Quest’oggi,
oltre alla memoria di San Leone Magno, che abbiamo già ricordato, la Chiesa
celebra anche la vergine Santa Gemma Galgani.
In
onore di questa Santa giovane mistica, stigmatizzata, innamorata della Passione di Cristo, rilancio
questo contributo del prof. De Mattei, il quale sottolinea come, ancor oggi, come ricordato anche da noi in diverse occasioni (v. ad es. qui), continui il martirio di tanti cristiani per mano dell’Islam, in molte parti del
mondo: dal vicino Oriente all’Africa, che ci lasciano una limpida ed intrepida
testimonianza di fede (v. «Non ci resta che affidarci a Dio». L’ultimo sms di Ayub prima di essere massacrato a Garissa; Così ho abbracciato il mio fratello carnefice, che mi aveva tagliato le dita con il machete; Siria, circa 300 cristiani sono ancora nelle mani dell’Isis. «Ci hanno chiesto un riscatto di 30 milioni di dollari»).
L'articolo del prof. De Mattei è tradotto in inglese dall'immancabile Rorate coeli.
L'articolo del prof. De Mattei è tradotto in inglese dall'immancabile Rorate coeli.
148 nuovi martiri nel firmamento della Chiesa
di Roberto de Mattei
Nel firmamento della Chiesa brillano le stelle di 148 nuovi martiri. I
giovani cristiani vittime dell’Islam, lo scorso Giovedì santo in Kenya, non
devono essere commiserati, ma invidiati, perché hanno avuto la grazia immensa
del martirio. Essi sono martiri perché sono stati uccisi in quanto cristiani
dai soldati di Allah.
Ciò
che rende il martire tale non è la morte violenta, ma il fatto che essa sia
inflitta in odio alla fede cristiana. Non è la morte che fa il martire, dice sant’Agostino, ma il fatto che
la sua sofferenza e la sua morte siano ordinate alla verità. Non tutte le
vittime di una persecuzione si possono dire martiri, soltanto quelle che
abbiano ricevuto la morte per odio alla fede da parte degli uccisori.
I
martiri del campus universitario di Garissa, si aggiungono alla innumerevole legione di testimoni della fede
massacrati negli ultimi due secoli dai persecutori della Chiesa. Il primo
genocidio dei tempi moderni è quello della Rivoluzione Francese. Ben 438
religiosi, religiose e semplici laici sono già venerati come beati e per altri
591 sono in corsi i processi per il riconoscimento del martirio «in odium fidei». A questo olocausto si aggiunge quello
della guerra di Spagna (1936-1939), dove sono 1.512 i martiri beatificati e 11
quelli canonizzati, ma il numero delle vittime di anarchici e comunisti è di
molte decine di migliaia.
Il
13 ottobre 2013 a Tarragona, in Catalogna, sono state beatificate 522 persone
uccise in odio alla fede prima e durante la guerra religiosa di Spagna. Si è trattato della cerimonia con il maggior
numero di Beati, 522, che ha superato quella svoltasi a Roma, in piazza San
Pietro, il 27 ottobre 2007. I loro nomi si aggiungono agli innumerevoli martiri
del comunismo, del laicismo e oggi dell’Islam, in tutti i paesi del mondo.
Bisogna avere il coraggio di pronunciare il nome degli assassini. Si
continua a tacere sul fatto che è in atto da tempo una sistematica e planetaria
persecuzione islamica contro i cristiani. Papa Francesco, dopo i fatti del
Kenia, ha letto questa bella preghiera: «nel Tuo viso schiaffeggiato
vediamo il nostro peccato, in Te vediamo i nostri fratelli perseguitati,
decapitati e crocifissi per la loro fede in Te, sotto i nostri occhi e spesso
con il nostro silenzio complice». Antonio Socci, che ha spesso
denunciato il “silenzio complice” delle supreme autorità ecclesiastiche, scrive
su “Libero” del 5 aprile: «Ci aspettiamo che – affacciato
a quella finestra – papa Bergoglio, con tutto il prestigio
di cui gode sui media, svegli tutti i potenti della terra, mobiliti la sua
diplomazia, che faccia sentire a tutti il grido di dolore dei cristiani
perseguitati, che indica preghiere continue di tutta la Chiesa, che lanci una
grande iniziativa umanitaria per i cristiani perseguitati».
L’appello
sembra essere stato raccolto da Ernesto Galli della Loggia che su “Il Corriere
della Sera” del 5 aprile ha proposto al governo italiano una sottoscrizione
nazionale tra tutti gli italiani, tra tutte le istituzioni pubbliche e private del Paese, per raccogliere i
fondi necessari a un cospicuo invio di aiuti ai cristiani perseguitati. Tutto
questo però non è sufficiente, quando è in corso una guerra. E bisogna prendere
atto che esiste una guerra di religione contro Gesù Cristo e contro la sua
Chiesa combattuta in nome di quella Sura del Corano che recita: «Uccidete gli infedeli ovunque li incontriate. Questa è la
ricompensa dei miscredenti» (2, 191). Questa guerra non è stata
dichiarata dai cristiani, ma è stata intrapresa contro di essi. Perché i
governi dell’Occidente non la combattono? La ragione è che l’Occidente
condivide il medesimo odio dei persecutori contro le proprie radici cristiane.
Il
laicismo occidentale non solo processa, perseguita, ridicolizza coloro che
difendono l’ordine naturale e cristiano, ma pratica anch’esso il genocidio di
massa. Mons. Luc Ravel, Vescovo delle forze armate francesi, ha affermato: «Scopriamo di dover scegliere in
quale campo collocarci; scopriamo di armarci contro il male manifesto senza
prender posizione contro quello subdolo. Il cristiano si sente preso come in
una tenaglia tra due ideologie: da una parte, quella che fa la caricatura di
Dio sino a disprezzare l’uomo; dall’altra, quella che manipola l’uomo sino a
disprezzare Dio. Da una parte, avversari dichiarati e riconosciuti: i
terroristi della bomba, i vendicatori del profeta; dall’altra, avversari non
dichiarati però ben noti: i terroristi del pensiero, promotori della laicità,
gli adoratori della Repubblica. In quale campo situarsi come cristiani? Noi non
vogliamo essere presi in ostaggio dagli islamici. Ma non ci auguriamo nemmeno d’esser
presi in ostaggio dai benpensanti. L’ideologia islamica ha fatto 17 vittime in
Francia. Ma l’ideologia dei benpensanti fa ogni anno 200 mila vittime nei
grembi delle loro madri. L’aborto inteso come ”diritto” fondamentale
è un’arma di distruzione di massa».
L’odio
che l’Occidente nutre verso la Chiesa e la Civiltà cristiana è l’odio verso la
propria anima e la propria identità. «Un odio di sé dell’Occidente ‒ ha scritto Benedetto XVI‒ che si può considerare solo
come qualcosa di patologico»; l’Occidente si apre pieno di comprensione ai
valori esterni, «ma non ama più se stesso; della sua storia
vede oramai soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in
grado di percepire ciò che è grande e puro».
Oggi
l’Occidente rifiuta i valori attorno a cui ha costruito la sua identità e
raccoglie solo l’eredità distruttiva dell’illuminismo, del marxismo e del
freudismo. La teoria del
gender rappresenta l’ultimo passaggio intellettuale di questa dissociazione
dell’intelligenza dalla realtà che diventa odio patologico verso la stessa
natura umana. Il gesto di Andreas Lubitz, che ha voluto schiantare contro le
Alpi il suo Airbus con 150 passeggeri, è l’espressione di questo spirito di
autodistruzione. Il suicidio è un’espressione estrema, ma coerente, della
depressione occidentale: uno stato d’animo in cui l’anima sprofonda nel nulla,
dopo aver perso ogni ragione di vivere. Quando si professa il relativismo
assoluto ci si realizza solo nella morte.
La
strage di Gorissa non è una “brutalità senza senso”, così come il suicidio del
pilota tedesco non è un atto di pura follia. Questi gesti, distruttivi o autodistruttivi, hanno una loro aberrante
logica. All’esaltazione dei fanatici di Allah corrisponde la depressione degli
apostati del Cristianesimo: L’equilibrio nel mondo si è spezzato, quando si
sono voltate le spalle ai princìpi cristiani. E un medesimo impulso
preternaturale muove il furore omicida dell’Islam e il nichilismo suicida dell’Occidente.
Il principe delle tenebre, non riuscendo a farsi Dio, vuole distruggere tutto
ciò che è di Dio e della Civiltà cristiana porta l’orma. Senza quest’infestazione
diabolica è difficile comprendere quanto sta accadendo nel mondo. E senza un
intervento angelico è impossibile combattere una battaglia che ha il suo primo
atto nel momento della creazione, quando il fronte degli Angeli si divise in
due schiere perennemente contrapposte nella storia dell’universo creato.
Il
messaggio di Fatima vede la Madonna preceduta e accompagnata dagli Angeli. E chi ha letto il Terzo Segreto ricorda la
tragica visione di una grande croce, ai piedi della quale anche il Papa viene
ucciso: «Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un
innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei
Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio».
Come agli inizi del Cristianesimo, il sangue dei cristiani è seme di rinascita
nella storia e di vittoria nell’eternità.
Nessun commento:
Posta un commento