sabato 6 giugno 2015

“Antvérpiam accersítus, in ea urbe Tanchelíni nefáriam hæresim profligávit. Prophético spíritu et miráculis cláruit” (Lect. VI – II Noct.) - SANCTI NORBERTI, EPISCOPI MAGDEBURGENSIS ET CONFESSORIS, ORDINIS CANONICORUM REGULARIUM PRAEMONSTRATENSIUM FUNDATORIS

La festa di questo santo arcivescovo di Magdeburgo (1126-1134), fondatore dei canonici Premostratensi nel 1121, ed il cui culto fu riconosciuto nel 1582 da Gregorio XIII, entrò dapprima nel calendario, nel 1620-1621, sotto Urbano VIII, col rito semidoppio e, poi, sotto Clemente X, ricevé il rito doppio.

La vita di questo santo, che, sebbene avviato alla carriera ecclesiastica sin da giovanissimo, si dedicava ai piaceri ed alle mollezze di corte dell’imperatore Enrico V, fu segnata nel 1115 da un episodio che, da allora, lo convertì e lo fece dedicare completamente a Dio. Mentre era a cavallo sulla strada per Vreden, in Westfalia, durante un violento temporale in aperta campagna, un fulmine cadde al suo fianco. L’animale, spaventato dal fulmine, lo disarcionò ed egli rimase per un po’ disteso a terra in stato di incoscienza. Ripresa conoscenza le sue prime parole furono le stesse di Saulo sulla via di Damasco: «Che devo fare, Signore?» (At. 22, 10). Sentì dentro di sé una voce che gli diceva: «Sta’ lontano dal male e fa’ il bene; cerca la pace e perseguila» (Sal, 33, 15). Pensando al suo ambiguo comportamento sino ad allora, decise di cambiare vita. Rinunciò alla sua nobile carica e si ritirò a Xanten in solitudine ed con digiuni per meditare quale scelta compiere. Consigliato dall’abate Cenone fece un ritiro nell’abbazia di S. Benedetto di Seiberg, nei pressi di Colonia, preparandosi all’ordinazione sacerdotale, e nel dicembre del 1115 l’arcivescovo di Colonia, Federico, lo ordinò nello stesso giorno diacono e prete (procedura che violava il diritto canonico). Dopo altri quaranta giorni di ritiro tornò a Xanten deciso a condurre «una vita evangelica e di apostolato», ma sembra che il vigore delle sue esortazioni e quello che poteva sembrare un comportamento eccentrico per un uomo del suo rango gli abbiano procurato nemici tra gli altri canonici: uno di loro arrivò perfino a schiaffeggiarlo. Al concilio di Fritzlar del 1118 fu accusato davanti al legato papale di ipocrisia, di essere un innovatore, di predicare senza permesso o autorizzazione. Accompagnato da due discepoli, che si erano rifiutati di lasciarlo, si recò, a piedi scalzi, nella città di St-Gilles in Linguadoca dove si trovava in esilio papa Gelasio II. Ai piedi del pontefice confessò i propri misfatti e l’irregolarità della sua ordinazione dicendosi pronto ad accettare qualsiasi penitenza gli fosse inflitta. Il papa invece gli conferì il permesso di predicare il Vangelo dove avesse voluto.

Anni dopo, quando fu scelto come scelse arcivescovo di Magdeburgo, fece il suo ingresso in città a piedi e con abiti così poveri che il portinaio del palazzo episcopale si rifiutò di farlo entrare ordinandogli di andare a unirsi agli altri mendicanti. «È il nostro vescovo!» urlò la folla. «Non preoccuparti, caro fratello» disse Norberto al portinaio «tu giudichi con più verità di chi mi ha condotto qui.»

La Sede apostolica deve a san Norberto una gratitudine particolare, perché, durante lo scisma dell’antipapa Anacleto II, lavorò attivamente, con san Bernardo ed il devoto abate di Farfa, Adinolfo, a riportare i popoli all’obbedienza verso Innocenzo II. Quando, difatti, nei primi giorni di maggio 1133, gli eserciti del re Lotario III (detto di Supplimburgo) riportarono a Roma il Pontefice esiliato, troviamo con lui, come l’anima stessa di questa spedizione, gli abati di Cîteaux e di Farfa ed il santo arcivescovo di Magdeburgo, che, a quell’epoca, ricopriva anche le funzioni di cancelliere reale.

Per riconoscenza dei suoi eminenti servizi resi al papato Norberto fu insignito del pallium e costituito primate di tutta la Germania, e al suo ritorno l’imperatore insistette per farlo suo cancelliere; ma la salute del vescovo declinava, dopo vent’anni dalla sua ordinazione presbiterale spesi in un servizio appassionato.

Quella che aveva condotto a favore del papato fu l’ultima fatica del Santo, poiché, consumato dalle sue dure penitenze e dalle sue fatiche, morì il 6 giugno 1134.

Dopo la sua morte il suo corpo fu portato a turno in tutte le chiese di Magdeburgo e poi sepolto nella chiesa del suo ordine di quella città. Quando Magdeburgo divenne luterana, le reliquie furono traslate nel 1627 dall’imperatore Ferdinando II nell’abbazia premostratense di Strahow a Praga.

Una volta, nella Città eterna, una piccola chiesa eretta dai Premostratensi sul Viminale ricordava la venuta del Santo a Roma. Colpita poi dalla confisca, oggi è distrutta (Cfr. Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Tipografia Vaticana, Roma 18912, p. 817).

La messa è del Comune dei Confessori Pontifici; solo la prima colletta è propria.

La caratteristica della missione di Norberto fu la predicazione infiammata della parola di Dio. È là una missione tutta apostolica che, troppo spesso, non è apprezzata nel suo valore. La predicazione del verbo evangelico è, difatti, così necessaria che deve precedere l’amministrazione stessa dei Sacramenti, poiché nessuno può credere alla parola di Dio e salvarsi se alcun apostolo non predica.

Ma le anime si rigenerano soltanto nello Spirito Santo, e questo è perché il predicatore deve parlare, non secondo il suo spirito proprio, ma con quello di Dio. I santi Apostoli agirono così; avendo affidato ai diaconi il ministero esterno, si riservarono la preghiera e l’incessante predicazione della parola del Signore. Nos autem orationi et prædicationi verbi instantes erimus; Noi, però, ci dedicheremo interamente alla preghiera, ed alla predicazione della parola (At. 6, 4).

Gli Apostoli fecero della predicazione uno dei doveri più essenziali della vita episcopale, e san Luca dunque c’indicò le disposizioni nelle quali si trovavano per compiere uno sì grande ministero: Repleti sunt omnes Spiritu Sancto, et cœperunt loqui; Essi furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare (At 2, 4).

F.H.J. Bekker, Visione di S. Norberto, 1900, Amsterdam


Alois Stoff, S. Norberto sconfigge l’eretico Tanchelino, 1892


Johannes Chrysostomos van der Sterre - Theodoor Galle, Ritratto di S. Norberto, 1622, Rijksmuseum, Amsterdam



Petrus Clouwet-Franz Huybrechts, S. Norberto, 1639-70, Rijksmuseum, Amsterdam 

S. Norberto di Xanten con l’Eucaristia, trionfa su Satana e sull’errore, 1750 circa, stampa, Parigi

Cornelis de Vos, I cittadini di Anversa riportare S. Norberto l'Ostensorio e gli altri vasi sacri che aveva nascosto Tanchelino, 1630, Koninklijk Museum voor Schone Kunsten Antwerpen, Anversa

Gerard Seghers, S. Norberto riceve le insegne dell'ordine premostratense dalla Vergine, XVII sec., Koninklijk Museum voor Schone Kunsten Antwerpen, Anversa 

Sir Pieter Paul Rubens, S. Norberto atterra l'errore di Tanchelino, XVII sec.

Marten Pepijn, S. Norberto adorante l’Eucaristia, 1637, Vrouwekathedraal, Antwerp

Autore anonimo, S. Norberto, XVIII sec., Duisburg

Joseph Ignaz Appiani, S. Norberto trionfa sull'eretico Tanchelino nel 1124, 1750, Bayerisches Nationalmuseum, Monaco

Nikolaus Kloos, S. Norberto riceve il Sabato Santo 1115 dall’arcivescovo di Colonia il diaconato ed il presbiterato, 1770, Klostermuseum (museo del monastero),  Schussenried

Anonimo, S. Norberto, Daylesford Abbey, Philadelphia


Tomba di S. Norberto, Monastero di Strahov, Praga

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