Originariamente, l’apostolo
Giacomo, festeggiato in questo giorno, il mese mariano, a Roma (e questo
concordava con la tradizione orientale e con il Lezionario siriano di Antiochia,
che lo ricordano il 30 aprile), era Giacomo il Maggiore, fratello di Giovanni,
che fu in effetti messo a morte durante la festa di Pasqua (cfr. Pierre
Jounel, Le
Culte des Saints dans les Basiliques du Latran et du Vatican au douzième siècle,
École Française de Rome, Palais Farnèse, 1977, p. 234).
Tuttavia, poiché tra gli
apostoli ed i discepoli del Signore vi erano più Giacomo e poiché il 1° maggio,
a Roma, si festeggiava la dedicazione dell’«Apostoleion», in cui erano deposte
alcune reliquie degli apostoli Filippo e Giacomo il Giusto, figlio di Alfeo,
questi, col tempo, eliminò il suo omonimo, che trovò una nuova collocazione il
25 luglio. La tradizione siriaca assegna la data del 27 dicembre alla morte di
san Giacomo, primo vescovo di Gerusalemme ed, in quel giorno, si festeggia
anche san Giovanni Evangelista.
La stessa incertezza
regna con riguardo a san Filippo festeggiato oggi. Un’antica tradizione
liturgica romana l’identificava con il Filippo Evangelizzatore di Cesarea, che
battezzò l’eunuco della regina degli Etiopi; tuttavia questi era uno dei sette
primi diaconi ellenisti di Gerusalemme, che bisogna distinguere dall’Apostolo
dello stesso nome.
Malgrado queste
oscillazioni della tradizione, è tuttavia dimostrato che l’Apostoleion romano, iniziato da Giulio I, ricostruito da Pelagio I,
fu dedicato da Giovanni III alla memoria di tutti gli Apostoli e, in
particolare, di Filippo e Giacomo; in modo che i due titoli: Ad Sanctos Apostolos o Basilica Apostolorum
Philippi et Jacobi
furono l’uno e l’altro in uso per qualche tempo. Finalmente il titolo liturgico
dei Santi Apostoli prevalse ed è questo che ha corso attualmente (Cfr.
Ch. Huelsen, Le Chiese di Roma nel medio
evo, Firenze 1927,
pp. 201-202).
L’iscrizione absidale
ricordava un tempo la storia dell’edificio:
PELAGIVS • COEPIT • COMPLEVIT • PAPA •
IOHANNES
UNVS • OPVS • AMBORVM • PAR • MICAT •
ET • PRAEMIVM
Nel
1873, in occasione del restauro generale del tempio, si ritrovò, sotto l’altare
principale, l’antico sarcofago delle reliquie, deposte là dal papa Giovanni III (561-574), il quale aveva scelto quale giorno della
dedicazione scelse il 1° maggio, già consacrato alla
memoria di san Filippo (J. Noret, La Dédicace des SS. Apôtres Philippe et Jacques, in Analecta Bollandiana, 91
(1973), p. 378). Il sarcofago conteneva qualche frammento di
osso, dei residui di borse di seta e di sostanze aromatiche e di balsami (Mariano Armellini,
Le chiese di Roma dal
secolo IV al XIX, Tipografia Vaticana, Roma 18912, pp.
250-251).
Le
reliquie, per la verità, erano già state rinvenute nel VII sec. e deposte nella
Basilica e furono riscoperte, per l’esattezza, il 15 gennaio 1873. Esse appartenevano a due distinti individui. Quello di
corporatura più robusta, del quale si conservavano solo scaglie e frammenti
ossei, anche se in quantità consistente, oltre a un femore presente ab immemorabili in Basilica,
fu identificato con Giacomo il Minore. Il 9 maggio 1879 le reliquie furono deposte in un’arca di bronzo all’interno
di un sarcofago di marmo che venne collocato nella cripta della chiesa, al di
sotto dell’altare centrale e del luogo dove erano state rinvenute; e lì sono
anche oggi. Il primo di maggio si svolgeva nella basilica la solenne cerimonia
dell’Ostensione delle Reliquie e, tra queste, si veneravano il piede di Filippo
e la gamba di Giacomo. Al tempo della dedicazione della basilica, operata da
Giovanni III, a queste reliquie furono unite parte delle spoglie di Giacomo il
Minore, provenienti da Gerusalemme o da Costantinopoli. A Santa Maria in
Trastevere si venera una reliquia di un braccio di Giacomo (il minore).
Tuttavia,
i versi seguenti narrano al popolo la storia e le glorie dell’Apostoleion
romano:
HIC • PRIOR • ANTISTES • VESTIGIA •
PARVA • RELIQVIT
SVPPLEVIT • COEPTVM • PAPA • IOHANNES •
OPVS,
LARGIOR • ET • EXISTENS • ANGVSTO • IN
• TEMPORE • PRAESVL
DESPEXIT • MVNDO • DEFICIENTE • PREMI
FLVCTIBVS • HVMANIS • PORTVM • SCIT •
FERRE • SALVTIS
CVI • SEMPER• CVRAE • EST • REDDERE •
VOTA • DEO
NOMINE • CENSVRA • MENTE • ET • SERMONE
• IOHANNIS
QVI • SIBI • COMMISSAS • PASCERE •
NOVIT • OVES
HOC • OPVS • EXCOLVIT • QVO • PLEBS •
FESTINA • RECVRRENS
ERIPITVR • MORSV • DILACERANDA • LVPI
Il suo predecessore [Pelagio] aveva appena cominciato quest’edificio,
(quando) il papa
Giovanni lo terminò.
Il Pontefice di spirito
largo, benché i tempi all’epoca fossero tristi,
Non fu fermato dal
timore di essere portato nella catastrofe dal mondo intero.
Di fronte alle tempeste
dell’umanità, istituì questo porto di salvezza,
Mentre il suo spirito
elevava verso Dio una preghiera ininterrotta.
Fu veramente un secondo
Giovanni, per il nome, l’austerità, i disegni, i discorsi;
Seppe condurre al
pascolo il gregge a lui affidato.
Eresse questo asilo,
dove si affrettò di mettere in sicurezza il popolo fedele,
Per strapparlo al dente
del lupo.
E
concludeva:
QVISQVIS • LECTOR • ADE • IACOBI •
PARITERQVE • PHILIPPI
CERNAT • APOSTOLICVM • LVMEN • INESSE •
LOCIS
Va
segnalato che, identificata nel 2008, nel 2011, la Missione Archeologica Italiana
diretta dall’archeologo Francesco D’Andria ha reso noto di avere riportato alla
luce a Pamukkale, l’antica Hierapolis, in Anatolia occidentale, la tomba di San
Filippo, uno dei dodici Apostoli (v. qui).
Roma
cristiana, oltre alla Basilica dei Santi Apostoli, ha dedicato a San Filippo
Apostolo una chiesa, in zona Fosso del Fontaniletto, nel 1956, inaugurata
però nel 1992, ed affidata ai Padri Vocazionisti.
La
messa composta per quest’occasione rivela bene il suo carattere di circostanza,
soprattutto nell’introito, in cui si descrive la gioia e l’emozione dei Romani
dopo che furono liberati da Totila ad opera dell’eunuco Narsete. Può darsi che
questa condizione personale del grande capitano bizantino abbia influito sulla
scelta di san Filippo, che si identificava a torto con colui che aveva
battezzato l’eunuco di Candace, il Narsete
di quel tempo.
La
lettura evangelica, come è regola del tempo pasquale, è un passo dell’ultimo
discorso del divin Maestro, laddove risponde a Filippo che gli domanda di
vedere il Padre (Gv. 14, 1-13). Il tempo presente è il tempo della fede e non
della visione; conviene dunque di contentarsi di vedere il Padre e l’augusta
Trinità per mezzo di Gesù Cristo, che, come Dio, è la perfetta immagine della
divinità. Come Dio, Gesù è lo splendore della sostanza; come uomo, è l’esemplare
più perfetto, che, meglio di tutti gli altri, riproduceva in una forma creata l’archetipo
originale increato.
Molti dicono con san
Filippo: Signore, mostraci il Padre, e ciò a noi basta. Ma si illudono
molto sulle loro condizioni personali e credono che un amore sentimentale basti
e tenga il luogo della purezza dello spirito e del distacco da tutte le cose create.
Un atomo di polvere su l’occhio impedisce la vista e causa un grande dolore.
Così è per l’anima: un affetto disordinato gli toglie la libera vista di Dio e
gli causa un grande pregiudizio. Gerson diceva a questo riguardo: Omnis copia quæ Deus tuus non
est, tibi inopia est.
Raffaello Vanni, Vergine col Bambino con i SS. Filippo e Giacomo minore, 1673 circa, Chiesa di S. Lorenzo degli Speziali in Miranda, Roma |
Paolo Veronese, SS. Giacomo Minore e Filippo, 1565, National Gallery of Ireland, Dublino |
Anonimo, S. Giacomo minore, 1635-65, Museo del Prado, Madrid |
Jusepe de Ribera, S. Giacomo minore, 1630-35, Museo del Prado, Madrid |
Pieter Paul Rubens, S. Giacomo il minore, 1610-12, Museo del Prado, Madrid |
Pieter Paul Rubens, S. Filippo, 1611-12 circa, Museo del Prado, Madrid |
Jusepe de Ribera, Martirio di S. Filippo, 1639, Museo del Prado, Madrid |
Jan Philip van Thielen, S. Filippo in una ghirlanda di fiori, 1651, Museo del Prado, Madrid |
Pedro Orrente, Martirio di S. Giacomo il minore, 1639, Museo de Bellas artes, Valencia |
Pompeo Batoni, S. Giacomo il minore, 1740-43, collezione privata |
Angelo De Rossi, S. Giacomo il minore, 1705-11, Basilica di S. Giovanni in Laterano, Roma |
Filippino Lippi, S. Filippo doma il dragone del tempio di Ierapoli, 1487-1502, Cappella Strozzi, Basilica di Santa Maria Novella, Firenze |
Filippino Lippi, Crocifissione di S. Filippo, 1487-1502, Cappella Strozzi, Basilica di Santa Maria Novella, Firenze |
Francisco Rizi, Vergine con Bambino tra i SS. Filippo e Francesco d’Assisi, 1650, Chiesa dei Cappuccini, El Pardo |
Giuseppe Mazzuoli, S. Filippo, 1703-12, Basilica di S. Giovanni in Laterano, Roma |
Tomba di S. Filippo, Hierapolis, l'odierna Pamukkale |
Interno della tomba di S. Filippo, Hierapolis, l'odierna Pamukkale |
Tomba dei SS. Filippo e Giacomo minore, Basilica dei XII Apostoli, Roma |
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