Sempre dall’ottimo
sito Corrispondenza romana, la meditazione pasquale proposta dal card. Burke
Meditazione del
card. Burke per la Santa Pasqua
di Alessandro Bassetta
Lo scorso 31 marzo, Martedì Santo,
presso la sala conferenze della Fondazione Lepanto, si è svolto un
incontro-meditazione in vista della Santa Pasqua, con la partecipazione di Sua
Eminenza Raymond Leo Burke, Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta e già
Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.
Presentato all’affollatissimo pubblico dal
prof. Roberto de Mattei, il
cardinale statunitense, dopo aver ricordato come la settimana che precede la
Pasqua sia composta dai «giorni più santi dell’anno», ha esortato i presenti a
ispirarsi sempre nella vita quotidiana «a Colui cui hanno trafitto il cuore. Il nostro Padre ci ha salvato con Dio Figlio fatto uomo e il
glorioso Sacro Cuore trafitto di Gesù è la massima espressione di quell’amore
fedele e costante di Dio per l’umanità». Gesù, sulla croce, non
parlava di una sete fisica, «ma di una sete divina e permanente dell’amore di ognuno di noi, di
cui non ha bisogno: è un dono totalmente libero e fuori misura. Desidera che
noi accogliamo il Suo amore, comunicandolo agli altri fratelli, e ci lasciamo attrarre
da Lui».
Anche quando noi finiamo per distogliere gli
occhi dal cuore di Gesù, Lui continua a guardarci: «L’amore di Dio non cessa mai di inseguirci. Ci cerca nella miseria
e nella desolazione della nostra anima caduta nel peccato». Solo
nel Suo Cuore, infatti, il nostro può trovare gioia e riposo. Mentre l’umanità,
allontanandosi e calpestando i Suoi insegnamenti, continua a trafiggere il Suo
Cuore, «Lui rinnova il sacrificio del Calvario. La Quaresima è un tempo
per crescere nell’amore. La Comunione ci coinvolge nell’amore verso tutti i
fratelli, affinché amiamo come Egli ama». «L’unico modo per vincere l’inganno
del mondo è fissare lo sguardo su Dio e il suo costato».
Sia Pietro che Giuda hanno tradito il Signore;
ma mentre Giuda si è disperato del proprio gesto e lo ha ritenuto indegno di
qualsiasi misericordia e perdono, «Pietro ha guardato il volto di
Gesù, ha pianto e chiesto perdono. Così da traditore è diventato eroico testimone
di Gesù».
In questi tempi difficili, in cui sembrano
prevalere disorientamento e scoraggiamento, dove manifestare chiaramente la
propria fede viene bollato come fondamentalismo e il relativismo assurge a spirito
guida, l’unico pensiero giusto e attuale,
una tentazione del nostro tempo potrebbe essere quella di dissociare la dottrina
del Vangelo dalla vita vissuta di ogni giorno. «È invece proprio la devozione
alla S. Eucarestia che rafforza il vivere quotidiano
dei cristiani. Il “mal di mare” spirituale in cui ci troviamo si cura posando l’occhio
sul costato e affidando il nostro cuore al Suo».
Noi cristiani conosciamo già quale sarà la
conclusione del mondo, alla fine dei secoli, con la vittoria di Cristo, ma, poiché sarà nostro compito
scrivere le pagine della storia che porteranno l’umanità a quel giorno, «solo una fede profondamente
radicata nell’amicizia con Cristo potrà farci discernere tra falso e Verità».
La splendida devozione al Sacro Cuore deve
inoltre rappresentare un valido punto di riferimento anche per i religiosi, affinché si uniscano sempre più al Salvatore, rifuggendo
le seduzioni dell’orgoglio e del protagonismo. Non dobbiamo, infine, mai
dimenticare come lo Spirito Santo agisca continuamente nella storia (secondo la
promessa «Io rimango con voi fino alla fine»). È poi compito del
gregge di Cristo prestare ascolto e agire per «combattere ogni forza di
disprezzo e sfruttamento della vita», in quanto ognuno di noi è
pienamente in grado di dare il proprio contributo, di fare la propria parte
dall’interno o esterno della Chiesa.
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