È stata
notizia di alcuni giorni fa che la Francia, in preda ad uno dei periodici
attacchi di laicismo acuto, ha deciso di eliminare – su iniziativa del gruppo “Laïcité
et République moderne”, e del deputato socialista Yann Galut, leader del
collettivo “La Gauche forte”, e della senatrice ecologista Esther
Benbassa, alla guida del microscopico ma influente partito “Pari(s) du
Vivre-Ensemble” – dalla toponomastica dei comuni d’Oltralpe ogni
riferimento a “Saint” o “Sainte”, in quanto, a detta dei
promotori dell’iniziativa, ci sarebbe un gruppo di cittadini (sic!), che
si sentirebbe offeso se nel toponimo comunale vi sia un’eco – sia pur
lontanamente – religiosa (v. qui).
La
Francia, ancora una volta, da essere un tempo la figlia prediletta della
Chiesa, si sta rivelando una figlia degenere, che tradisce le sue stesse radici
e, perciò, a rimanere priva di difese, contro chi è più forte di lei.
Scacciando
apertamente Dio ed i Santi dal suo stesso territorio, si sta preparando alla
sua rovina, mostrando di non aver appreso nulla dalla storia. Eppure, in questi
giorni, abbiamo meditato sui tristi effetti dell’uomo che abbandona Dio: il
popolo giudaico rifiutò la sovranità di Gesù (Nolumus hunc regnare super nos),
rigettandolo come Messia ed uccidendolo al di fuori delle mura della Città
Santa, preferendolo a Cesare (Nos regem non habemus, nisi Caesarem,
crucifigatur). Ebbene cosa fece Cesare meno di quarant’anni dopo? Con i
suoi eserciti rase al suolo la Città ed il Tempio, ponendo su quei luoghi l’abominio
della desolazione.
La sorte
della Francia non potrà essere diversa. Già delle avvisaglie di una sua rovina
le ha avute … con l’uccisione dei vignettisti francesi lo scorso gennaio (v.
qui). Sarà solo questione di tempo, poiché non si è compreso che la vera difesa
dell’Europa, dinanzi all’avanzata dell’islam c.d. integralista, passa
attraverso la riscoperta dell’autentica fede cristiana, nella difesa dei suoi valori e dei cristiani nelle terre dell'Islam.
Per comprendere ciò, non è necessario essere "profeti" o essere dotati di particolari doni carismatici. Basta saper leggere la storia così come l'avrebbero letta i nostri avi, cioè sub specie aeternitatis.
Se cade, poi, la Francia, cadrà anche il resto dell’Europa, che si è posta sulla sua medesima
strada. Italia compresa.
La nostra
croce in medio oriente
Parla Bat Ye’or: poche speranze per i cristiani in terra
islamica, l’Europa non difende nemmeno se stessa
di Giulio Meotti
I cristiani di Qaraqosh rifugiati a Erbil, in Iraq (foto LaPresse) |
“Disastri naturali come lo tsunami o i terremoti provocano
sempre straordinari movimenti di solidarietà in tutto l’occidente, mentre la
scomparsa di intere popolazioni cristiane, della loro civiltà antiche duemila
anni, non commuove mai nessuno”. A colloquio con il Foglio, Bat Ye’or
(pseudonimo di Gisele Littman) è a dir poco disincantata su questo che a suo
avviso è uno dei massimi rivolgimenti demografici e religiosi della storia dell’umanità:
la fine della presenza cristiana nel mondo arabo-islamico. Un cataclisma dalle
proporzioni che verranno comprese soltanto a ciclo compiuto.
Lei è la
storica inglese-svizzera, nata in Egitto, che per prima ha narrato la storia
della “dhimmitudine”, ovvero l’assoggettamento, la mutilazione, l’inferiorità
e la debolezza dei non musulmani (ebrei e cristiani) all’interno dell’islam
sovrano, che li ha condannati in quanto semenzaio di menzogne ed eresie.
La prima
volta che Bat Ye’or ne scrisse fu sulla rivista parigina Commentaire,
fondata da un gruppo di discepoli liberali di Raymond Aron. Da allora, Bat
Ye’or ha scritto saggi come “Les Juifs en Egypte”, “Le Dhimmi: profil
de l’opprimé en Orient et en Afrique du nord depuis la conquête arabe” e di
“Les chrétientés d’Orient” con la prefazione del teologo protestante
Jacques Ellul, per citarne soltanto alcuni.
“La
situazione della cristianità orientale è una tragedia di proporzioni immense”,
dice la storica al Foglio. “Anche coloro, come il presidente egiziano al
Sisi che vorrebbero aiutare, sembrano impotenti in queste circostanze
drammatiche. Per quanto riguarda l’occidente, le scelte strategiche e
ideologiche che ha compiuto nel secolo scorso lo rendono incapace di
comprendere la tragedia. Forse è un altro segno della decadenza dell’occidente,
di una politica deliberata di cancellazione dell’identità cristiana attraverso
la globalizzazione e l’islamizzazione, e con esse il rifiuto dei valori
giudeo-cristiani che emergono nell’attuale cultura occidentale che esecra
Israele. Abbiamo tutti visto decine di migliaia di persone sfilare nelle strade
delle capitali d’Europa a favore dei palestinesi mentre stavano sommergendo i
civili israeliani di missili e gridavano ‘morte a Israele e agli ebrei’, ma l’agonia
cristiana nelle terre islamiche porterebbe appena cinquecento persone nelle
strade di Parigi. Dagli anni Settanta, tutti i partiti politici europei hanno
sostenuto i palestinesi e gli interessi arabo-islamici. I cristiani d’oriente
divennero l’avanguardia della politica europea antisionista e persone come
Edward Said i detrattori della civiltà occidentale che magnificavano la
superiorità di quella musulmana”.
La lista è
impressionante. George Habash (1926-2008), “il padrino del terrorismo
mediorientale”, era un cristiano greco-ortodosso che cantava in chiesa come
chierichetto. È la stessa storia di Wadie Haddad (1927-1978), cristiano e
spietato organizzatore di azioni terroristiche. Il Baath, partito al potere in
Iraq e in Siria, è stato fondato dal cristiano Michel Aflaq (1910-1989). L’invenzione
della parola “nakba”, per indicare la “catastrofe” della nascita di
Israele, si deve al cristiano Constantin Zureiq (1909-2000). In Libano, i
movimenti dei cristiani Michel Aoun e Suleiman Frangieh sono alleati di
Hezbollah. “Ovviamente fu il disperato tentativo di comunità cristiane
vulnerabili sotto una spada di Damocle, una popolazione che avrebbe potuto
sopravvivere nell’oceano islamico soltanto sostenendo il potere che li avrebbe
poi distrutti”, ci dice Bat Ye’or.
La storica
non si abbandona a falsi distinguo sullo Stato islamico (Is). “Oggi l’Is
applica le leggi jihadiste che hanno portato alla conquista del medio oriente
cristiano. I massacri, le schiavitù, le espulsioni, il ricatto, la distruzione
di monumenti, libri e retaggi di antiche civiltà, sono descritti in migliaia di
libri nei secoli. Ma a partire dal secolo scorso, a causa della storia d’amore
dell’Europa con i palestinesi, questa storia è stata proibita e sostituita con
la visione islamica della tolleranza musulmana e della natura maligna di
Israele. Oggi le sofferenze umane dei cristiani, che richiederebbero aiuto
internazionale, sono aggravate dalla perdita della memoria storica, di secoli
di tesori e di tradizioni di passate generazioni immortalate in vecchi libri. È
la storia della dhimmitudine, che è stata negata dal consenso politico”.
Non vede
alcun futuro per i cristiani in medio oriente. “È difficile prevedere l’evoluzione
di questo caos provocato da una Europa cieca e dal presidente americano Barack
Obama, entrambi sedotti dai loro consiglieri preferiti: i musulmani radicali e
i Fratelli musulmani. È chiaro che qualunque cosa succederà, i cristiani
emigreranno. Forse una esigua comunità copta resterà in Egitto, ma la presenza
cristiana si affievolirà in altre regioni. Già oggi il carattere cristiano del
Libano è scomparso come conseguenza della Guerra civile del 1970-80 e del
sostegno dato dall’Europa e dalla Francia ai palestinesi contro i cristiani. L’Europa
ha smesso di difendere se stessa, come potrebbe difendere qualcun altro? Da
presidente della Commissione europea, Romano Prodi biasimò il diritto di
Israele all’autodifesa dandoci un esempio dell’Europa compiacente che
incoraggiava l’immigrazione. I cristiani emigreranno, ma non come fecero gli
ebrei. Gran parte degli ebrei sono tornati alla loro terra natia dove hanno
restaurato una antica civiltà. Gli ebrei avevano una visione che li univa
nonostante le divisioni e le differenze. La proclamazione della libertà e della
dignità dell’essere umano, la liberazione dalla schiavitù hanno costituito il
certificato di nascita di Israele che ha preservato la sua identità e anima nei
millenni”.
Israele è
odiato proprio perché ha vinto la dhimmitudine, la sottomissione all’islam.
“I cristiani invece sono stati le vittime della rivalità politica europea.
Divisi, traumatizzati dai genocidi ottomani, i cristiani d’oriente non hanno
potuto farcela senza aiuto esterno. È stata una tragedia cristiana”.
E una
tragedia in cui l’occidente ha una responsabilità impressionante. “Sì, e in
molti modi. Inghilterra e Francia hanno diviso l’identità cristiana persuadendo
i cristiani che erano arabi e che dovevano militare con i musulmani per formare
una nuova ideologia: il nazionalismo arabo che avrebbe sconfitto il sionismo. C’erano
arabi cristiani, è vero, ma gran parte dei cristiani erano cristiani arabizzati
dalla conquista araba delle loro terre. Inoltre, molti cristiani non erano
antisraeliani e si vedevano come gli abitanti indigeni del medio oriente. Su
pressione delle due potenze coloniali, i cristiani divennero più arabi degli
arabi, i mercenari cristiani delle cause islamiche, in particolare dei
palestinesi. La militanza dhimmi a favore dell’islam e del suo dominio
in espansione ha alterato la coscienza storica cristiana. Minoranze vulnerabili
vennero usate per diffondere in occidente odio antiebraico. Dovevano seppellire
la loro storia dhimmi per abbracciare la tolleranza islamica. A livello
politico, Francia, Inghilterra e America hanno rifiutato di concedere ad assiri
e armeni regioni autonome dopo la Prima guerra mondiale, temendo le popolazioni
islamiche delle loro colonie. Rifiutarono anche la protezione dei cristiani
dopo la fine dei mandati, suggerendo loro di integrarsi con gli arabi. Il
risultato fu un genocidio di Assiri negli anni 30. Avvenne lo stesso con la
richiesta curda di autonomia. Soltanto la falsa identità palestinese basata sul
jihad e creata dalla Francia nel 1969 ha creato consenso nella guerra dell’Unione
europea contro Israele”.
Bat Ye’or
conclude con una triste premonizione: “Avendo negato la storia della
sottomissione, l’Europa oggi vive senza conoscerla, insicura sotto la minaccia
jihadista. L’estinzione della cristianità orientale potrebbe prefigurare il
futuro stesso dell’Europa”. Sarà questa la punizione per la nostra cupidigia da
dhimmitudine?
Fonte: Il Foglio, 1.4.2015
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