per tutta la vita, e specialmente quando l'Uomo si vede in pericolo di
morte, o di cadere in peccato; perché allora, se non ricorre a Dio, certamente
resterà vinto. E chi trovasi già caduto in disgrazia di Dio, esso commette
nuovo peccato, se non ricorre a Dio per aiuto ad uscire dal suo miserabile
stato. Ma Dio potrà esaudirlo, vedendolo - 198 - fatto suo nemico? Si, ben
l'esaudisce, quando il peccatore umiliato lo prega di cuore a perdonarlo;
poiché sta scritto nel Vangelo: Omnis enim qui petit, accipit. Luc.
11. 10. Dicesi omnis, ognuno sia giusto, sia peccatore, quando
prega, Dio ha promesso di esaudirlo. In altro luogo dice Dio: Invoca
me, et eruam te. Psalm. 49. 15. Chiamami, ed Io ti libererò dall'Inferno,
ove stai condannato.
No, che non vi sarà
scusa nel giorno del Giudizio, per chi muore in peccato. Né gli gioverà dire,
ch'egli non avea forza di resistere alla tentazione, che lo molestava; perché
Gesù Cristo gli risponderà: se tu non l'avevi questa forza, perché non l'hai
domandata, ch'Io ben te l'avrei data? E se già eri caduto in peccato, perché
non sei ricorso a Me, ch'Io te ne avrei liberato?
Pertanto, Lettor mio,
se vuoi salvarti, e mantenerti in grazia di Dio, bisogna, che spesso lo preghi
a tenerti le mani sopra. Dichiarò il Concilio di Trento (Sess. 6, cap. 13, can.
22.) che a perseverare l'Uomo in grazia di Dio, non basta l'aiuto generale che
Egli dona a Tutti, ma vi bisogna un aiuto speciale, il quale non si ottiene se
non colla Preghiera. Perciò dicono tutti i Dottori, che ciascuno è tenuto sotto
colpa grave a raccomandarsi spesso a Dio con domandargli la santa perseveranza,
almeno una volta il mese. E chi si trova in mezzo a più occasioni pericolose, è
obbligato a domandare più spesso la grazia della perseveranza.
Molto giova poi per
ottenere questa grazia il mantenere una divozione particolare alla Madre di
Dio, che si chiama la Madre della Perseveranza. Chi non si raccomanda alla
Beata Vergine, difficilmente avrà la perseveranza; mentre dice S. Bernardo 3,
che tutte le grazie divine, e specialmente questa della perseveranza, ch'è la
maggiore di tutte, vengono a noi per mezzo di Maria.
Oh volesse Dio, ed i
Predicatori fossero più attenti ad insinuare ai loro Uditori questo gran mezzo
della Preghiera! Alcuni in tutto il lor Quaresimale appena la nomineranno una o
due volte, e quasi di passaggio; quando dovrebbero parlarne di proposito più
volte, e quasi in ogni Predica; gran conto dovran renderne a Dio, se trascurano
di farlo E così anche molti Confessori attendono solo al proposito de'
Penitenti di non offender più Dio; e poco si prendono fastidio d'insinuar loro
la preghiera, per quando saran tentati di nuovo a cadere; ma bisogna
persuadersi, che quando la tentazione è forte, se il Penitente non domanda
aiuto a Dio per resistere, poco gli serviranno tutti i propositi fatti, la sola
preghiera può salvarlo. È certo che chi prega, si salva, chi non prega, si
danna.
E perciò, Lettor mio,
replico, se vuoi salvarti, prega continuamente il Signore, che ti dia luce e
forza di non cadere in peccato. In ciò bisogna essere importuno con Dio, in
domandargli questa grazia. Haec importunitas (dice S. Girolamo) apud
Dominum opportuna est 4. Ogni mattina non lasciar di pregarlo a
liberarti da' peccati di quel giorno. E quando si affaccia alla mente qualche
mal pensiero, o qualche cattiva occasione, subito, senza metterti a discorrere
colla tentazione, subito ricorri a Gesù Cristo, e alla Santa Vergine, dicendo:
Gesù mio aiutami, Maria SS. soccorrimi. Basta allora nominare Gesù e Maria, per
svanir la tentazione; ma se la tentazione persiste, seguita ad invocare Gesù e
Maria per aiuto, che non resterai mai vinto.
1 [5-6.] S. AGOST., In
Ps. 102, n. 10: «non dat nisi petenti»; PL 37, 1324.
2 [20-21.]
S. AGOST., Sermo 110 (al. 31 De verbis Dom. ), c. IV, n. 4; PL
38, 640-641.
3 [26.]
S. BERNARDO, Sermo de aquaeductu, n. 7; PL 183, 441.
4 [7-8.]
Ps.-s. s. GIROL., Epist. 39 (al. Hom. super Matth., ma Luc.
11), n. 4; PL 30, 277.
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