Questo santo Domenicano
(+ 1252), martire della fede nelle sue funzioni di inquisitore contro gli
eretici manichei, fu molto onorato nel XV sec. in Italia, in cui si contava un
buon numero di altari e di immagini in suo onore. L’introduzione della sua
festa nel calendario della Chiesa universale risale a Sisto V; san Pio V l’aveva
omessa nella nuova riforma del Breviario da lui promulgato.
La messa è quella del
Comune dei Martiri nel tempo pasquale: Protexisti, come il 24 aprile, ma le collette sono
proprie.
L’epistola è quella del
Comune dei Martiri fuori del tempo pasquale; è stata scelta non solo perché
tratta della risurrezione del Cristo, ma anche perché, descrivendo le
difficoltà della vita, le persecuzioni e le pene sopportate da Paolo e da
Timoteo nella diffusione della fede cristiana, traccia anche il programma di
vita di ogni vero operaio evangelico. Quasi male operans. Ecco l’idea che il mondo si fa dell’apostolo
di Cristo, e, sotto quest’imputazione, lo condanna a morte. Paolo osserva
tuttavia che non si può incatenare la parola di Dio. Il martire è un seme di
nuovi cristiani, e per un confessore della fede che è messo a morte, spuntano
cento altri che continuano la sua opera.
La fede è il tesoro più
prezioso non solo per ogni anima in particolare, ma anche per gli Stati e per
il mondo in generale. In tempi profondamente religiosi, come il Medioevo, l’eresia
era considerata come un crimine contro la fede e contro lo Stato e, dopo l’anatema
della Chiesa, era punita, dal giudice laico, con le pene più gravi del codice penale.
Chiunque abbia conoscenza degli orrori delle guerre religiose dovute ai
discepoli di Lutero in Germania, ai Calvinisti ed agli Ugonotti in Francia, non
potrà non lodare la prudente istituzione, per la Chiesa, dell’inquisizione che
– salvo le deviazioni, per uno scopo politico, imposte dal governo spagnolo –
doveva, nell’intenzione dei papi, proteggere l’unità religiosa e sociale della
cristianità tutta intera.
È per questo che la repressione della propaganda
eretica a cura dell’inquisizione era considerata veramente come un Sanctum Officium,
poiché, salvaguardando il più grande bene che possiedono i popoli, cioè la
fede, allontanava dagli Stati quei germi di odio, di rivoluzioni e di guerre,
che così spesso nascono dalle dispute religiose.
Lorenzo Lotto, Madonna con Bambino, SS. Giovannino e Pietro martire, 1503, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli |
Cima da Conegliano, S. Pietro martire tra i SS. Nicola di Bari e Benedetto ed angelo musicante, 1504, Pinacoteca di Brera, Milano |
Sebastiano Ricci, S. Pio V tra i SS. Tommaso d’Aquino e Pietro martire, 1730-33, Santa Maria del Rosario (Gesuati), Venezia |
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