Avevamo, in precedenti post, dato la notizia dell’intervento
del card. Burke a Trieste. Di quest’evento avevamo anche postato alcune
fotografie tratte dal triestino Il Piccolo (v. qui).
Ora abbiamo a disposizione il testo del suo intervento,
che è stato pazientemente registrato e sbobinato e diffuso dall’immancabile
Chiesa e post concilio. Ne pubblichiamo solo uno stralcio, rinviando per il
testo intero al suddetto sito (il link è indicato a fondo pagina).
Significativa è comunque la denuncia del rischio di sentimentalismo,
ovvero di quell’idea distorta di misericordia, attenta più alle esigenze
terrene (la felicità in questa vita) che alla vita eterna (la felicità nell’altra!).
Il card. Raymond Leo Burke a Trieste: “Il matrimonio
cristiano nella dottrina e nella pastorale”
Il testo che segue è
frutto del paziente sbobinamento di uno dei nostri collaboratori: Silvio
Brachetta, che ringraziamo di cuore. Silvio è anche autore di un articolo,
riguardante l'evento, apparso su Vita Nuova del 22/5/2015 (cfr. immagine: cliccare per ingrandire).
Vedi anche la galleria d'immagini del solenne Pontificale di Domenica
17 marzo nella Chiesa della Beata Vergine del Rosario sulla nostra pagina Fb.
Può essere
interessante confrontare il testo del Card. Burke con l'altro suo esaustivo
intervento a Chester, da noi tradotto qui.
Qui il testo
dell'articolo. La relazione del Cardinale a seguire.
La Chiesa deve
insegnare la verità sulla bontà del matrimonio e famiglia
Dopo che del
cardinale Walter Kasper è stata resa pubblica la conferenza da lui tenuta al
Concistoro straordinario dei Cardinali (20-21 febbraio 2014), in preparazione
al Sinodo dei Vescovi sulla famiglia, cinque cardinali assieme ad altri quattro
studiosi hanno dato alle stampe “Permanere nella verità di Cristo”
(Cantagalli), dove le tesi di Kasper sono state formalmente criticate.
Ne ha parlato a
Trieste il cardinale americano Raymond Leo Burke - uno degli autori del libro e
membro del Sinodo - durante la conferenza del 16 maggio titolata “Il
matrimonio cristiano nella dottrina e nella pastorale”, su iniziativa del
Coordinamento nazionale del Summorum Pontificum. Il libro - spiega Burke - è
stato scritto dopo che Kasper ha inteso mettere «in questione la costante
prassi della Chiesa» proponendo, a certe condizioni, l’ammissione al sacramento
dell’Eucaristia ai cosiddetti divorziati risposati: tutto ciò è stato da molti
percepito come «una rivoluzione nella Chiesa», che non si concilia con
l’insegnamento di Benedetto XVI, il quale indicava nel 2005 come errata questa
ermeneutica e corretta quella della «riforma nella continuità».
Burke e gli altri coautori non esitano a considerare le
tesi di Kasper come una «rottura con la prassi costante della Chiesa in
materia», che concede perdono e misericordia in abbondanza, ma solo a coloro
che si pentono del male fatto e hanno fermo proposito di abbandonare il
peccato. E questo atteggiamento non si trova in genere nei divorziati, che
spesso contraggono illecitamente un nuovo matrimonio. La proposta di Kasper,
che vorrebbe trovare una via più spedita alle procedure di nullità matrimoniale
o una sorta di accettazione dello stato di adulterio, è troppo fondata - a
parere di Burke - sul «sentimentalismo» che, pur sembrando «compassionevole»
della sofferenza altrui, è invece «profondamente nocivo per la sua mancanza di
rispetto per l’oggettiva situazione della persona».
In altre parole,
l’ammonimento di Gesù di non dividere ciò che Dio ha unito, non può in alcun
modo essere annullato in nome di un mal compreso senso di carità. Al contrario
- insiste il cardinale americano - «la Chiesa deve sempre esprimere la carità
nella verità» e chiamare, dunque, «le cose con il loro proprio nome». Non solo,
ma la gente «ha sete della verità» e desidera l’ordine e la luce, soffocate
spesso dalla «confusione e dall’errore». Proprio oggi, in cui «viviamo il tempo
di un attacco veramente feroce al matrimonio», la famiglia deve avere un posto
centrale nella «nuova evangelizzazione» - già inaugurata da san Giovanni Paolo
II - e testimoniare «la bellezza sublime dello stato matrimoniale». Il Papa
polacco, nella “Familiaris consortio” (1981), affermava difatti che non ci sarà
nessuna evangelizzazione nella società e nella Chiesa medesima (anch’essa
fortemente secolarizzata), se prima non sarà la famiglia ad evangelizzare se
stessa. Quanto più dovrà farlo, per il fatto che «ora più che mai la Chiesa
deve dire la verità».
Verità sull’amore
sponsale, sulla castità matrimoniale, sui danni della coabitazione
prematrimoniale o, peggio, sul tentativo di equiparare il rapporto omosessuale
al matrimonio. Burke è del tutto intenzionato a contrastare la piaga del divorzio,
ad esempio, non con la severità, ma ostacolando il relativismo a livello
culturale e proponendo la retta formazione della propria coscienza. È
soprattutto da evitare, poi, l’atteggiamento di coloro che, «nel nome della
tolleranza rimangono zitti», trascurando così di testimoniare il Cristo.
(Silvio Brachetta)
Nessun commento:
Posta un commento