Avevamo già dato conto dell’incontro
canadese del card. Burke (v. qui).
Nella memoria di san Paolino da
Nola e dell'arcivescovo martire John Fisher, rilancio la traduzione curata da Chiesa e
postconcilio.
Hans Holbein il Giovane, Ritratto di S. Giovanni Fisher, XVI sec., Royal Collection, Castello di Windsor, Londra |
Ritratto di John Fisher ispirato ad uno analogo di Hans Holbein il Giovane, in John Chamberlaine,"Imitations of original drawings by Hans Holbein", Londra, 1812 |
Il Cardinal Burke ad
Ottawa: “La cultura occidentale non si potrà rinnovare finché non comprenderà
il valore dell’atto sessuale”
Il 7 giugno scorso
registravamo le vicissitudini di un Apostolo, il cardinale Burke, ad Ottawa [qui]. Ma nonostante le avversità l’evento si è svolto
felicemente.
Di seguito pubblichiamo ampi stralci del discorso tenuto nella capitale canadese, ripresi dal sito LifeSiteNews. (Traduzione a cura di Chiesa e post- concilio).
Il Cardinale Burke ad Ottawa:
Di seguito pubblichiamo ampi stralci del discorso tenuto nella capitale canadese, ripresi dal sito LifeSiteNews. (Traduzione a cura di Chiesa e post- concilio).
Il Cardinale Burke ad Ottawa:
“La cultura
occidentale non si potrà rinnovare finché non comprenderà il valore dell’atto sessuale”
Affrontando il tema della crisi della cultura nel córso della sua prima visita alla capitale canadese, il Cardinal Raymond Burke ha sottolineato che la difesa della vita umana e la promozione del matrimonio naturale sono i fondamenti di ogni cultura veramente umana. Il timore che l’Occidente nutre nei confronti della morte e della distruzione non “cesserà di esistere” finché “la verità sull’unione coniugale [non verrà proclamata] nella sua interezza”, ha affermato.
“La difesa e la
promozione della vita umana, del matrimonio e della famiglia è il fondamento
non solo di una cultura autenticamente cristiana, ma di ogni cultura umana accettabile”,
ha detto a circa 330
persone radunate al Centro di Eventi e Conferenze di Ottawa per celebrare il
ventesimo anniversario di NET Canada.
La ragione di essere
dei Gruppi di Evangelizzazione Nazionale (National Evangelization Teams,
NET) è quella di invitare i giovani cattolici ad amare Cristo e aderire alla
vita della Chiesa tramite dei ritiri in cui si alternano testimonianze
individuali, sketch e rappresentazioni musicali da parte di gruppi di giovani
che viaggiano da una costa all’altra del paese.
Nel suo discorso, il
cardinale ha elogiato NET, affermando che si tratta “sicuramente di un
efficace e brillante veicolo di speranza e incoraggiamento per la nostra
gioventù, che sente in modo particolarmente pungente la sfida della vita in
Cristo nella nostra epoca”.
Burke, che è
riconosciuto dai leader dei movimenti per la vita e per la famiglia di tutto il
mondo come uno dei più strenui difensori della verità, della moralità e del
cristianesimo autentico della Chiesa, ha steso un elenco di “mali morali
gravissimi” che costituiscono ciò che egli ha definito “lo stato morale
disordinato in cui si trova la nostra cultura”.
“Per esempio, l’assassinio a larga scala dei bambini
nel grembo materno, giustificato come l’esercizio del cosiddetto ‘diritto’
della madre di scegliere se portare a termine la gravidanza del feto che ha
concepito. Sempre più spesso, inoltre, ci troviamo di fronte all’abominevole
pratica della generazione artificiale di vita umana e della sua distruzione
quando si trova ancóra allo stadio di sviluppo embrionale, giustificata come
mezzo per trovare presunte cure per malattie gravi o mortali”.
Il cardinale ha menzionato
l’uccisione diretta e intenzionale dei deboli e degli anziani mediante l’eutanasia
e il suicidio assistito, dichiarando che sono falsamente “giustificati come
forme di ‘rispetto’ per la loro qualità di vita”.
Burke ha posto in
testa alla sua lista l’attacco contro il matrimonio da parte di vari gruppi
ideologici.
“Non si può fare a
meno di pensare dell’agenda sempre più attiva di quanti vogliono ridefinire il
matrimonio e la vita familiare includendo in esse l’attività sessuale
innaturale di due persone dello stesso sesso, inclusione spacciata per tolleranza
delle cosiddette ‘forme alternative’ della sessualità umana, come se
esistessero realmente delle forme di sessualità umana diverse da quelle che
Dio, nostro Creatore e Redentore, ha concepito e iscritto nei nostri corpi e
nelle nostre anime”.
Burke ha definito
tutte queste cose “gravi mali che sconvolgono il mondo ai nostri giorni”,
aggiungendo che rivelano un modo di vivere “come se Dio non esistesse”.
Ha affermato:
“Essi sono una
manifestazione del peccato, [la cui] radice è l’orgoglio – l’orgoglio dell’uomo
che non vuole riconoscere che tutto quel che egli è ed ha discende dalle mani
di Dio, Che ci ha creati e ci ha redenti dal peccato dei nostri progenitori”.
Nonostante la
desolazione del panorama morale dell’Occidente, il Cardinal Burke ha detto che
i cristiani “devono essere pieni di speranza e incoraggiamento nella loro
missione di costruire una cultura cristiana forte nelle loro case, nelle loro
comunità e nelle loro nazioni”.
Egli ha poi
sottolineato che “la santità della vita”, indipendentemente dalla
situazione in cui il cristiano si trova, è il vero programma della nuova
evangelizzazione e l’unica risposta per combattere i problemi. Ha poi insistito
sulla santità della vita in rapporto con l’applicazione nelle nostre vite della
“verità della sessualità umana”.
Ha definito la
pratica delle virtù della purezza, della castità e della modestia “il vivere
la verità riguardo la sessualità umana”, e le ha quindi vincolate alla “pratica
della giustizia”. Ha posto la domanda:
“Che senso ha per
noi parlare del nostro amore di Dio e del prossimo se non pratichiamo la
giustizia, se non rispettiamo l’ordine che Dio ha posto nella natura e nei
nostri cuori, nella nostra relazione con Lui e col nostro prossimo?”.
Ha poi proceduto alla
stesura di una spiegazione della morale sessuale basata sul riconoscimento del
proposito dell’atto sessuale, affermando che è stato creato da Dio per poter essere
legittimamente utilizzato nel matrimonio allo scopo di portare nuova vita nel
mondo.
“Il rispetto della
vita umana è essenzialmente vincolato al rispetto dell’integrità del matrimonio
e della famiglia così come ci sono dati da Dio. L’attacco alle vite innocenti e
indifese dei bambini non nati, per esempio, è originata da una visione erronea
della sessualità umana, che cerca di eleminate la natura essenzialmente
procreativa dell’atto coniugale tramite mezzi meccanici o chimici”.
Burke ha
aggiunto:
“In base a quest’errore
si sostiene che l’atto sessuale alterato artificialmente mantenga la sua
integrità. Si pretende che l’atto sessuale la cui natura procreativa sia stata
radicalmente violata rimanga un atto di unione e d’amore. In realtà, non è un
atto d’unione, perché uno dei partner o entrambi trattiene una parte essenziale
del dono di sé, che è l’essenza dell’unione coniugale. La cosiddetta ‘mentalità
contraccettiva’ è essenzialmente contro la vita. Molte forme di quella che
viene chiamata contraccezione sono in realtà abortive, ossia, distruggono una vita
che è stata già concepita, che è già cominciata”.
Burke ha affermato
che gli uomini, le donne e la stessa società incorrono nel rischio della
distruzione quando si perde il senso dell’atto sessuale.
“La manipolazione
dell’atto coniugale – come Papa Paolo VI ha coraggiosamente osservato – ha
portato a varie forme di violenza nel matrimonio e nella vita familiare, tramite
la diffusione della mentalità contraccettiva, specialmente tra i giovani. La
sessualità umana non è più vista come quel dono di Dio che unisce un uomo e una
donna in un vincolo d’amore fedele che dura tutta la vita, coronato dal dono di
una nuova vita umana, ma piuttosto come uno strumento di gratificazione
personale”.
“Una volta che l’unione
sessuale non è più vista come procreativa per la sua stessa natura, essa viene
abusata in molti modi che sono profondamente dannosi e senza dubbio
distruttivi, tanto per l’individuo come per la società stessa. Si pensi solo ai
devastanti effetti provocati ogni giorno nel nostro mondo dall’industria della
pornografia, in cui si investono vari miliardi di dollari”.
Burke ha enfatizzato
la necessità di un ritorno all’enciclica papale Humanae Vitae del
1968 per aiutare a promuovere la visione della Chiesa sulla sessualità umana.
Ha fatto riferimento a Papa Benedetto XVI, il quale “ha chiarito che gli insegnamenti
della Humanae Vitae non costituiscono semplicemente una questione di morale
individuale”. Ha affermato:
“La proclamazione
della verità sull’unione coniugale nella sua pienezza e la correzione del pensiero
contraccettivo che teme la vita, che teme la procreazione, è fondamentale alla
trasformazione della cultura occidentale”.
Ha definito la
restaurazione del rispetto per l’integrità dell’atto coniugale “essenziale”
per il futuro della cultura occidentale e il progresso di una cultura della
vita.
Burke ha continuato
parlando del ruolo della coscienza come di una “guida infallibile” alla
santità della vita ma lo è solamente la coscienza
“formata all’ascolto
della sola voce di Dio e al rifiuto di quanto potrebbe indebolire o
compromettere in qualsiasi modo la nostra testimonianza della verità in cui
Egli solo ci istruisce per mezzo della Chiesa, tramite la nostra preghiera e la
nostra devozione quotidiane, tramite la nostra conoscenza dei santi coi quali
partecipiamo alla comunione nella Chiesa, e tramite il nostro studio degli
insegnamenti ufficiali della Chiesa stessa”.
“Oggi, dobbiamo
fare attenzione alle false nozioni di coscienza che la potrebbero utilizzare
per giustificare atti peccaminosi, che sono il tradimento della nostra chiamata
alla santità”.
Nella conclusione del
suo discorso, Burke ha dichiarato che la santità della vita richiede un
martirio quotidiano che consiste nella “testimonianza pubblica della nostra
fede”, anche qualora essa esigesse “il dare la vita”. E ha
affermato.
“Sicuramente,
nella secolarizzata mentalità della paura e nell’agenda sempre più densa di
iniziative contro la vita e contro la famiglia di molte persone che ricoprono
posizioni di potere all’interno della nostra cultura, possiamo discernere una
sfida contro la nostra fede”.
“L’ostilità, e in
maniera ancor più estesa l’indifferenza nei confronti dei contenuti della fede
che ci sono più cari, rappresentano tentazioni che vorrebbero portarci allo
scoraggiamento e persino ad evitare una testimonianza più pubblica della nostra
fede. Ma il martirio a cui siamo chiamati e per il quale siamo consacrati e
fortificati dai sacramenti del battesimo e della confermazione, ci chiedono di
offrire instancabilmente la nostra testimonianza, fiduciosi nel fatto che Dio
porterà i buoni frutti”.
“A causa dell’attacco
frontale contro la vita della famiglia e di quello a vasta scala contro vite
umane innocenti e indifese, e a causa della violazione dell’integrità dell’unione
matrimoniale nella nostra società, la chiamata al martirio della testimonianza
è sempre più urgente”, ha concluso.
[Traduzione a cura di Chiesa e
post-concilio]
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